Fuochi d'artificio e festa speciale per il simbolo di Expo
Tutti col naso all'insù, a vedere l'ultimo spettacolo dell'Albero della Vita. Il popolo di Expo, quello degli habitué affezionati e dei ritardatari dell'ultimo momento, non se l'è voluto perdere, dopo l'ultima passeggiata lungo il Decumano. Ai piedi del simbolo di Expo, come sempre c'è chi gira video col cellulare, chi scatta selfie e anche chi, dopo una giornata passata tra i padiglioni, poggia la testa sulla spalla dell'amico. Lo spettacolo è sempre lo stesso, ma questa volta c'è un silenzio solenne, ai piedi della futura Torre Eiffel di Milano e dei suoi 35 metri di acciaio, larice e Led. Non è un addio, ma un arrivederci, perché l'Albero della Vita rimarrà dopo Expo, ma per vedere di nuovo i suoi spettacoli gli Expo-nostalgici dovranno aspettare, secondo le previsioni, la primavera del 2016.
Il clima cambia totalmente, una volta svoltati sul Decumano: luci colorate, musiche folkloristiche e balli. L'addio a Expo è itinerante, un viaggio musicale e cromatico che cambia di padiglione in padiglione, dalla Slovenia all'Ecuador, dall'Olanda fino al cluster Cereali e Tuberi, con il trait d'union dell'allegria, perché per la malinconia ci sarà tempo da domani.
Poco prima, all'Open Air Theatre, si è svolta la cerimonia di chiusura ufficiale, con il grande coro composto da sei ensemble: S. Ilario di Rovereto, Brianza di Missaglia, Rifugio Città di Seregno, Coro Femminile Incanto di Corsico, Coro dei Piccoli Cantori di Milano e I ragazzi della Scuola Rinnovata. Mille voci che si sono fuse per rendere ancora più magico il saluto ufficiale all'Esposizione universale. Hanno cantato l'Inno d'Italia, Va' Pensiero e "Nel Blu dipinto di Blu" di Domenico Modugno, brani italianissimi conosciuti in tutto il mondo, con la voce solista della splendida Antonella Ruggero.
Insieme al coro c'è stato anche uno spettacolo di fuochi d'artificio, coloratissimi e coinvolgenti. Alla fine della cerimonia, sulle note (registrate) di Nino Rota e Domenico Modugno, andando verso il Decumano gli spettatori hanno incontrato anche la Banda della Polizia di Stato, diretta dal Maestro Maurizio Billi, composta da 105 elementi provenienti dai più famosi conservatori d'Italia. Ascoltando le marcette intonate dalla banda, ammirando gli ultimi fuochi d'artificio e i palloncini colorati alti nel cielo, una cosa è chiara: se lo scopo di tutte le Esposizioni, da Londra 1851, è stato anche e soprattutto quello di stupire, questa Expo non ha deluso le aspettative e lo spettacolo finale lo ha confermato. La voglia di stare insieme, le feste e anche i nasi all'insù sono lì a ricordarlo. In attesa di Dubai 2020. (Ilaria Liberatore – www.ansa.it).
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