LA VITA DELLA VITE

A cura di Marco Tonni [tonni@asa-press.com]


La sostenibilità vicina: dalle parole ai fatti, l’esempio della viticoltura di precisione

Troppo spesso ci troviamo di fronte ad abili strategie di comunicazione che, facendo leva su argomenti affascinanti ma poco conosciuti, trasmettono informazioni artefatte e fuorvianti, senza basi scientifiche ma molto credibili per la qualità con cui vengono esposte.
Greenwashing significa “ricoprire” la propria immagine di termini accattivanti perché si tratta di parole che idealmente richiamano una presunta attenzione ambientale, ma senza una vera sostanza alle spalle nei progetti e nei fatti, tanto da rischiare concretamente di venire smentiti e quindi perdere credibilità.
La sostenibilità è definita dalla World Commission on Environment and Development nel 1987 con questo concetto: “L’umanità ha l’opportunità di rendere sostenibile lo sviluppo, cioè di far sì che esso soddisfi i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la possibilità delle generazioni future di rispondere ai loro”. È indispensabile garantire uno sviluppo economico compatibile con l'equità sociale, in regime di equilibrio ambientale ed in modo da garantire il giusto profitto all’impresa.

Misurare la sostenibilità
Sovente si parla di “sostenibilità” senza riferimenti concreti a cosa sia e come valutarla. Vediamo di seguito quali sono alcune delle strategie aziendali per poter intraprendere un percorso di sostenibilità in viticoltura che sia concreto e quindi misurabile in modo oggettivo, nonché progettuale e quindi migliorativo della situazione aziendale presente. Solo così l’Azienda si garantirà la credibilità verso l’esterno e potrà veramente affermare di lavorare per la sostenibiltà.

Alcuni esempi di azioni sostenibili in viticoltura



L’esempio della viticoltura di precisione
L’osservazione attenta dell’espressione vegetativa di un vigneto, anche attraverso strumenti innovativi come l’interpretazione di immagini in infrarosso, mette in evidenza variabilità spesso importanti ed una correlazione tra caratteristiche delle uve (stato sanitario, livelli di maturazione, aspetti organolettici) ed il livello di sviluppo vegetativo. L’omogeneità delle caratteristiche qualitative delle uve alla raccolta è condizione necessaria per puntare alla qualità del vino. Gli interventi agronomici possono aiutare a conseguire tale uniformità e, tra essi, la fertilizzazione sicuramente gioca un ruolo primario.
Da più di un decennio competenze tecniche in ambiti diversi collaborano tra loro con l’obiettivo di individuare metodi e mezzi utili ad una gestione efficiente ed affidabile della fertilizzazione mirata sulla base delle mappe di vigore. Sono mappe, acquisite con la tecnica dell’infrarosso, che riproducono con diverse tonalità del colore la variabilità del rigoglio vegetativo.
Analizzando la mappa si può capire dove e come fertilizzare differenziando le zone a seconda della vigoria o delle carenze riscontrate. Ma si possono anche approfondire altri aspetti, come ad esempio il monitoraggio delle maturazioni o le vendemmie effettuate in momenti o zone diverse a seconda delle osservazioni sul vigore. Inoltre, la riduzione del rischio di eccessi di vigore permette di ridurre la suscettibilità alla maggior parte dei patogeni.
Tra le diverse tecniche adottate per il rilievo della reale situazione di campo, da terra, da volo aereo, da satellite, abbiamo potuto constatare che le condizioni ideali per un’accessibilità immediata al processo sono consentite dalla fonte satellitare.
Pur risultando infatti tecnicamente equivalenti a quelle prodotte da altre fonti - quali, ad esempio, camere digitali aeromontate, o immagini acquisite da terra, le mappe prodotte da immagini riprese da satellite costituiscono al momento la soluzione più economica ed affidabile, consentendo di riprendere virtualmente dati in ogni parte del globo alle medesime condizioni e con un elevato grado di ripetibilità e confrontabilità.
Una volta acquisita in uno specifico software l’immagine che esprime la variabilità vegetazionale, è quindi possibile tradurre l’informazione in informazioni utili al piano di fertilizzazione. Questa fase è resa possibile con particolare efficienza dalla collaborazione tra operatori, responsabili aziendali, enologi ed agronomi, tesa a valorizzare in primis gli obiettivi fissati in termini di prodotto finito (Donna et al., 2006, 2011, Brancadoro e Failla, 2002)

Le attrezzature disponibili
Al fine di orientare l’azienda ad una scelta compatibile con la propria dimensione e struttura, abbiamo considerato due opportunità fondamentali:

1. La possibilità, per un’azienda di dimensioni contenute, di adattare gli spandiconcime già in dotazione al rispetto delle dosi variabili secondo le mappe acquisite ed elaborate; si possono quindi verificare due ulteriori condizioni:
a. Che sia l’operatore stesso a manovrare l’apporto sulla base di un monitor che indichi la posizione del mezzo e le necessità di nutrizione concordate
b. Che il sistema comandi direttamente il flusso del fertilizzatore attraverso un attuatore elettrico in sostituzione alla leva manuale dello spandiconcime.

2. L’eventualità, per aziende più strutturare ed ampie, di acquisire mezzi spandiconcime automatici ideati per essere interfacciabili direttamente alle mappe. In questo caso la macchina registra temporalmente i parametri di lavoro consentendo, in un secondo tempo, la ricostruzione delle operazioni svolte e quindi la verifica della corretta distribuzione.

Ad esempio, il sistema PF-Viewer di Appleby è costituito semplicemente da un terminale touch screen e da un’antenna GPS, l’operatore viene informato sulla dose da distribuire e manualmente agisce sulla leva dello spandiconcime. Più completo il sistema PF-Spread, simile al Viewer con l’aggiunta di un attuatore elettrico che va a sostituire la leva meccanica dello spandiconcime. In questo caso l’utente deve semplicemente azionare un tasto sul terminale per erogare il fertilizzante, il flusso viene regolato tramite l’attuatore elettrico in modo che la quantità erogata corrisponda alla dose prescritta indipendentemente dalla velocità di avanzamento. E’ evidente che in questo caso si ottiene una distribuzione più precisa e l’operatore è concentrato solo sulla guida del trattore.

Le possibilità applicative e i vantaggi economici: il caso Fertimap®
L’insieme di rilievi, elaborazioni, considerazioni agronomiche e macchine operatrici è stato chiamato Fertimap® e, in base alle esperienze già condotte, riteniamo possa essere il metodo più immediato, facilmente applicabile ed economicamente accessibile anche alle piccole e medie imprese.
Aziende di dimensioni oltre i 15 ettari circa possono infatti considerare l’investimento nelle sue varie possibilità come economicamente conveniente, oltre che vantaggioso per la diminuzione dell’impatto ambientale, come dettagliatamente riportato da Donna et al. (2011).
Per Aziende di dimensioni inferiori, invece, si potrebbe ipotizzare una gestione comune delle attrezzature per abbattere i costi unitari, oppure un servizio di contoterzismo, che comunque sarebbe perfettamente controllabile, grazie ai riscontri permessi dal software proposto.

La nuova frontiera: la distribuzione di fertilizzanti organici con Fertimap®
Come accennato, in un’ottica di sostenibilità diviene essenziale ripensare alla concimazione della vite, proponendo in realtà una “nutrizione del terreno”.
Per questo riteniamo essenziale proporre con decisione l’uso di fertilizzanti organici, come letame maturo o compost da residui vegetali di qualità.
La sostanza organica rappresenta un serbatoio di anidride carbonica, quindi riduce le emissioni di Gas ad effetto serra, ha una disponibilità graduale nel tempo, quindi limita le percolazioni, migliora la struttura del terreno, la sua portanza, il livello di aerazione, riduce l’erosione, riduce gli eccessi di vigore, aumenta la biodiversità, può migliorare anche le caratteristiche dei vini, come in alcuni casi già dimostrato.
Tuttavia, attualmente in commercio non esistono spandiletame e/o spandicompost a rateo variabile, l’unica possibilità per le aziende che utilizzano concime organico come fertilizzante, rimane quella di utilizzare un sistema come il PF-Viewer e agire manualmente sulla distribuzione.
Si sta operando per riuscire a mettere a punto una attrezzatura idonea completamente auomatizzata.

(Marco Tonni, Pierluigi Donna -Testo pubblicato su Millevigne, agosto 2011)

Bibliografia:
BRANCADORO L., FAILLA O. (2002). Un approccio sito-specifico alla coltivazione della vite. L'informatore Agrario, 13.
DOnna p., Dosso p., serina f., usanza v. (2006): Concimazione a dosi variabili in viticoltura. Informatore Agrario, n° 4.
Donna P., Tonni M., Divittini A., Valenti L. (2011): Concimare il vigneto guidati dal satellite. Informatore Agrario n° 22 del 3/6.




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