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LA
VITA DELLA VITE
A cura di Marco
Tonni [tonni@asa-press.com]
GEA.vite®, Capitolo 7 – Cantina
GEA.vite® è
il Protocollo di autovalutazione per la filiera vitivinicola italiana
messo a punto da Sata Studio Agronomico in collaborazione
con il Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università
degli Studi di Milano.
Periodicamente, in questa sezione di Agronotizie, pubblichiamo una sintetica
spiegazione della struttura di GEA.vite®, prendendo in considerazione
i singoli capitoli che compongono il Questionario e il Protocollo.
La suddivisione in 11 capitoli, per un totale di circa 250 quesiti, consente
di ottenere un approccio globale di filiera, grazie al quale gli addetti
al settore possono trovare utili spunti di riflessione per il miglioramento
in qualsiasi ambito gestionale, dalla campagna alla cantina.
Il Capitolo 7 è stato appositamente dedicato alla valutazione dei
principali aspetti relativi alla gestione della cantina; i quesiti sono
stati, in questo caso, predisposti al fine di ottenere una visione a 360°
del livello di gestione di tutte le fasi, dalla tecnica di vendemmia,
al conferimento in cantina, alla valutazione del processo di vinificazione
e relativi all’ottimizzazione del consumo energetico.
Introduzione alle tematiche trattate
La filiera di
produzione vitivinicola è composta da differenti fasi che vanno
dalla produzione della materia prima uva alla commercializzazione del
vino finito. Di estrema rilevanza, al fine di ottenere un prodotto di
qualità, sulla base degli obiettivi enologici dell’Azienda
e delle esigenze di mercato, risulta inoltre la fase di trasformazione
e cioè tutti i passaggi di vinificazione e confezionamento del
prodotto, nonché relativi al controllo della qualità e del
consumo energetico. Molti sono, in questo caso, i punti critici e gli
aspetti che necessitano di monitoraggio: dalla verifica del trasporto
e della sanità del prodotto in ingresso, all’ottimizzazione
dei processi di lavorazione delle uve, sino al monitoraggio dell’affinamento
e al controllo della pulizia e sanificazione degli ambienti. Questa fase
di filiera rappresenta inoltre la più impattante in termini di
consumi energetici e necessita quindi di attenta valutazione anche in
merito a questo ulteriore aspetto, al fine di razionalizzare al massimo
le operazioni, riducendo i consumi.
Modalità di approccio GEA.vite® (www.geavite.it)
Il Capitolo 7 - “Cantina” del Protocollo GEA.vite® propone
diversi quesiti, corredati, all’interno del Protocollo, da specifiche
trattazioni e indicazioni, nonché da immagini esplicative e bibliografia
per ulteriori approfondimenti.
Nel Capitolo vengono presentati un totale di 39 quesiti, con l’obiettivo
di ottenere una visione completa nella valutazione del livello gestionale
della fase di trasformazione del prodotto da uva a prodotto finito. Essi
sono così ripartiti:
10 dedicati alla valutazione della materia prima in vigneto, alla modalità
di vendemmia e alla ricezione delle uve in cantina;
3 relativi alla valutazione delle operazioni di pressatura o pigia-diraspatura
e monitoraggio della qualità dei mosti;
5 riguardanti lo stato generale e la pulizia di ambienti e attrezzature;
5 relativi ad aspetti concernenti il consumo di energia e all’organizzazione
generale degli spazi;
3 dedicati alla valutazione dei prodotti enologici utilizzati (scelta,
stoccaggio…);
4 relativi al monitoraggio della qualità dei vini finiti e al loro
affinamento e stoccaggio;
3 inerenti l’imbottigliamento (preparazione del vino e modalità);
4 riguardanti il confezionamento e lo smaltimento dei residui;
2 concernenti la fase di immissione del prodotto sul mercato.
All’interno del Questionario, al quale l’Azienda può
accedere dopo aver ottenuto le credenziali necessarie per l’ingresso
al sito www.geavite.it, ciascuna domanda prevede diverse possibilità
di attribuzione di punteggi (da 0 a 4) e, per ciascun punteggio, vengono
codificate le motivazioni di tale attribuzione.
Queste ultime necessitano tuttavia di integrazioni da parte dell’Azienda
a seconda degli specifici casi; è previsto a tal fine uno spazio
“Note” in cui possono essere registrati brevi commenti aggiuntivi
da parte dell’utente.
Il Protocollo riporta per ciascuna domanda un testo integrativo di approfondimento
e relativi riferimenti normativi e bibliografici.
Come già descritto per i precedenti capitoli si ricorda che la
consultazione degli approfondimenti bibliografici risulta essenziale alla
comprensione dettagliata dei concetti descritti; il Protocollo infatti,
pur nella sua completezza, non esaurisce tutte le tematiche di possibile
interesse e riporta quindi una serie di riferimenti aggiuntivi per approfondimenti
ulteriori.
A livello esemplificativo si riportano due esempi:
La complessità della tematica trattata
non consente di entrare nel dettaglio di ogni singola operazione e vengono
quindi proposti uno o più quesiti in corrispondenza di quelle che
vengono reputate le fasi maggiormente critiche e di interesse e, soprattutto,
quelle sulle quali l’Azienda ha più possibilità di
azione. Il processo di autovalutazione consente tuttavia di indirizzare
l’attenzione dell’utente verso i punti più carenti
nella sua gestione e di operare, talvolta tramite semplici e immediati
accorgimenti, talvolta attraverso azioni e interventi più strutturali,
per ottenere miglioramenti identificabili con l’innalzamento dei
punteggi di anno in anno. Si consiglia in tal senso di effettuare valutazioni
comparative tra anni successivi, prendendo come riferimento il primo anno
di applicazione del Porotocollo GEA.vite®.
Al termine della compilazione del questionario on-line, all’Azienda
viene fornita una rappresentazione grafica e scritta della propria condizione
rispetto a valori massimi e minimi ottenibili.
Come descritto per i precedenti capitoli presentati nelle uscite di Agronotizie,
anche per quest’ultimo i punteggi vengono riassunti in due indici:
EQ (Efficienza e qualità) e BIOPASS (Biodiversità, Paesaggio,
Ambiente, Sostenibilità sociale), espressi come percentuale del
massimo potenzialmente conseguibile. Nella valutazione della gestione
del suolo emergono infatti aspetti ambivalenti per i quali la comprensione
dei punti “critici” o dei punti di forza nella gestione devono
essere valutati sulla base di entrambi gli indici.
Ciò permette inoltre una chiara quantificazione del miglioramento
nel tempo e consente di conseguenza di poter comunicare
in maniera consapevole tale miglioramento, sulla base di un’effettiva
variazione della valutazione numerica anno per anno.
(Pubblicato su: http://agronotizie.imagelinenetwork.com/
- 25 agosto 2014)
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