Presentato sondaggio a Expo su etichette e filiera casearia

Il 95% degli italiani ritiene "importante" che sui prodotti alimentari vi sia l'etichetta ma di questi solo il 18% la legge integralmente. Lo ha accertato un sondaggio elaborato dall'Osservatorio permanente sulla Filiera italiana del Latte, i cui risultati sono stati illustrati a Expo nell'ambito del convegno "Etichettatura, tutela, sicurezza ed educazione alimentare", organizzato da Granarolo.

Secondo il sondaggio, le informazioni su cui si concentra maggiormente l'attenzione dei consumatori sono soprattutto la data di scadenza (63%), gli ingredienti (50%), la loro provenienza (49%) e l'eventuale presenza di sostanze dannose alla salute (37%). Una percentuale importante (48%) considera le etichette poco chiare, ma la quasi totalità ritiene importante avere una filiera agroalimentare controllata e afferma di conoscere il significato delle certificazioni europee più comuni (D.O.P., D.O.C., D.O.C.G.).

L'84% è "sfavorevole" all'uso del latte in polvere per la produzione di formaggi, e il 64% afferma di sapere che in Italia è vietato usarlo. Un consumatore su due afferma poi di sapere quale sia la differenza tra un latte standard, uno di alta qualità e uno biologico. Nessuno degli intervistati conosce con esattezza il significato della dicitura "leggero/light" (che identifica un prodotto che contiene il 30% in meno di grassi rispetto al prodotto di riferimento). Infine, solo metà conosce la differenza tra data di scadenza e termine di conservazione.

L'indagine evidenzia poi che in Italia solo un consumatore su due conosce esattamente il significato di "Made in Italy" riferito all'agroalimentare. Il 31% ritiene erroneamente che la dicitura si riferisca all'origine italiana delle materie prime (mentre significa prodotto in Italia ma non necessariamente con materie prime italiane). Il 73% dichiara di essere disposto a spendere di più per avere la certezza dell'origine e della provenienza italiana. (www.ansa.it)