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LA
VITA DELLA VITE
A cura di Marco
Tonni [tonni@asa-press.com]
Il vigneto sommerso
Quest’anno siamo messi proprio male.
Troppo spesso ci si dimentica in fretta degli andamenti climatici che
magari non sono estremi, ma sono pur sempre significativi: così
forse pochi si ricorderanno che in Nord Italia, nel 2008 ci furono da
metà maggio a metà giugno oltre 25 giorni “bagnati”
(con piogge più o meno intense) nel periodo tra metà maggio
e metà giugno.
Tra Aprile, Maggio e Giugno piovvero circa 480 mm in varie zone del Nord,
più o meno equamente ripartiti nei tre mesi. Tutto ciò,
ed in particolare la quota di piogge di giugno, determinò ingentissimi
danni da Peronospora, il patogeno fungino più temuto della vite,
contro il quale ci si può difendere con fitofarmaci sempre più
efficaci e sempre meno impattanti verso l’ambiente, a condizione
però di riuscire a distribuirli in modo tempestivo ed efficace.
E quando piove molto o frequentemente, la probabilità di non riuscire
a farlo è molto alta.
Quest’anno dal primo di Aprile siamo a oltre 350 mm, con circa 35
giorni di pioggia in 55 giorni, ed in particolare 25 negli ultimi 30.
Dal punto di vista della pericolosità degli attacchi, questa diventa
sempre maggiore con il passare del tempo, quindi se non si interrompe
il periodo piovoso al più presto, significa che il peggio deve
ancora venire.
Finora dal punto di vista fitosanitario la situazione ha retto discretamente,
anche se molti sintomi dovranno ancora palesarsi: il freddo anomalo per
la stagione riduce certamente la virulenza e la diffusione della Peronospora,
ma è pur vero che non si tratta di un freddo per essa limitante
(la temperatura minima per lo sviluppo del fungo è intorno ai 10
°C) e, tra l’altro, proprio il freddo ritarda la manifestazione
dei sintomi, allungando il periodo di incubazione (ossia il periodo che
intercorre tra l’infezione ed il manifestarsi del sintomo) e ciò
significa che allo stato attuale certamente siamo in attesa che fioriscano
i danni dovuti ad infezioni già in atto ma non ancora visibili.
Pertanto, dobbiamo purtroppo attenderci la comparsa di danni e perdite
produttive non certo lievi, presumibilmente in buona parte del Nord e
Centro Italia.
Ma forse questo non è l’evento più anomalo di questa
stagione in cui l’Aprile da “ogni giorno un barile”
sembra si sia esteso a tutto Maggio.
I terreni sono inzuppati di acqua e le radici in molte zone viticole sono
a mollo da parecchi mesi, basti pensare che da Gennaio ad oggi abbiamo
accumulato oltre il doppio delle piogge che normalmente cadono in questo
periodo.
Dato che la vite non è propriamente una pianta acquatica, ci si
devono attendere fenomeni poco piacevoli di manifestazioni clorotiche
(ingiallimenti delle foglie e sviluppo stentato, come succede alle Ortensie
quando crescono su terreno non adatto), che potrebbero determinare sofferenze
in fioritura e conseguente minore allegagione (ossia scarso successo della
fecondazione e minor percentuale di fiori che divengono acini).
Nelle zone viticole su terreni particolarmente “vocati” secondo
la concezione classica del termine (terreni sciolti, ossia ricchi di sabbia
e che pertanto sgrondano velocemente l’acqua in eccesso) probabilmente
il fenomeno non si verificherà, ma altrove… chissà.
Già, perché, come per buona parte dei fenomeni naturali,
le previsioni dovute a ipotesi ragionevoli sono talvolta smentite dalla
capacità di adattamento dinamico della Natura e delle sue componenti.
Noi, dal canto nostro, possiamo impegnarci per aiutare le nostre povere
piante con i piedi a mollo a soffrire meno, ad esempio lasciando crescere
l’erba in modo che questa riesca ad assorbire e conseguentemente
a traspirare e disperdere l’acqua il più velocemente possibile.
Tra l’altro, l’erba alta che viene schiacciata al passaggio
dei mezzi, contribuisce ad aumentare la portanza del suolo e ci aiuta
a fare su esso meno danni. Infatti in una stagione così disastrosamente
bagnata, passare sul terreno completamente imbibito causa purtroppo danni
ingenti alla sua struttura e determina un grave compattamento.
Altro problema non trascurabile sono i rischi di deriva per ruscellamento
ed erosione, ad anche in questo caso la presenza dell’erba ci aiuta
e limita i danni potenziali.
Quindi il nostro impegno dev’essere volto come sempre, e sempre
più, ad indirizzare la pianta per aiutarla nel suo difficile compito
di produrre qualità anche quando le condizioni sono limitanti,
ma anche e soprattutto a ridurre il possibile impatto della gestione del
vigneto sull’ambiente.
Speriamo che i nostri vigneti riescano a vincere anche questa battaglia
con la stagione delle piogge monsoniche!
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