AZIENDE E PRODOTTI
Latte & derivati: domanda mondiale in aumento

Export positivo, ma meno che in passato. Ma i consumi interni stentano a riprendere.

Il latte è il motore delle economie agroalimentari di tutto il mondo: tra produzione e trasformazione coinvolge 750 milioni di persone e la domanda è in forte crescita. Anche in Italia l‘industria del latte è al primo posto nel settore alimentare e la sua filiera dà lavoro a oltre 100.000 famiglie. Ma nel 2014 la crescita dell’export rallenta e i consumi interni fanno fatica a ripartire.

L‘avanzata dei formaggi italiani sulle strade del mondo continua a passo sostenuto, ma nel 2014 ha rallentato in velocità rispetto al recente passato. E‘ questo il messaggio lanciato dalle imprese lattiero-casearie italiane riunite a Roma in occasione dell’assemblea annuale di Assolatte, che quest’anno festeggia con l’occasione il suo 70esimo anno di attività al fianco degli operatori italiani.

EXPORT

Sul fronte dell’export il 2014 è stato positivo: dall’Italia sono partite per l‘estero oltre 330.000 tonnellate di formaggi per un fatturato che ha sfondato il tetto dei 2,5 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita del 3,3% a volume e del 5% a valore rispetto al 2013. In pratica, oggi quasi 1 formaggio su 3 prodotto in Italia viene venduto all’estero.

“Sono risultati significativi, che confermano un trend di crescita in atto da anni, ma sono meno brillanti rispetto agli scorsi anni, nonostante gli sforzi dei nostri produttori, impegnati a consolidare i mercati storici e a creare nuovi sbocchi commerciali per i formaggi italiani, tanto apprezzati e ambiti in tutto il mondo – ha dichiarato Adriano Hribal, consigliere delegato della presidenza di Assolatte – D’altronde puntare sull’export è una via obbligata per riuscire a collocare una produzione casearia tornata a crescere nel 2014 e per bilanciare, almeno in parte, le perdite registrate in Italia. Infatti la crisi dei consumi nazionali di prodotti lattiero-caseari sta spingendo le imprese del settore a combattere per ritagliarsi uno spazio maggiore sui mercati esteri, che dimostrano ancora un crescente interesse per i nostri prodotti“.

La maggior parte delle vendite di formaggi all’estero viene realizzata nei mercati storici e vicini: la Francia e la Germania si confermano, anno dopo anno, i nostri migliori clienti poiché assorbono, da sole, il 35% delle nostre esportazioni. Inoltre in questi due Paesi la domanda di latticini italiani mostra ancora tassi di crescita: nel 2014 l’export caseario italiano ha segnato un +4,3% in Francia e in Germania un +6,5%.

Quanto ai mercati più lontani “partecipiamo ai tavoli di lavoro per gli accordi commerciali con i grandi Paesi del mondo – ha aggiunto Hribal – Bisogna andare avanti e insistere nelle discussioni per chiudere accordi di libero scambio. La caduta delle barriere non tariffarie e la riduzione della burocrazia sono obiettivi fondamentali per far aumentare le nostre esportazioni, contrastando così il falso made in Italy che prolifera nel mondo”.

Il 2015 si è aperto con buone notizie dal fronte export, con la forte crescita di Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+10%), Gorgonzola (+12%), pecorino (+16%) e mozzarella (+8%).


PRODUZIONE E CONSUMI NAZIONALI

Nel 2014 il comparto lattiero-caseario italiano ha registrato un‘inversione di tendenza. La maggiore disponibilità di latte (+3%) ha permesso alle imprese lattiero-casearie di far lavorare gli impianti a pieno ritmo e così, dopo anni di ininterrotta flessione, il fatturato e la produzione del settore hanno ripreso a crescere. Complessivamente, nel 2014 dagli stabilimenti italiani sono usciti 2,5 milioni di tonnellate di latte da bere, oltre 1 milione di tonnellate di formaggio, 160.000 tonnellate di burro e 200.000 tonnellate di yogurt.

Però l’accresciuta offerta di latte, yogurt, burro e formaggi non ha determinato un aumento degli acquisti da parte degli italiani. Anzi. Nel 2014 le vendite di prodotti lattiero-caseari hanno registrato un ulteriore calo, che si somma a quello registrato negli anni precedenti. Complessivamente, tra 2011 e 2014, la spesa destinata all’acquisto dei latte e formaggi è crollata del 12%.

“Purtroppo non riteniamo possibile un’inversione di tendenza nel corso del 2015 – ha commentato Hribal – perché i consumatori si fanno sempre più attenti a quel che comprano. Quest‘alleggerimento del carrello della spesa sembra più strutturale che congiunturale e sta penalizzando anche i prodotti lattiero-caseari, da sempre espressione di un ottimo rapporto qualità/prezzo“.

L’aumento produttivo registrato nel 2014 ha riguardato soprattutto i formaggi Dop, che hanno sfiorato le 500mila tonnellate, con un aumento del 3% circa sui livelli del 2013. All’interno di questo segmento, gli incrementi più importanti in quantità sono stati messi a segno da Grana Padano e Gorgonzola (+6%). Anche i volumi di Montasio e Piave sono aumentati in modo significativo (+13%), mentre sono stati registrati incrementi più contenuti per il Taleggio (+3%) e la Mozzarella di Bufala Campana (+2%). Stabili o in leggera diminuzione i volumi degli altri formaggi, compresa la mozzarella, che comunque si conferma ancora una volta la regina dei formaggi italiani.


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