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Un insolito viaggio tra raduno motociclistico, antiquariato e... gastronomia!

Prendi una domenica in cui hai mille impegni e nessuno a cui hai voglia di andare. Poi mettici il desiderio di uscire dalla routine del lavoro con articoli a tema. Aggiungi un pizzico di voglia di ricordi, quindi miscela il tutto e voilà il gioco e fatto: si va al raduno delle Vespe a Santhià, in provincia di Vercelli con annesso mercatino “di tutto un po’”.

1) e 2) Se i vespisti sono appiedati... allora si va con la mitica “500”...


3 e 4) Se l’auto non vi va, allora: “Pedalare!”, ed eccovi la bici con il telaio di legno e una vecchio tipo!


5 e 6) E se questa ha il sellino troppo alto... eccovi due bei tricicli...


E’ come entrare in un museo della mia epoca, quella degli “anta”, dove rivedi la tua giovinezza esposta sui banchi del mercatino dell’antiquariato.

Ecco! I piatti, i bicchieri e le posate del -servizio buono- quello per quando vengono gli ospiti!

E le tovaglie ricamate portate in dote! Il vecchio macinino! Le tazzine decorate! I...” e qui mi fermo perchè sarebbe un lungo elenco delle vecchie cose riposte nel buffet in legno, con la vetrina e i ripiani per il servizio “bello”, quello per gli ospiti.

Ci sono anche le vecchie librerie e i banchi di libri: la mia passione! Libri d’arte, di cucina, di storia, di viaggi e di tanto altro. Vecchi giocattoli, attrezzi casalinghi e attrezzi contadini: tutto il passato rivive su queste bancarelle e meglio dello scritto ve le illustreranno le immagini.


1) Il... servizio buono per gli ospiti / 2) I macinini della nonna!


1) Attrezzi per contadini e paioli per la conserva! / 2) Bilance: quando si pesava... a mano!


Ma c’è spazio anche per il sorriso, con chi tramutando una... Vespa in mucca può fare sorridere grazie alla fantasia di una vespista in vena di umorismo!


Vecchi giocattoli che mi ricordano l’infanzia, il carretto-triciclo del venditore di frutta e verdura che con una trombetta invitava le massaie a scendere in strada, ma che a volte girava anche con grandi pani di ghiaccio che spezzava con una scure e vendeva per chi... possedeva già la moderna ghiacciaia! Una cameriera in grandezza “quasi” naturale porta sul carrello qualche pubblicità del locale o forse con il sorriso vi porge il conto... salato del ristorante.


Oggetti antichi, alcuni insoliti, come i ferri da stiro tipici italiani, e quelli francesi con un tubo per il vapore, o i lumi a petrolio e quello ad acetilene, inventato nel 1900.

Nell’epoca delle lampade a petrolio e delle lucerne, l’invenzione dell’acetilene fu importante perchè forniva più luce delle vecchie lampade. Si crearono versioni adatte all’uso domestico e altre utilizzate come dei fanali per illuminare i veicoli. Sostituì le lampade ad olio usate nelle miniere offrendo più luce ai minatori la cui visibilità già compromessa dal buio delle miniere non trovava certo miglioramento nelle vecchie lampade.


1) Ferri da stiro italiani e francesi / 2) Lumi e lampade / 3) La mia passione: fossili e minerali


Non è mancato un angolo per i fossili, i cristalli e l’oro, ricordando la Bessa, nel biellese, con le sue miniere, le incisioni rupestri i misteri, l’archeologia, e il paesaggio! Tant’è che non potendo scrivere di tutte queste meraviglie vi affido al sito http://www.bessa.it/, spettacolare!

Ma a volte capita di incontrare persone che ti rammarichi di... non averle conosciute prima! Come i nostri nuovi amici: Timoty Leonardi - Library and Museun Manager della Fondazione Museo del Tesoro del Duomo e Archivio Capitolare di Vercelli e Marta Barberis... nuova leva del Giornalismo, con la loro stuzzicante bancarella delle mie delizie: i libri!

E dulcis in fundo... il cagnolino che guardandomi con quegli occhietti... furbetti mi ha stuzzicato il clic fotografico!


1) Gli amici Timoty e Marta / 2) “Hei! Ci sono anch’io!” / 3) Super pomodoro!


C’è posto anche per l’angolo del cibo e scopro le Pesche Tabacchiera, o Pesca Saturnina, così

chiamate per la loro forma schiacciata che ricorda una tabacchiera.

Originaria della Cina, nel 1869 viene introdotta in America da dove inizia ad espandere la produzione, sino a raggiungere l’Italia e in particolare la Sicilia, alle pendici dell’Etna. Verso la fine degli anni ’80 si diffonde nelle Marche dove prende il nome di Pesca Saturnia o Saturnina perchè la forma ricorda anche il pianeta... schiacciato, Saturno” e oggi la ritrovo qui, in Provincia di Vercelli, in Piemonte! E’ un frutto raro, poco conosciuto, un prodotto di nicchia, a produzione limitata. Ha una brevissima conservazione, due o tre giorni, questo ne fa un prodotto il cui prezzo è chiaramente superiore. Oggi è prodotto anche in Emilia Romagna.

Di piccole dimensioni, ha forma schiacciata, la polpa bianca, tenera, morbida, dolcissima e profumata, il nocciolo è molto piccolo, ha un più alto contenuto zuccherino e pare che sia una qualità superiore alle pesche sferiche.

E’un frutto adatto a gelati e granite alla pesca, sciroppi, liquori, confetture e marmellate.

In cucina viene abbinata a piatti di pesce o di carne. E’ un presidio di Slow Food.


1) Pesca Tabacchiera / 2) Patate del Burro / 3) Mele di San Giovanni

Un’altra scoperta gastronomica è la patata Burro o Trifulot del Bür, ma chiamata anche “Patata del Bec”, per la forma quasi simile ad un becco.

Ha la forma molto piccola e allungata, al massimo raggiunge una decina di centimetri, per un diametro di cinque. La pasta è gialla e la pelle talmente sottile che si usa cucinarla senza sbucciarla, anche se basterebbe fregarla con le dita per eliminarla. Non è adatta alla conservazione. Si produce nel territorio torinese tra Moncalieri, Nichelino, Santena e Trofarello. Si può trovare anche nella Valle di Susa, in Valle Pellice, o nelle valli pinerolesi di Chisone e Sangone con un mercato a Giaveno.

Tra il XVI e XVII secolo dalla Francia la patata viene introdotta in Italia. Tutt’ora i tuberi da seme di questa -patata del burro- che utilizziamo, sono di origine francese e vengono chiamati “ratte o ratin”, ratin significa topolino, topino, piccolo topo.

Si cucina intera, come una normale patata può essere passata nel forno o in padella cotta nel burro, come dice il nome, o in umido o come ingrediente nel tipico minestrone.

Le Mele San Giovanni o Mela Paglierina, è una variazione pregiata, rustica e precoce, leggermente farinosa e molto aromatica, si raccoglie per San Giovanni, a fine giugno. Non è a lunga conservazione, però è adatta alla essicazione, tagliandole a fette e ponendole ad essiccare al sole. Dolce e profumata è ottima per conserve unendola alla cannella e all’uva sultanina. Un tempo era consumata dai contadini nelle pause di lavoro, per il gusto fresco e dissetate. Originaria dell’Umbria è una mela molto antica, rara, quasi scomparsa.

Ma le sorprese di viaggio non sono finite, strada facendo ho incontrato di tutto! Aspettate,

forse vi racconterò del mistero dei Moai, di Buddha, dei Guerrieri di Terracotta e altro ancora!


di Alexander Màscàl e Matteo Saraggi - ASA



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