LA VITA DELLA VITE

A cura di Marco Tonni [tonni@asa-press.com]

Impatto ambientale: dire, fare, misurare, questo è il problema.

Ormai sembra che si dia per scontato che la qualità del vino passa attraverso la qualità dell'uva, così tutti parlano di monitoraggi delle maturazioni, di diradamento, di selezioni clonali, di equilibrio vegeto-produttivo, di tanti elementi fondamentali che passano dal vigneto e determinano, primi fra tutti, la qualità dell'uva e, di conseguenza, del vino.
Si parla (finalmente sempre più spesso!) di impatto ambientale, viticoltura sostenibile, interventi colturali - e non solo trattamenti antiparassitari -, rispettosi dell'ambiente.
Ma, a differenza di quanto succede per l'enologia, quando si elogia l'enologo consulente per un buon vino, così purtroppo non succede per il Dottore Agronomo. Troppo spesso ci si dimentica che le uve buone ed il rispetto dell'ambiente sono anche frutto delle sue consulenze e si tende ad approssimare per eccesso le competenze di chi in quel settore competenze non ha.
Ricordiamoci sempre che il vino è fatto da un insieme di figure che operano nella filiera e, dove si lavora bene, esse operano in squadra.
Se vogliamo seriamente parlare di ambiente e qualità delle uve, la figura giusta è l'Agronomo, se parliamo di vinificazioni, dobbiamo pensare all'Enologo, se di scelte imprenditoriali, linee di indirizzo e strade da seguire per lo sviluppo Aziendale, il riferimento principale deve essere l’Imprenditore (affiancato e consigliato tecnicamente da Agronomo ed Enologo), se discutiamo di commercializzazione e promozione, sarà ancora l'Azienda come riferimento, guidata dal consulente commerciale e da quello d'immagine.
In definitiva, così come chiediamo chi ha fatto il vino, ricordiamoci di chiedere anche chi ha fatto l'uva e salvaguardato -o maltrattato- l'ambiente.
In quest’ottica di visione complessiva della filiera, e secondo un criterio di valutazione di ciò che ci circonda che deve moderno ed oggettivo, è necessario che il consumatore accresca la propria coscienza critica, cercando di comprendere attentamente la distanza tra il dire ed il fare delle Aziende, dei loro consulenti, delle Associazioni, degli Enti ed Istituti che si occupano di viticoltura ed enologia.
Non è semplice, ma i consumatori devono fare uno sforzo ed un salto di qualità nell’approccio al mondo del vino.
Se è innegabile che il vino vive anche di immaterialità per il fascino che genera, deve altrettanto essere vero che tutto ciò che non è puramente immateriale deve essere misurato.
Allora il consumatore deve pretendere che le Aziende misurino ciò che dicono, e le Aziende devono imparare a farlo in modo oggettivo e con spirito costruttivo, pensando che misurare significa ottimizzare, perché solo misurando si può comprendere quanto e dove si può migliorare.
Di esempi di cosa sia misurabile ce ne sono tanti, ma sinteticamente ne riportiamo i due che riteniamo di maggior valenza e che, volendo, possono comprendere tutti gli altri:

La sostenibilità: sappiamo che questa parola racchiude in sé gran parte degli obbiettivi positivi per il futuro del Mondo, e non è un’esagerazione. Operare in modo sostenibile significa garantire un futuro al suolo, all’acqua, all’aria, alle persone, alle Imprese e, nell’ipotesi di una sostenibilità perfetta, per ciascun ambito si dovrebbe riuscire ad ottimizzare senza danneggiare gli altri. Un po’ come la libertà di ciascuno di noi, che deve fermarsi senza invadere lo spazio di quella degli altri, anche un approccio sostenibile alla produzione deve fare in modo che ciascun fattore produttivo venga massimizzato senza pregiudicare gli altri, in particolare quelli più delicati ed il cui equilibrio e salute possono essere danneggiati in modo irreversibile.
Tutti devono rendersi conto che diviene sempre più importante misurare la sostenibilità: i consumatori per poter capire le serie intenzioni del produttore, gli opinion leader per non prendere cantonate nello sposare una causa poetica ma non veritiera, le Aziende per migliorare l’efficienza e diminuire l’impatto della propria filiera.
E gli strumenti per misurarla ci sono: dall’impronta carbonica, ai metodi per misurare il ciclo di vita, alle valutazioni oggettive sullo stato di salute del suolo, agli indicatori di rischio per l’uso dei fitofarmaci, alle misure delle buone pratiche agricole… Argomenti tecnici che cercheremo di approfondire in futuro.

L’efficienza: assieme alla capacità di produrre qualità e di vendere il vino, è uno dei punti chiave della sussistenza economica dell’Azienda. È la capacità di ottimizzare le nostre azioni. Anche l’efficienza si declina in vari punti: economica, tecnica, ambientale, qualitativa, sociale. Parleremo anche della sua misura.

Come valutare oggettivamente questi aspetti e come spiegarli al pubblico ed agli opinion leader è una delle sfide della nuova viticoltura.
All’estero sono più avanti di noi, ma anche in Italia abbiamo ottimi esempi, che vedremo prossimamente.


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