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ASPETTANDO
EXPO 2015
A cura di Enza
Bettelli
Olio extravergine d’oliva Laghi Lombardi DOP
Al primo sguardo la zona dei laghi prealpini lombardi
potrebbe sembrare poco favorevole all’olivo, mentre è vero
il contrario, grazie proprio all’acqua dei laghi che, trattenendo
il calore e liberando allo stesso tempo umidità, crea le condizioni
per un microclima ideale per questo tipo di coltivazione. Le caratteristiche
del territorio, molto fertile e di origine morenica, erano ben note agli
antichi, che impiantarono uliveti già in età preromana e
poi fino all’avvento dell’epoca industriale, quando gli olivi
vennero soppiantati da fabbriche e stabilimenti o sostituiti da coltivazioni
meno delicate.
Nel corso dei secoli la produzione dell’olio lombardo ha subito
vicende alterne, inizialmente perché non era utilizzato per scopi
alimentari, poi riportato in auge dai monaci Benedettini nel 1500 per
regredire di nuovo a causa delle pesanti tassazioni imposte durante il
dominio spagnolo. Oggi si produce ancora un olio di grande qualità,
ma purtroppo in quantitativi troppo limitati per soddisfare tutte le richieste
e rimane quindi un prodotto di nicchia. Infatti, la quantità media
di olio prodotto per esempio sul Sebino è di circa 1600 quintali
l'anno.
L’area
geografica interessata dalla DOP include il Lago di Como (o Lario) e il
Lago d’Iseo (o Sebino). Il lago di Como, famoso anche per aver ispirato
il capolavoro di Alessandro Manzoni I Promessi Sposi, è sempre
stato un punto strategico di comunicazione tra la Pianura Padana e i territori
a Nord, tanto che i Romani vi costruirono una strada, l’attuale
Regina, poi riaperta dai Longobardi. Le montagne che circondano il lago
ne accentuano la bellezza mentre le sponde sono un susseguirsi di magnifiche
ville e parchi che si alternano a caratteristici paesini, boschi, pascoli
e perfino rocce imponenti. Tanta bellezza si può ammirare percorrendo
il lago in battello o sorvolandolo con un piccolo idrovolante noleggiato
presso l’Aereo Club di Como o visitando i parchi naturali con cui
confina: il Parco Piano di Spagna, tra la punta a Nord e il laghetto di
Mettola, il Parco Regionale Monte Barro tra Lecco e il Lago di Annone,
e a Nord Ovest con la Riserva Naturale Lago di Piano. Di grande interesse
anche l’Osservatorio Ornitologico di Arosio della FEIN Fondazione
Europea Antonio Bana per la ricerca ornitologica sulle migrazioni e per
la tutela dell’ambiente.
E non è da meno il Lago d’Iseo, il cui centro è impreziosito
da Monte Isola, che ha a Nord Est la Riserva Naturale Piramidi di Zone
e a Sud confina con la Franciacorta, un territorio di vini eccellenti
e con la Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, un’oasi naturalistica
unica nel suo genere.
IL CONSORZIO E LA DOP
L’olio dei Laghi Lombardi ha ottenuto la DOP nel 1997 ma il Consorzio
per la tutela e il controllo nasce nel 1999. Il Consorzio, che è
volontario, è costituito da oltre 60 associati tra produttori,
imbottigliatori, frantoiani e confezionatori e la sua attività
è regolata da un disciplinare di produzione per le due sottodenominazioni
Sebino e Lario, che devono essere indicate in etichetta.
La Sebino si riferisce all’olio prodotto nella zona in prossimità
del Lago d’Iseo in circa 50 comuni equamente distribuiti tra le
province di Brescia e di Bergamo. L’olio del Lario è invece
prodotto in prossimità del lago di Como, con le aziende suddivise
tra la provincia di Como (oltre 30) e quella di Lecco (una dozzina).
La Denominazione di Origine Protetta Laghi Lombardi Sebino è riservata
all’olio extravergine di oliva ottenuto da olive Leccino in misura
non inferiore al 40%; Frantoio, Casaliva, Pendolino e Sbresa, da solo
o congiuntamente, in misura non superiore al 60%. Possono, altresì,
concorrere altre varietà presenti negli oliveti in misura non superiore
al 20%.
La DOP Laghi Lombardi Lario si riferisce invece all’olio extravergine
di oliva ottenuto dalle seguenti
varietà di olivo, da sole o congiuntamente: Frantoio, Casaliva
e Leccino in misura non inferiore all’80%. Possono, altresì,
concorrere altre varietà presenti negli oliveti in misura non superiore
al 20%.
LE CARATTERISTICHE DELL’OLIO
La raccolta delle olive deve essere effettuata entro il 15 gennaio di
ogni anno, anche se molte aziende preferiscono anticiparla a seconda dell’andamento
della stagione (quest’anno intorno a metà novembre), e la
produzione massima di olive non può superare i 5000 kg per ettaro
per gli impianti intensivi. La resa massima delle olive in olio non può
superare il 19 % e va riportata entro questi limiti nel caso di annate
eccezionalmente favorevoli.
Infine, la raccolta deve avvenire direttamente dalla pianta a mano o con
mezzi meccanici e le olive vanno frante entro 3 giorni al massimo dalla
raccolta e solo con processi meccanici e fisici che non ne alterino le
caratteristiche qualitative.
Il 2010 è stata un’annata molto buona per le olive in generale
e quindi anche per la DOP Laghi Lombardi. In ogni caso l’olio extravergine
di entrambe le sottodenominazioni, Lario e Sebino, deve avere colore verde-giallo,
con odore leggermente fruttato e gusto ugualmente fruttato con una sensazione
appena accennata di amaro e piccante. Queste sue caratteristiche rendono
il suo gusto particolarmente leggero e delicato, tale da non coprire quello
delle pietanze che condisce. Si abbina quindi molto bene con gli antipasti
e con i piatti a base di pesce, ma è perfetto anche per le preparazioni
di pasticceria.
LA GASTRONOMIA DEL TERRITORIO
La
Lombardia è una delle regioni più ricche di prodotti agroalimentari
di qualità. Nel territorio della DOP Laghi Lombardi troviamo molti
interessanti formaggi, come Taleggio, Quartirolo, Gorgonzola e Quartirolo,
tutti DOP, oltre agli ugualmente ottimi caprini, formaggelle, Strachitunt
e il Branzi del Lago d’Iseo. Ugualmente ricco l’assortimento
di salumi come prosciutto crudo, salame mantovano, cotechini, mortadella
di fegato, pancetta e gli specialissimi salamini di capra, cavallo e cervo
tipici del comasco oltre al salame Brianza DOP.
La gastronomia tradizionale, pur essendo povera offre una grande varietà
di ingredienti che si discosta dallo standard della cucina del Nord Italia,
anche perché l’olio d’oliva sostituisce spesso il burro.
Vengono infatti utilizzati riso, mais, patate, i cosidetti cereali minori
(miglio, orzo, segale, avena), grano saraceno e castagne oltre agli ortaggi
e alle erbe selvatiche aggiunte a minestre e zuppe. In alternativa alla
polenta e al riso ci sono i casonsei, ravioli leggermente agrodolci.
Le carni sono soprattutto bianche o di selvaggina mentre è ovviamente
ricca la presenza del pesce di acqua dolce. Come gli agoni che, sapientemente
salati ed essiccati all’aria aperta, diventano missoltini, il prodotto
più tipico del comasco, serviti poi arrostiti sulla piastra o in
umido. Sono sempre accompagnati dalla polenta che è diffusissima
in tutto questo territorio e che una volta sostituiva il pane perfino
con salumi e formaggi.
Ugualmente tipico il pesce persico che viene servito in padella o con
il risotto, a volte sostituito dal lavarello. Altri pesci che sono alla
base dei piatti tradizionali del territorio sono la trota, l’alborella,
il luccio e la tinca che sul lago d’Iseo viene servita farcita e
irrorata abbondantemente di burro, secondo un’antica ricetta.
Pochi invece i dolci che sono soprattutto la putizza, una specie di focaccia,
e le frittelle (paradel) preparate con la buona frutta locale.
E naturalmente dall’antipasto al dolce l’accompagnamento d’obbligo
e con gli eccellenti vini DOC e DOCG della Franciacorta.
IL RISOTTO CON IL PESCE PERSICO
Il pesce persico è
sempre stato molto abbondante nei Laghi Lombardi che ospitavano la varietà
più pregiata, cioè il Perca fluvialis o persico reale, già
molto apprezzato dai Romani. La preparazione più tipica è
la frittura, dopo aver accuratamente sfilettato e infarinato i pesci per
farli poi dorare a fuoco basso con abbondante burro e foglioline di salvia.
I filetti si servono come pietanza ma la preparazione più tipica
è l’accompagnamento con il risotto bianco, preparato nel
modo tradizionale con soffritto di cipolla, poco vino e brodo vegetale.
I filetti, cotti a parte ma contemporaneamente al riso perché non
si raffreddino, vengono infine adagiati sul risotto e serviti subito.
E’ un delizioso piatto unico che a volte viene reso più ricco,
anche se perde parte della sua delicatezza, friggendo i filetti come cotolette,
cioè dopo averli passati nell’uovo battuto oltre che nella
farina.
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