|
LA
VITA DELLA VITE
A cura di Marco
Tonni [tonni@asa-press.com]
Cuore DiVino: il vino è Amore, Aiuto e Azione.
Questa volta vorrei raccontarvi una cosa bella che il vino ha compiuto
e sta realizzando: esso ha dichiarato la propria disponibilità
ad aiutare i bambini del Tibet.
Cuore DiVino è l’ultimo progetto editoriale
a scopo umanitario di Enrica Bortolazzi, Giuliana Zaglio e Laura Bresciani
per Photoevents di Brescia che da anni sostiene i Tibetan Children Villages.
Articolato in 120 scatti ed altrettante storie, Cuore Divino è
un libro che racconta la passione per il vino ed il profondo legame con
tutto ciò che lo circonda. Immagini e parole che ricostruiscono
ricordi e suggestioni personali in frammenti narrativi.
Il vino, frutto della passione e del lavoro affascinante e ancora antico
di uomini e donne la cui vita è indissolubilmente legata al destino
della terra, è stato scelto come soggetto di questo volume perché
incarna i valori e i sentimenti che animano lo spirito di questa iniziativa.
Perchè il Tibet ?
Per la sua storia, il Tibet simbolizza la stabilità di una tradizione
che ha le sue radici non solo in un passato storico o culturale, ma nell'intimo
dell’uomo. E corre il rischio di scomparire.
A 50 anni dall’invasione cinese in Tibet e dopo sanguinosi eventi
accaduti in Cina, il mondo intero non vuole continuare a voltare lo sguardo
ed ignorare le violenze patite dal popolo tibetano. Stiamo assistendo
alla tragedia di un popolo pacifico, senza ambizioni
politiche e con l’unico desiderio di essere lasciato in pace. Un
popolo privato della sua libertà e calpestato da un governo troppo
influente per essere contrastato dall’occidente, che perpetra crudeltà
quotidiane.
I mezzi di informazione ci hanno reso spettatori di questo dramma; come
davanti ad un gigantesco palcoscenico assistiamo ad una lotta che avviene
non solo fra due mondi, ma sopratutto fra passato e futuro, arretratezza
e progresso, fede e scienza, superstizione e conoscenza. Siamo testimoni
del conflitto assoluto dell'uomo: quello tra la libertà spirituale
ed il potere materiale.
Il destino del Tibet è dunque anche il destino di ognuno di noi.
Consapevoli di questo è nostro compito mantenere vivo il ricordo
della bellezza e della grandezza dello spirito che ha ispirato la storia
e la vita religiosa di questo Paese e del suo popolo, affinché
le future generazioni possano sentirsi incoraggiate ed ispirate a costruire
una nuova vita sulle fondamenta di un nobile passato.
Tibetan Children Village di Dharamsala, India del Nord
Il villaggio dei bambini Tibetani di Dharamsala è costituito da
2500 piccoli esuli.
In questa cittadina, situata nella parte settentrionale dell'India alle
pendici della catena himalayana, vive il XIV Dalai Lama e ha sede il governo
tibetano in esilio. A Dharamsala è stato costruito il più
grande dei cinque villaggi presenti sul territorio indiano (da ricordare
anche la presenza di quello costruito in Nepal); nato nel 1960, un anno
dopo che il Dalai Lama e 100.000 profughi avevano dovuto fuggire dal Tibet
in seguito all'invasione militare cinese, il villaggio è ancora
oggi il più importante punto di riferimento per tutti coloro che
riescono a sfuggire alla violenta dominazione del Tibet.
Proprio per questo il Tibetan Children Village si assume la pesante responsabilità
di dare continuità ad una cultura che rischia ogni giorno di perdere
la propria identità.
Il villaggio conta oggi 42 abitazioni, in ognuna delle quali vengono ospitati
40 bambini; una "mamma" (amala) e un "papà"
(pala) adottivi rivestono l'importante compito di educatori coordinando
le attività della loro vita quotidiana. Tutto questo non sarebbe
stato possibile senza la guida del Dalai Lama, il costante aiuto e la
comprensione del popolo indiano e, naturalmente, senza il contributo economico
di tanti amici sparsi in tutto il mondo. Il presidente del Tibetan Children
Village, la vera anima e mamma di tutti i bambini, è stata fino
all'Agosto del 2006 Jetsum Pema, la sorella del Dalai Lama.
Insieme per “Cuore Divino”
“Cuore Divino” nasce come un grande progetto di squadra. Raggruppa
120 personaggi del mondo del vino italiano. Attraverso un'intervista ed
uno scatto fotografico ciascuno dei protagonisti racconta la propria storia
e il destino che l’ha legato alla passione del vino. I ricavati
dalla vendita di questa pubblicazione, sono devoluti e consegnati personalmente
dalle responsabili del progetto al Tibetan Children Village. Chi desiderasse
consultare questa o le precedenti pubblicazioni della serie, può
farne richiesta o visitare il sito www.cuoredivino.it
e www.photo-events.it.
Non so perché, ma di questa squadra ho avuto l’onore di essere
chiamato a far parte, unico Agronomo.
Ed ho risposto con entusiasmo, considerato l’obbiettivo del progetto.
Di seguito riporto la mia “storia”
ed interpretazione del vino, sperando che ciascuno di noi possa a suo
modo aiutare i bimbi meno fortunati, ovunque nel mondo.
Ascolto, rispetto, amore
Il vino non può esistere senza la vite, né la vite senza
la terra. Il vino da solo è un liquido vuoto di significati, ma
se lo ascoltiamo con rispetto, allora capiamo che è
l’essenza che rispecchia la terra, la vite e il nostro lavoro.
La terra è il fulcro, la vite è la leva che ci permette,
con il lavoro, di sollevare l’uva fino a farla divenire vino. Perciò,
tutto si fonda su vite e terra. Senza esse, nulla è. Insieme ad
esse dobbiamo lavorare per ottenere un buon vino.
Ascolto, rispetto e aiuto sono tre parole che rappresentano il
mio approccio verso la vite, ma che descrivono perfettamente anche ciò
che credo sia giusto fare, nella vita, per ogni bimbo. Solo che, nel caso
dei bimbi, le parole divengono “ascolto, rispetto, amore”.
Ma il parallelismo è impressionante, aver cura di vite e terra
è come dedicarsi a quel bimbo che è, come la terra, il nostro
futuro.
Saper ascoltare è necessario per capire le esigenze e
le necessità (della vite e del terreno). Ma, dato che vite e terreno
non parlano, vanno osservati attentamente per coglierne i silenziosi messaggi.
Secondo gli antichi, la virtù della Prudenza era la capacità
di discernere il bene dal male e per fare ciò è necessario
innanzi tutto capire, conoscere, comprendere la realtà, per poter
poi prendere le giuste decisioni. Per questo l’ascolto è
la fase primaria. Ad esempio, dobbiamo comprendere che la vite ha obbiettivi
diversi dai nostri: essa desidera far maturare molti vinaccioli al fine
di moltiplicare la specie, noi vogliamo che l’uva sia matura, ricca
e saporita.
Rispettare significa interpretare i messaggi e adattare le azioni
in campagna in modo da guidare con delicatezza e decisione la vite, affinché
produca uva adatta ai nostri obbiettivi anziché ai suoi. Senza
imporre, perché chi ama non impone, ma con rispetto cerca di formare.
Infine, aiutare è necessario per dare il giusto sostegno
alla vite, alle sue radici e alla terra, per mantenerle efficienti: solo
una pianta equilibrata che cresce in un terreno vivo può regalarci
uva saporita destinata a dare vino a sua volta vivo ed equilibrato. Ma,
se davvero vogliamo applicare la filosofia del rispetto, non dobbiamo
pensare o pretendere di sapere prima ascoltare: ad esempio, concimare
rispettosamente significa nutrire il terreno e non la vite, perché
la vite è solo un ospite del terreno, quindi è il terreno
che deve essere in salute, per consentire la crescita di radici numerose
e vitali. Non esistono concimazioni dai presunti effetti diretti e miracolosi!
Con i bambini, il giusto aiuto è l’amore, che ascolta e rispetta,
guidando senza imporre o pretendere.
“La tua terra avrà uno sposo!” (Is 62,4): è
un inno al sapersi avvicinare con sensibilità, impegno e cura a
ciò che non è “nostro”, ma è di tutti,
e domani sarà dei nostri figli.
Dobbiamo proteggere la terra, non usarla; possiamo chiederle di sostentarci,
ma non dobbiamo permetterci di saccheggiarla. Come chi dona agli altri
riceve in cambio felicità, così chi dona impegno e determinazione
alla terra e alla vite, riceve in cambio vino buono e vero, il più
bel regalo della Natura.
Sostenibilità significa impegnarsi a custodire nel tempo la vita
e la salubrità del nostro Pianeta, per non privarlo di un futuro.
Questa deve essere la promessa di tutti noi verso la sposa.
E così deve essere lo sguardo rivolto verso ogni bambino.
Marco Tonni
Dott. Agr. Marco Tonni marco.tonni@agronomisata.it
|
|
|