AZIENDE E PRODOTTI
La canapa passa al contrattacco. Da fumare, ma anche da mangiare

In Parlamento si riaccende la discussione sulla legalizzazione della cannabis, ma la canapa sta rinascendo sul nostro territorio: oltre alla marijuana, da questa pianta vengono anche alimenti, cosmetici, tessili e persino materiali edilizi rigorosamente bio

Gli addetti ai lavori la definiscono il "maiale della botanica", dato che della canapa non si butta via nulla. Eppure anni di proibizionismo l’hanno bandita dai campi italiani. Adesso, mentre in Parlamento si riaccende la discussione sulla legalizzazione della cannabis, la canapa sta rinascendo sul nostro territorio, grazie alla sua versatilità ed alla riscoperta delle sue molteplici proprietà. Oltre ad avere vari utilizzi la canapa è perfettamente bio-compatibile, visto che la sua coltivazione non richiede pesticidi e altri fertilizzanti. E può essere ripetuta illimitatamente sullo stesso terreno dal momento che non lo impoverisce, ma anzi bonifica e ammorbidisce la struttura dei terreni.  

Per l ’ Italia più che di una scoperta, si tratta di una riscoperta, visto che fino ad alcuni decenni fa il nostro paese era il secondo produttore mondiale di canapa. Prima dell'avvento del proibizionismo della cannabis la pianta era diffusa nel mondo come materia prima per la produzione di carta. Verso la metà del ‘900 la coltivazione andò in crisi per la concorrenza del cotone e delle fibre sintetiche. Nel 1975, quando fu inasprito il divieto della coltivazione della canapa indiana Cannabis indica e nello stesso tempo messe in atto severe normative per la canapa tessile, il settore fu del tutto abbandonato. Questa pianta è una vera risorsa, da cui non si ricava solo marijuana, ma alimenti, cosmetici, tessili e persino materiali edilizi rigorosamente biologici. 

Per quanto riguarda l’alimentazione i prodotti principali solo olio e farina. Il primo ha un rapporto ottimale tra omega 3 e 6, abbassa il colesterolo, ha proprietà antinfiammatorie, quindi fa bene a gastrite e articolazioni. La farina non contiene glutine ed è ricca di fibre e sali minerali.  

Il sapore? Quello della farina è molto forte, simile all’integrale. Viene sempre miscelata con una percentuale che oscilla fra il 7 e il 15%. Il pane è fragrante e mantiene la sua freschezza anche per una settimana. Pure l’olio va miscelato all’extravergine d’oliva se lo si usa per condire perché ha un sapore pronunciato ma molto gradevole, tendente alla nocciola. Questi prodotti vantano inoltre delle proprietà terapeutiche: l’uso quotidiano dell’olio di canapa fa diminuire rapidamente gli eccessivi livelli nel sangue di colesterolo cattivo, previene l’arteriosclerosi ed altre malattie cardiovascolari perché evita l’accumulo di grasso nelle arterie. Viene usato per la prevenzione e la cura dell’artrosi e dell’artrosi reumatoide. E’ utile nella cura di malattie asmatiche, per la menopausa e inoltre combatte deficit della memoria, problemi di apprendimento e depressione. Anche la pelle ne può trarre giovamento, sia a livello curativo (è ottimo contro eczemi, dermatiti, micosi, psoriasi e acne) che estetico, poiché idrata, protegge la pelle dai fattori esterni che causano l’invecchiamento, dona morbidezza ed elasticità combattendo il deterioramento. 

Non solo alimenti basici ma anche leccornie. La cioccolateria Dolcevita di Jesi (Ancona)produce da qualche mese tavolette di cioccolato, spalmabili, praline, snack con olio e semi di canapa. “Un connubio vincente su cui stiamo puntando molto”, afferma il titolare Luigi Loscalzo. 

Nei mille impieghi di questa pianta non manca certo quello tessile. La stilista Francesca Tronca sognava di produrre abiti in canapa fin da piccola, quando la madre la coltivava. “Dal 2013 faccio vestiti al 100% canapa", racconta. Le caratteristiche del tessuto sono uniche: protegge dai raggi ultravioletti e dalle cariche elettrostatiche, è caldo d’inverno e leggero d’estate, è igroscopico, non assorbe gli odori, coccola un po’ come la lana ma è vegetale e poi veste in modo particolare. Purtroppo la fibra in Italia non c’è ancora, mancano i filati ossia l’anello dal campo all’ottenimento della fibra, in Italia nessuno lo fa. Io la acquisto da un fornitore che la importa dalla Moldavia e la fa tessere in Italia. Nei paesi dell’est non hanno mai smesso di coltivarla, noi abbiamo avuto il problema del proibizionismo, loro no”.  

Altro impiego dai grandi vantaggi è nella bio-edilizia: la canapa è in primis un ottimo isolante termo–acustico, alta traspirabilità, protezione da muffe e insetti, ottimo contro gli incendi, leggero e ricco di silice. Ma soprattutto è un materiale “carbon negative”, che sintetizza il carbonio e riduce le emissioni di CO2 nell’atmosfera; quindi rende gli ambienti in cui è applicata più salubri ed abbatte anche le emissioni inquinanti del processo edilizio. 

“La canapa serve a produrre praticamente qualunque cosa - sottolinea Giuseppe Nicosia di Sicilcanapa – è un pianta da cui si ricava tutto. E’ l’unico seme ad avere il 24% di proteine nobili, è il più completo degli aminoacidi, come se mangiassi della carne, quindi soddisfa in pieno il fabbisogno dei vegani. Inoltre innalza le difese immunitarie. C’è qualcosa di incredibile in questo seme e dobbiamo farlo conoscere a più persone possibile”. 

Dove si trovano i prodotti figli della canapa? In erboristerie, botteghe, parafarmacie e su internet. Unico neo, costano ancora troppo: l’olio è intorno ai 30 euro al litro, la pasta 2,50 euro per mezzo chilo. Prezzi che tenderanno ad abbassarsi, affermano i produttori, con l‘aumento della produzione. 

(Marilena Vinci - www.lastampa.it)

 



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