Dal 19 al 23 maggio Fiera Milano ospita una delle manifestazioni internazionali più importanti di un settore dove la nostra industria è leader. Più di 2mila gli espositori in 11 padiglioni. Le nuove mostre dedicata al prodotto fresco carne (Meat Tech), latte e derivati (Dairytech), ortofrutta (Fruit Innovation) oltre a Converflex e Intralogistica Italia
Milano capitale dell'imballaggio e dei processi di confezionamento, ma non solo anche più in generale della sana alimentazione legata alla conervazione degli alimenti, del loro trasporto e della vendita, con lo sguardo alle tecnologie del futuro.
Infatti non è un caso se, con una conferenza di cui è key note speaker Carlo Ratti, il curatore del Future Food District di Expo Milano 2015 che parlerà della rivoluzione prossima ventura nel rapporto consumatore-industria, si alza il sipario dal 19 al 23 maggio sulla ventitreesima edizione di Ipack-Ima, una delle più importanti manifestazioni internazionali per le tecnologie di processo e packaging.
Manifestazione con un format speciale, in questa edizione 2015, con nuove mostre "verticali" dedicate alle tecnologie di lavorazione del prodotto fresco: carne (Meat Tech), latte e derivati (Dairytech), ortofrutta (Fruit Innovation). Oltre alla fiera della stampa su packaging (Converflex) e la mostra della logistica (Intralogistica Italia). Un appuntamento mondiale con 2.000 espositori per un terzo esteri, in ben 11 padiglioni del quartiere espositivo di Fiera Milano a Rho.
Il mercato degli imballaggi - scatola o bottiglia, sacchetto o astuccio, tappo o vaschetta - vale a livello planetario 540 miliardi di euro. L'Italia ha in questo scenario un ruolo di primissimo piano producendo un fatturato annuo di circa 36 miliardi di euro tra macchine e materiali per imballaggio. Se a questo di aggiungono le macchine di processo alimentare e quelle per la movimentazione e logistica l’universo imprenditoriale rappresentato dal "sistema Ipack-Ima" vale nel nostro Paese oltre 40 miliardi di euro e dà lavoro a 150mila addetti. Un mondo di creatività, innovazione e saper fare sconosciuto al consumatore, ma senza il quale il suo carrello della spesa resterebbe in gran parte vuoto.
"Quando si beve un espresso a Shanghai, o New York, pochi sanno che non solo il caffè ma anche la cialda che lo contiene sono probabilmente italiani: una cialda su due nel mondo è prodotta infatti con macchinari italiani - spiega Guido Corbella, amministratore delegato di Ipack-Ima spa -.
E una su quattro delle bustine di zucchero in circolazione è stata realizzata su confezionatrici prodotte in Italia. Ma forse non vi piace il caffè espresso e preferite quello in stick? Bene, uno stick su cinque nasce su macchine automatiche italiane".
E il primato italiano si ripete anche in molti altri comparti. Un esempio? Quello del thé, o dei detergenti per la casa, dove le nuove pratiche monodosi per lavastoviglie e lavatrici prendono forma e contenuto grazie a materiali e linee automatiche ad alta velocità realizzate in Italia ed esportate in tutto il mondo. E ancora. La pasta secca, dove la tecnologia nel mondo è indiscutibilmente tricolore (e Ipack-Ima è leader): dal sacco di farina quando entra in stabilimento fino al pacco o alla scatola di pasta che arriva al supermercato e quindi in cucina.
I cinque giorni di Ipack-Ima non saranno soltanto un grande appuntamento di business, ma anche un'occasione per incontrarsi, confrontarsi e approfondire tematiche fondamentali come la sicurezza alimentare, la conservazione corretta del cibo, l'eliminazione degli sprechi, l'alimentazione sana e per tutti. "Non è un caso - aggiunge Corbella - che abbiamo posizionato queste mostre il più vicino possibile all'apertura di Expo Milano 2015". E quindi anche i due grandi convegni in programma: quello di apertura, in cui esponenti di spicco dell'industria e della distribuzione discutono gli scenari prospettati da Carlo Ratti nel suo speech Future Food District: new technology & user interaction; e la conferenza internazionale del 20 maggio in collaborazione con Unido (agenzia Onu per lo sviluppo industriale), che ipotizzerà i megatrend che l'agroindustria globale dovrebbe imboccare per reggere l'impatto di oltre 9 miliardi di consumatori da qui al 2050 (relatori Michiel Bakker, direttore dei servizi di ristorazione delle sedi Google nel mondo; Greg Drescher, vice-presidente del Culinary Institute of America; Paolo Barilla, vice-presidente del gruppo di Parma; Philippe Scholtès, direttore generale della divisione di cooperazione tecnologica di Unido).
Altri eventi in programma sono dedicati ai mercati in pieno sviluppo, dagli integratori alimentari (2,3 miliardi di euro e + 8% di crescita annua a valore) ai prodotti Halal per il mondo islamico come la carne, il cui consumo è in rapida crescita anche in Italia. (Simona Bardini - www.ilgiornale.it)
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