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Una giornata ad Acqui Terme, tra “Picasso”, la mostra “Menù arte con gusto”, i vini di “Cuvage”, il pranzo alla “Enoteca Regionale Acqui

1) Locandina “Picasso” / 2) Locandina “Menu arte con gusto” / 3) catalogo mostra

Si può dire di tutto, meno che l’accoglienza non sia stata... “calorosa” e così, complice Matteo, insostituibile giornalista-fotoreporter e ora compagno di un’avventura... calorosa, con 40 gradi all’ombra, eccoci vittime del ciclone africano che non ha risparmiato nemmeno il Piemonte e la cittadina termale di Acqui Terme, in provincia di Alessandria.

Senza cammelli, nè tracce del Sahara, ma seduti sulla Volkswagen Golf ci avviamo ad una manifestazione a cui non avrei nè voluto, nè potuto mancare e con la certezza che tra quelle colline del Monferrato, circondate da vigneti, avremmo trovato un pò di refrigerio dalla calura della città.

Non guido mai e così in auto posso rilassarmi e anche lasciare scivolare i pensieri e questi vanno indubbiamente alla mostra “PICASSO Segni dialoganti” che sarà il tema della Conferenza Stampa di presentazione del catalogo dedicato alla mostra, che si svolge nella Sala Conferenze di Palazzo Robellini ad Acqui Terme (AL).

Un pensiero a Picasso, alla mostra, all’arte, poi il fresco dell’auto fa veleggiare i ricordi!

Non so voi, ma io mi lascio sorprendere spesso a pensare al passato e nei ricordi divento preda delle emozioni, delle sensazioni, della nostalgia e dei rimpianti. Come non posso ripercorrere a ritroso il tempo e tornare alle mie origini d’artista se penso ad una mostra? Bei tempi. Beata giovinezza! Già, prima che giornalista ero “pittore, poeta e narratore”, come un giornalista ha scritto di me, paragonandomi alla scrittrice Milena Milani che si dice amasse definirsi così.

Come potrei quindi perdere una mostra d’arte, e di tale importanza, e con uno dei grandi maestri dell’arte! E così eccomi qui, distrutta dal caldo, ma talmente felice che se non fosse che visibilmente si vede la sofferenza... da eccesso calorifico, salterei dalla gioia!

La prima acquese che incontriamo dopo un girovagare in tondo alla ricerca del luogo d’incontro e del parcheggio, è una giovane e bella vigilessa, molto gentile, che ci indica dove parcheggiare e dov’è Palazzo Robellini.

Eccoci finalmente arrivati. Ad accoglierci è l’addetta stampa della Provincia di Alessandria, Monica Borgata, anche lei molto cortese che oltre alla Cartella Stampa ci porgerà il bellissimo Catalogo della mostra di Picasso (i libri li adoro! Più che una casa la mia è... una libreria!). Nota il nostro -disagio da caldo- e quasi si scusa come fosse colpa sua. In seguito, ci presenterà al Sindaco Enrico Silvio Bertero che uscendo si ferma a ringraziarci per la presenza.

Nella sala si muovono giornalisti locali, ma anche a livello Nazionale ed Estero.


Poi sarà la cortesia dell’Addetta Stampa del “Cuvage” vini, che ci saluterà quando entriamo nel ristorante dell’Enoteca, omaggiandoci del loro Brut. Lo degusterò, poi, tranquillamente seduta a tavola, a casa, senza paura dell’etilometro: è eccezionale.

Vorrei descrivervi il piacere di riscoprire nel calice del brut Cuvage della cantina Cellar il sapore di queste terre e tutta la loro storia, ma leggendo il depliant scopro che in fondo, seppure tradotte le parole che leggo rispecchiano i miei pensieri e scelgo di utilizzare proprio quelle: “Sfumature di vita. Vigneti che definiscono le colline in piccoli mosaici. Contadini silenziosi trasformano ogni grappolo in passione. Il tempo aspetta il tempo. Fini bollicine”.

Basta alzare il calice e guardare il nettare contenuto per comprendere come l’uomo sappia trasferire dalla terra all’acino un perfetto equilibrio, frutto di sapienza trasmessa da generazione a generazione. Socchiudere gli occhi immaginando il tempo racchiuso in queste terre ed emozionarsi nel riscoprire in un calice tutta la nostra storia e poi raccogliere questo inestimabile tesoro che ci hanno tramandato i nostri nonni e ricordandoci che senza il passato non c’è futuro difendere la nostra cultura contadina che è l’arcaica eredità dei nostri antenati...


L’Enoteca Regionale Acqui “Terme e Vino” ci accoglie in tutta la sua stupenda scenografica delle antiche cantine, divise in salette con la volta a botte e i muri di mattoni a vista. Il patron del ristorante ci dà il benvenuto! Ottima la cena e impeccabile la professionalità del personale. Sul tavolo ci attendono diversi antipasti locali, poi sarà la volta dei tipici agnolotti del plin in versione burro e salvia e per chi li gradisce anche affogati nel vino, com’era in uso una volta.

Non sono mancati gli amaretti di Acqui e naturalmente i vini locali e dulcis in fundo il Brachetto d’Acqui per il brindisi finale.

Ma Acqui è tipica per la “farinata”, con farina di ceci, detta anche “belacauda” ovvero “bella calda”... è eccezionale! Farla è un’ arte ed è un piatto della zona da Nizza ad Acqui, anche se si trova ovunque e le origini pare siano liguri.

Ma non mancheranno altre sorprese e cortesie, come Adriano Benzi e la gentile consorte della mostra “Menù arte con gusto” anche loro ci omaggiano dello stupendo catalogo.

1 e 2) L’Enoteca

Ma ad Acqui sono tutti così gentili e cortesi? Ecco un primo esempio di accoglienza del turista, farlo sentire uno di casa, un ospite gradito! E ai giornalisti come me... mette le ali alle dita che battono i tasti per l’articolo!

Chi segue i miei articoli conosce il mio modo insolito di presentare le manifestazioni e l’attardarsi prima di descriverla.

Se si è giornalisti locali va bene la semplice notizia, ma se si scrive per un pubblico di lettori che non essendo locali ben poco o nulla interesserebbe, occorre “stuzzicare” la loro curiosità, invogliarli con qualcosa di interessante, curioso, magari misterioso.

1 e 2) Ristorante nell’Enoteca

Non dimentichiamo che ogni manifestazione, come ogni articolo, sono comunque fonte di informazioni e veicolo trainante per il turismo che va dal paesaggio, alla cultura, arte, folclore, storia, gastronomia e... all’accoglienza, ed è bene -approfittarne- per attrarre quei lettori che abitano in ogni parte della nostra bella Italia e anche all’estero... e se non basta solo una mostra di Picasso per invogliarli a percorrere le strade del Monferrato è utile un abbinamento ad altre attrattive e un appunto anche sull’ospitalità potrebbero essere un motivo in più di attrazione!

Eppoi amo fare partecipi i lettori delle mie emozioni, belle o brutte che siano e anche la presentazione di un evento lo traduco in... narrativa. Voglio che vedano ciò che ho visto io... attraverso i miei scritti e provino le mie stesse sensazioni.

La mostra vuole essere una sorta di invito al dialogo davanti alle opere del Maestro, come dice il titolo “segni dialoganti”.

La Quarantaquattresima edizione annuale antologica vuole rendere omaggio a Pablo Picasso dedicandole l’allestimento di questa mostra a cura dell’arch. Adolfo Francesco Carozzi.

Ad ospitare le opere di Picasso saranno quattro sale del Palazzo Liceo Saracco che dall’11 luglio al 30 agosto saranno appositamente predisposte, attrezzate, arredate e completate da particolari dispositivi in ambito della tutela, della sicurezza, della conservazione e protezione delle opere.

Opere di grafica, ceramica e tela ad olio saranno disposte in base al tema trattato e in ambienti cromaticamente differenti. I temi saranno le “Figure femminili”, la “Mitologia”, la “Tauromachia”, la “Natura morta” e il “Paesaggio”, segni che raffigurano l’eclettico artista il cui ruolo dominante della vita erano le donne e la tauromachia!

1) Monica Borgata / 2) Addetta Stampa di CUVAGE e Adolfo Francesco Carozzi / 3)Adriano Benzi e signora

Non a caso gli organizzatori sottolineano come attraverso queste opere si abbia una visione della personalità dell’autore.

La mostra è realizzata con il sostegno della Regione Piemonte, il patrocinio della Provincia di Alessandria, il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, dell’EGEA, di CUVAGE e della Residenza Il Platano, che saranno anche i finanziatori del catalogo della mostra “Picasso”, uno stupendo volume che non potrà mancare nella libreria dei visitatori.

info: Comune di Acqui Terme Assessorato alla Cultura - 0144770272

cultura@comuneacqui.com - www.comuneacqui.com


1 e 2) particolari della mostra “Menu arte con gusto”


Al termine ci condurranno a visitare in anteprima la mostra “Menu arte con gusto” a cura di

Adriano Benzi che espone una stupenda collezione di menu d’epoca a Palazzo Robellini, dall’12 luglio al 30 agosto, con ingresso gratuito.

Lunedì chiuso - da martedì a domenica: 10-12 / 15,30-19

info 0144329854 - 330470060 - benzi.adriano@mclink.it

0144770272 - cultura@comuneacqui.com

Nell’ambito di EXPO Milano 2015 anche il Rotary Club Acqui Terme, con il patrocinio dell’Accademia Italiana della Cucina e di EXPO 2015, organizza un evento collaterale con questa mostra corredata da uno splendido catalogo con le immagini di circa 300 menu storici dal 1850 al 1999.

La parola “menu” compare per la prima volta in Francia, nel 1761 ad indicare la lista delle vivande servite in un pranzo alla corte del sovrano o di un nobile.

E’nella metà dell’Ottocento che nella società borghese entra... in tavola il servizio “alla russa” e sulla tavola, accanto al posto di ogni commensale viene posto un cartoncino scritto a mano o stampato, con la lista delle portate che verranno servite.

Sino a fine Ottocento e primi del Novecento il menù era scritto in francese, anche in Italia.


Acqui Terme è una cittadina in provincia di Alessandria, che dista poco più di 100 km da Torino e da Milano e meno di 100 da Genova e Savona. E’ sul confine tra il Piemonte e la Liguria, nel territorio denominato Monferrato, questo l’ha favorita nel commercio con la Liguria. Circondata da colline vitate di cui il Brachetto è dominante, offre spettacolari visioni su vigneti. nel territorio dove ad ogni curva scorgi paesaggi stupendi, sempre diversi, panoramiche da portare nel cuore, come cartoline-souvenir.

I Romani furono grandi costruttori di strade lunghe sino a giungere in ogni nazione d’Europa e nelle terre d’Africa che si affacciano sui nostri mari, verso la conquista dell’Oriente. Con intelligenza le costruirono rettilinee e quanto più possibile facilmente percorribili per il transito di truppe e commercio, spesso su strade ripide e quasi impraticabili. Strade percorse anche da cavalli, bighe, carri e che per questo dovevano essere costruite per durare a lungo e rendere scorrevole e veloce il transito, rimanere asciutte evitando fango e buche, consentire l’incrocio tra due carri provenienti in senso opposto.

L’Impero Romano si muoveva su queste strade alla conquista di terre e popoli. In seguito divennero le vie del sale, dell’olio, della seta e dei pellegrini. Ancora oggi, spesso usiamo il detto... tutte le strade portano a Roma!

Anche Acqui, per la sua posizione divenne un importante punto di passaggio del commercio e tutt’ora percorriamo le antiche vie dei valichi per la Liguria.

I Romani amavano le acque termali e questo incrementò anche un turismo-termale che divenne una attrazione dando notevole prestigio anche grazie all’acquedotto da loro costruito e alle benefiche acque delle sorgenti termali.

Nel Medioevo ebbe il massimo dello splendore con i suoi palazzi signorili visibili a chi percorre il centro storico. Seguì le vicende storiche legate alla lotta tra le famiglie nobili, invasori e scorribande saracene nel Monferrato.

Una delle attrazioni di Acqui è la piazza della “Bollente”. Al centro sorge una edicola ottagonale, realizzata dall’architetto Cerutti nel 1879, da cui sgorga l’acqua bollente che si dice sia anche curativa. Si tratta di acqua sulfureo-salsobromo-iodica che ha una gettata di 560 litri al minuto per 75 gradi. Si dice che i neonati venivano immersi per un attimo e se... sopravvivevano venivano chiamati “gli scottati”.

Sorrido pensando a dei genitori che, se fosse vero, si cucinavano i neonati in acqua bollente! Ma forse la leggenda ha un’altra interpretazione esente dal bollire neonati!!!

Il mistero dell’acqua che sgorga da questa fontana è tutt’ora inspiegabile. Proviene dal sottosuolo, ma non si comprende cosa la rende bollente. Si pensa ad un vulcano sotterraneo e alcuni anni fa venne calata una sonda termica resistente alle alte temperature. Usate per sondare l’interno dei vulcani, era impossibile fondersi, ma non ha resistito ed è andata

distrutta, come le altre calate in seguito.

Ovvio che la leggenda popolare attribuisca questo al fuoco proveniente dall’Inferno!

Pare che lì viva Borvo, il genio che la tradizione Celtica vuole sia l’abitatore delle fonti di acqua bollente.

All’uscita, transitando sul ponte del fiume Bormida si vedono ancora tracce di pilastri e archi, resti dell’imponente acquedotto romano, che con la “Bollente” e le terme è il simbolo della città.

I Romani prelevavano l’acqua dal torrente Erro e attraverso una condotta di 10 km la trasportavano in città mescolandola all’acqua bollente.

Bello da vedere è il borgo Pisterna con le strette vie simili ai carugi liguri. L’atmosfera misteriosa crea per i visitatore angoli magici: attenti se di notte rincasando dall’osteria vedete una bella fanciulla che vi sorride invitante... tirate dritto e lesti lesti rincasate senza rispondergli! Potreste ritrovarvi tra le braccia una bitorzoluta strega che ancora si aggira in quelle viuzze medioevali! E ben vi sta!

Interessanti anche le numerose sorgenti termali. Il lago delle Sorgenti è formato da sette fonti; il Fontanino dell’Acqua marcia dove alla fine del Quattrocento venne eretto lo stabilimento “Antiche Terme”, fu distrutto da una frana nel secolo XVII e ricostruito nel 1687. Nelle vicinanze sorge lo stabilimento termale “Regina” e una grande piscina del 1927.

Acqui ha anche i suoi misteri.

Poco distante sorge il Castello di Moncrescente, una costruzione in rovina, dove pare si celebrino messe nere da parte di gruppi satanisti. Si trova nei pressi di Castelletto d’Erro e si tratta di un’antica fortificazione a forma di tino rovesciato, da cui prende il nome di “Tinazza”. Secondo la leggenda fu edificato dal Diavolo.

Lasciando da parte “il buon Diavolo”, che aveva ben altro da fare che costruire la “Tinazza”, personalmente in Piemonte ho avuto modo di vedere diversi luoghi satanici dove si danno convegno uomini incappucciati e sulle pareti trionfa la croce capovolta, il 666, numero della “Grande Bestia, Satana e il Pentagramma capovolto.

Sempre se soggiornerete ad Acqui e tra un bagno termale e un massaggio volete fare un giro nei dintorni, non dimenticate che a Spigno Monferrato si dice che nella Chiesa sia conservata una spina della corona posta in capo a Cristo e sul ponte medioevale, in pietra arenaria che fa da suggestivo scenario al paesaggio, è stato girato il film “Il diavolo di Pontelungo” tratto dal romanzo di Bacchelli.

Molto belli i grigi calanchi della zona di Merana, Castelleto d’Erro, Spigno Monferrato, Serole e altri luoghi dei dintorni, simili a un paesaggio lunare con poca vegetazione e dune scoscese.

Acqui Terme: tanta cortesia, luoghi panoramici, storia, cultura, folclore, arte, gastronomia e ora anche una bella mostra su Pablo Picasso e allora regalatevi una giornata all’insegna dell’arte, della buona cucina e naturalmente a chiusura un brindisi: ... “Cin Cin!”.

di Alexander Màscàl - foto Matteo Saraggi - ASA



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