L’acquavite simbolo del Made in Italy entra nel Registro internazionale delle denominazioni di origine. Ora AssoDistil punta sui Consorzi di tutela.
L’IG Grappa si riconferma il distillato italiano per eccellenza. Non lo dicono soltanto i numeri, ma gli ultimi riconoscimenti che l’acquavite simbolo del Made in Italy ha conquistato.
Lo ha sottolineato AssoDistil, l’associazione nazionale dei distillatori, in occasione dell’assemblea annuale appena conclusasi a Roma.
Da registrare anche il grande successo pochi giorni fa con l’inserimento dell’IG Grappa nel Registro internazionale delle denominazioni di origine, tenuto da Wipo, l’Organizzazione mondiale della Proprietà Intellettuale. L’ammissione del distillato in questo albo speciale stabilisce una particolare tutela contro qualsiasi tentativo di imitazione nei Paesi firmatari dell’accordo di Lisbona.
“Un riconoscimento che ci inorgoglisce – ha affermato Cesare Mazzetti, presidente del Comitato Nazionale Acquaviti – e dimostra che è tempo di rafforzare la tutela di questa eccellenza del nostro agroalimentare messa a rischio da tentativi di contraffazione, attraverso l’istituzione di adeguati strumenti normativi e aggregativi”.
A tale scopo, AssoDistil ritiene essenziale la creazione di Consorzi di tutela per le bevande spiritose, composti da operatori rappresentativi della filiera, in grado di gestire disciplinari, contrastare le frodi e promuovere il prodotto.
Perché ci sia il riconoscimento del Consorzi per le IG degli “spirits” occorre, però, una chiara previsione di legge. Infatti, nel Collegato Agricoltura, approvato al Senato e ora in seconda lettura alla Camera, è contenuta una disposizione che prevede la possibilità per il Mipaaf di riconoscere Consorzi di tutela per ciascuna bevanda spiritosa a Indicazione geografica.
Intanto, il 2014 ha mostrato alcuni segnali positivi: la produzione del distillato è cresciuta del 2,4 per cento (85 mila ettanidri), rispetto al 2013, anche se sul fronte dei consumi interni le vendite hanno registrato una diminuzione dell’1,5 per cento.
I dati mostrano che la Grappa si conferma il distillato nazionale preferito dagli italiani. Nell’export, la grappa imbottigliata ha ritrovato stabilità, dopo anni di riduzione a due cifre. Tuttavia, soltanto il 20 per cento della produzione è venduta all’estero, soprattutto in Germania, Svizzera, Austria e Stati Uniti.
Ci sono ampi margini di miglioramento e l’interesse per la Grappa, emerso a Expo, lo conferma e induce il settore a ben sperare per il futuro. (www.egnews.it)
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