Tra i partner del progetto europeo, che studia un sistema di analisi dei mangimi capace di rivelarne la composizione qualitativa e quantitativa, c'è Agricoltura e Vita Associazione. Il presidente Scanavino: "Rappresenta un marchio di tutela e certificazione che oggi non esiste, utile per la lotta alla contraffazione e all'italian sounding". Ai lavori è intervenuto il vicepresidente nazionale Alessandro Mastrocinque.
Ottenere un sistema di analisi dei mangimi capace di rivelarne la composizione sia qualitativa che quantitativa: è questo l'obiettivo della ricerca europea "FeedCode".
La presentazione dei risultati finora raggiunti si è tenuta il 26 novembre a Roma, nella sede della Cia nazionale, con una giornata dimostrativa organizzata da Agricoltura è Vita, l'ente per la Formazione e la Ricerca promosso dalla Confederazione, partner del progetto Ue insieme a: Consorzio del Parmigiano Reggiano, Mediterranea Biotech, Consiglio Nazionale delle Ricerche-IBBA, Labor srl, Università di Euvora, Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori-CEJA, AMG, ARC, FAI, TI.
Da un punto di vista tecnico, è stato spiegato durante la presentazione, "FeedCode" ha ottenuto i risultati prefissati e rappresenta un sistema di analisi della composizione dei mangimi più valido di quelli finora adottati. Infatti, rispetto all'analisi al microscopio ottico o a quella bromatologica, è maggiormente in grado di individuare le singole componenti, dichiarate o no, e di stabilirne un valore quantitativo più preciso nell'ambito che va dall'1% al 10% in peso. Fornisce dati più riproducibili e analizza più campioni. Può essere convenientemente utilizzato per analizzare la purezza della materie prime in entrata e, cosa non realizzata nel progetto, può pure determinare la presenza di componenti di origine animale.
"FeedCode" si avvale di un'analisi combinata tra una parte di screening qualitativo (profiling) di tutti gli ingredienti presenti nel mangime, dichiarati o meno, e un saggio quantitativo che riguarda quelli presenti in minor quantità percentuale, da 1% a 10%. La piattaforma è espandibile sia per il numero delle specie che per il livello di analisi quantitativa.
"FeedCode rappresenta un marchio di tutela e di certificazione dei mangimi, che oggi non esiste -ha spiegato il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino, che ha fortemente sostenuto la partecipazione a questo progetto Ue- al fine della valorizzazione dei prodotti agroalimentari e della lotta alla contraffazione e all'italian sounding".
"Questi progetti sono particolarmente utili all'attività d'impresa in agricoltura -ha sottolineato nel suo intervento ai lavori il vicepresidente nazionale della Cia, Alessandro Mastrocinque- perché rendono trasparenti i rapporti tra i soggetti della filiera zootecnica. Confermiamo quindi l'interesse e l'impegno della Confederazione affinché gli agricoltori possano svolgere il loro ruolo in modo innovativo e a costi contenuti". (www.cia.it)
ASA Press / Le notizie di oggi