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LA
VITA DELLA VITE
A cura di Marco
Tonni [tonni@asa-press.com]
Biopass: il progetto nazionale per la biodiversità
Sata Studio Agronomico da molti anni si
occupa di sostenibilità e di valorizzazione degli sforzi delle
Aziende vitivinicole virtuose.
BIOPASS è l’ultima, in ordine di tempo, di tante iniziative
e attività rivolte a migliorare le strategie agronomiche e la qualità
dei prodotti e a diminuire gli impatti ambientali.
Vediamo insieme quale percorso “storico” ha portato un nutrito
gruppo di Aziende virtuose ad approcciare questa attività, che
parla di Biodiversità, Paesaggio, Ambiente, Suolo e sostenibilità
Sociale, e che verrà presentata al convegno ufficiale dell’Informatore
Agrario al prossimo Vinitaly 2015, martedì 24 marzo alle 9,30.
Le premesse
L’impiego di fitofarmaci a basso impatto e le pratiche scrupolose
nella loro manipolazione e distribuzione sono stati i primi diktat che,
da vent’anni, ci siamo imposti di divulgare tra le Aziende, consapevoli
che queste scelte siano tra le prime e più importanti verso una
diminuzione dell’impatto ambientale e del rischio per gli operatori
e gli astanti.
Un esempio rappresentativo e che ci piace ricordare è stato il
bando del Mancozeb e di tutti i Ditiocarbammati dai nostri piani di lotta
prima che lo facesse qualsiasi altro Ente, disciplinare o bollettino in
Italia (e nel Mondo), perché ritenevamo che fosse una famiglia
di prodotti troppo dannosa per l’ambiente e la salute. Le nostre
posizioni intransigenti ci fruttarono non poche critiche e pressioni,
soprattutto da parte di chi difendeva (e difende) queste molecole per
interessi commerciali (e quali altri interessi potrebbero esserci?). Chi
di noi aveva incarichi di interesse territoriale si è dovuto confrontare
più volte con sollecitazioni esterne a fare passi indietro in quanto
scritto nelle comunicazioni pubbliche, e alle nostre Aziende è
stato sovente instillato il dubbio che la nostra consulenza fosse inadeguata
poiché si suggeriva di eliminare prodotti così “efficaci”,
economici e presenti da decenni sul mercato. Poi, con gli anni, tutti
i disciplinari a ogni livello hanno dapprima ridotto e poi sovente eliminato
le autorizzazioni all’uso dei Ditiocarbammati, ed infine è
giunta la riclassificazione tossicologica a sancire definitivamente che
queste sono molecole particolarmente tossiche. Tra i principali vantaggi
che ci sentiamo di poter rivendicare per le Aziende che hanno creduto
in questo percorso, vi sono non solo i minori rischi corsi dagli operatori,
ma anche la migliore preparazione tecnica necessaria a soddisfare l’esigenza
di utilizzare molecole alternative e meno impattanti, che ha portato le
Aziende ed i loro responsabili a crescere professionalmente con l’idea
che la difesa va fatta in modo scrupoloso, con la massima attenzione all’ambiente
e alla salute, prima di tutto.
Con una preparazione tecnica qualitativa, il risultato (il successo della
linea di lotta alle avversità) viene da sé, quasi a prescindere
dal fitofarmaco, perché per difendersi in modo sostenibile dalle
infezioni non significa amputare, bensì utilizzare scrupolosamente
il bisturi.
All’aumentare di questa consapevolezza è cresciuta con il
tempo nel pensiero dei responsabili aziendali, come logica e naturale
conseguenza, l’idea sempre più forte che si deve fare di
tutto per essere sostenibili in ogni passo che facciamo.
Così è stato professionalmente stimolante e umanamente di
soddisfazione condividere ad esempio progetti di riduzione dell’impatto
ambientale attraverso il calcolo dell’impronta carbonica (Ita.Ca®,
Italian Wine Carbon Calculator), approntare e utilizzare sistemi per misurare
il livello di efficienza operativa e della sostenibilità aziendale
(GEAvite®, Gestione dell’Efficienza e della sostenibilità
Aziendale) per mostrare all’azienda i limiti tecnici e di impatto
della propria filiera, o promuovere l’utilizzo sempre più
consapevole dei concimi organici in modo da stimolare la vitalità
e al fertilità del suolo.
Biopass: dall’idea all’esperienza
Ultimo in ordine di tempo, ma non di importanza, arriva il lavoro sulla
misura, salvaguardia e sviluppo della biodiversità in viticoltura.
La salvaguardia e lo sviluppo della biodiversità sono di eccezionale
importanza per la sostenibilità della nostra filiera, per una più
matura consapevolezza nelle nostre scelte e per le opportunità
comunicative che offrono.
Tuttavia, valutare la sostenibilità e, al suo interno, la biodiversità,
può essere opera lodevole ma dispersiva, se effettuata a prescindere
da obbiettivi precisi. A puro titolo di esempio, basti ricordare che Feld
et al. (2009), analizzando la letteratura scientifica dal 1994 al 2007
presente nel Science Citation Index Expanded, hanno riscontrato 617 lavori
che coprono 531 possibili indicatori di biodiversità.
Abbiamo ritenuto pertanto opportuno focalizzare alcuni aspetti di indagine
sulla biodiversità che siano fondamentalmente pratici, che possano
fornire informazioni utili alle scelte agronomiche e che diano un riscontro
efficace sulla situazione aziendale, concentrandoci in particolare sul
suolo.
Questa scelta si deve al fatto che il suolo, oltre che essere ritenuto
un indicatore di elevata qualità della biodiversità e della
salubrità dell’ambiente, è il luogo che accoglie le
radici e quindi in termini agronomici una buona condizione del suolo consente
una ottimale attività radicale e permette di avere le premesse
per piante efficienti ed in salute e per uve di qualità.
Per questo, si è scelto di operare indagini che fornissero all’Azienda
elementi di valutazione ragionevolmente veloci da rilevare e al contempo
estremamente indicativi della ricchezza biologica degli ambienti e della
qualità di alcune pratiche agronomiche, con l’obbiettivo
di ottenere conferme o piuttosto informazioni utili alla definizione di
nuove strategie agronomiche e gestionali. Abbiamo controllato la quantità
e qualità di organismi viventi nel suolo (microartropodi e micorrize)
e di lombrichi, la biodiversità strutturale (quali sono i luoghi
che creano biodiversità in azienda), lo stato fisco e strutturale
del suolo e la sua compattezza, e quindi la sua capacità di accogliere
le radici in un ambiente dove esse possano funzionare in modo efficiente),
la qualità dei comportamenti aziendali per la sostenibilità,
i livelli di Rame nei terreni, in alcuni casi anche i cromatogrammi.
Costruendo nel tempo un percorso di rilevazioni, si può ottenere
un quadro della situazione dell’Azienda e dei suoi vigneti che,
se adeguatamente interpretato, può portare benefici significativi
per le strategie produttive, per l’analisi delle correlazioni con
gli aspetti qualitativi delle uve e dei vini, per il sostegno della conservazione
e valorizzazione del proprio ambiente, senza rinunciare alle opportunità
comunicative verso l’esterno.
Le valutazioni fatte a seguito dei rilievi condotti in Azienda, possono
incentivare riflessioni e offrire occasione di innovazione e crescita
tecnica, professionale e di immagine.
Il convegno
Martedì 24 marzo, DURANTE il prossimo Vinitaly, grazie all’Informatore
Agrario, terremo un convegno per divulgare questi argomenti e illustrare
i risultati del Progetto Nazionale BIOPASS, per lo sviluppo della biodiversità
e della sostenibilità in viticoltura.
BIOPASS è l’acronimo di Biodiversità, Paesaggio, Ambiente,
Suolo e Società, e con le valutazioni realizzate in decine di Aziende
sparse sul territorio nazionale abbiamo voluto monitorare le situazioni
aziendali con particolare riguardo a questi aspetti, così da fornire
all’Azienda una fotografia del proprio livello attuale, in base
alla quale si potranno programmare strategie ecologiche, agronomiche e
operative per migliorare sia il livello della biodiversità aziendale,
che la qualità dello stato fisico e biologico (di vitalità
e fertilità) del suolo, con indubbi vantaggi ambientali e di efficienza
della pianta e quindi di qualità delle uve.
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