LA VITA DELLA VITE

A cura di Marco Tonni [tonni@asa-press.com]


Nuovo anno, nuova sfida

Tenere duro è la parola d' ordine di chi non vuole estirpare i vigneti ed abbandonare il territorio all' incuria. In questo periodo, in assenza di soddisfazioni economiche, con le uve spesso sottopagate e i vini che qualcuno produce a costo zero grazie ai contributi sul mosto concentrato e che poi arrivano sul mercato a meno di 2 Euro a bottiglia, l' unico modo di tenere duro è pensare solo al lavoro e a come migliorare ulteriormente la qualità che si sta facendo in vigneto e in cantina.

Ed allora, partiamo dalle operazioni tipicamente invernali: potature, concimazioni, programmazione dei nuovi impianti. Come al solito, tracciamo una veloce panoramica, con alcune riflessioni tecniche e cercando di esaminare (seppur nello spazio di poche righe) alcune criticità o elementi innovativi che valga la pena sottolineare, senza trascurare di affrontare anche luoghi comuni non tecnici e che si fondano sul " grande nulla" , ma che spesso vengono utilizzati come armi di comunicazione.

Potatura

Fosse per me, la nominerei senza ombra di dubbio il più bel lavoro dell' anno, forse del mondo. Chi ha la fortuna di potare la vigna si riconcilia con il mondo durante le poche ore di luce che consentono di potare. Freddo, tranquillità e rapporto con una vite che, davanti a te, chiede di essere interpretata ed aiutata a dare frutti. In quel momento si deve ascoltare ciò che ogni vite ha da dirci, dopo un anno di lavoro, stanca e indifesa.

Ma riprendiamoci, basta con la poesia! Qui si lavora! Seppur vero e vissuto, quanto detto non basta ad affrontare la realtà produttiva. Potare significa dare forma alla pianta e regolarne il carico produttivo in modo che possa produrre secondo le nostre esigenze, ma in proporzione alle sue capacità.

E si devono avere alcuni accorgimenti assolutamente fondamentali per proteggere le nostre amiche.

Non è necessario, come qualcuno dice, acconsentire a lasciar crescere la vite come crede, in nome di un rispetto della volontà di crescita della pianta. La vite è pianta che tende a crescere sempre verso l' alto e verso la punta, ma, proprio perché noi la coltiviamo a scopo economico, non possiamo permetterci di lasciarla andare dove vuole. La dobbiamo contenere in spazi e dimensioni che siano compatibili con la coltivazione ravvicinata di altre sue sorelle e con le esigenze della viticoltura sostenibile. Sostenibile significa che possa essere duratura (durata della viticoltura, dell' ambiente, del terreno, della pianta, ecc.).

Pertanto, il primo obbiettivo è proteggere l' efficienza e la sanità delle viti.

L' efficienza si garantisce rispettando le regole del " buon potatore" , scegliendo i tralci correttamente posizionati, giustamente vigorosi - ma non troppo - ben lignificati, sani. Si ottiene produttività duratura ricordandosi di potare in epoca corretta (potare troppo presto, prima della caduta delle foglie, o troppo tardi, durante il " pianto" primaverile, indebolisce la pianta) e adeguando il carico di gemme all' età e alla forza della pianta, prima ancora che alle nostre esigenze produttive.

La sanità si ottiene riducendo la suscettibilità della vite alle malattie la cui trasmissibilità e imputabile a contaminazioni durante il periodo della potatura (Mal dell' Esca soprattutto, Eutipiosi, batteriosi) e intervenendo con tutti gli accorgimenti possibili al fine di evitare rischi di contaminazione.

Pertanto, vanno sempre e comunque estirpate le piante malate, il cui risanamento attraverso operazioni in campo è sempre assolutamente insufficiente a giustificare la loro salvaguardia. Lasciare in campo una pianta malata è un rischio inaccettabile, poiché se non si risana continua a infettare le vicine. E, dato che il Mal dell' Esca e malattie simili si manifestano tipicamente in modo saltuario negli anni sulle piante colpite, una volta che si individua una pianta malata, questa va sempre tolta, poiché presunti risanamenti sono effimeri.

Tolte tutte le malate, si può iniziare a potare, ricordando di chiudere i tagli di potatura e le ferite di grandi dimensioni con appositi mastici (anche fatti in casa). Questo perché si sa che la maggiore fonte di contaminazione sono i tagli di potatura freschi, che, soprattutto nel periodo di massima presenza delle spore (fine gennaio - marzo), possono essere punto di approdo e penetrazione dei funghi patogeni.

Altro accorgimento fondamentale è il contenimento dell' eccessivo vigore (piante vigorose sono più suscettibili ad ammalarsi).

Come vedete la potatura e le altre operazioni vanno ragionate in modo complessivo e ragionevole, pensando alle esigenze dell' ambiente e della pianta, ma anche ai nostri obbiettivi di qualità e legittime esigenze di guadagno.

Concimazioni

Nutrire il terreno è la parola d' ordine, non pensando solo alla vite, ma alla vita del suolo dove le radici della vite crescono.

Sostenibilità ambientale significa mantenere efficiente costantemente nel tempo l' ambiente dove coltiviamo le nostre vigne. Per emettere meno inquinanti è meglio utilizzare concimi organici, ed il migliore è sicuramente il letame.

E chi realizzerà il bilancio delle emissioni di gas ad effetto serra della propria Azienda, si renderà conto - dati alla mano - che i fertilizzanti chimici sono caratterizzati da maggiori livelli di emissione di gas serra, sia durante la fase produttiva, che durante la loro decomposizione nel terreno. ItaCa, il primo ed unico strumento calcolatore di emissioni di gas ad effetto serra per il settore vitivinicolo realizzato in Italia, permetterà proprio queste ed altre considerazioni. di questi argomenti abbiamo parlato su www.asa-press.com nella sezione " la vita della vite" sotto il titolo " Etica e credibilità per chi pensa al futuro" .

Il letame ha anche innumerevoli altri pregi, tra cui un ottimo rapporto tra gli elementi nutritivi, presenza di microflora, ricchezza naturale in sostanza organica ad alto potenziale umico, ecc.

Questo non significa che una sola tipologia di concime sia il toccasana per ogni esigenza, ma che, esattamente come per le altre operazioni agronomiche, si deve sempre pensare al "tutto" prima di agire su una parte. Può servire pensare che dobbiamo nutrire il terreno prima ancora della pianta, può servire elogiare il letame per ricordarne i pregi, poiché dal mondo del commercio arrivano continuamente messaggi che esaltano solo prodotti ben più costosi.

Nuovi vigneti

C' è poca voglia di piantare nuovi vigneti in periodi bui, ma dobbiamo ricordare che proprio chi pianta con prezzi bassi (anche dei materiali!) e in fasi di stanca di mercato, si ritrova poi in piena produzione quando il mercato riprende la sua corsa, come è sempre storicamente accaduto.

Ma di nuovi vigneti ne parliamo prossimamente, anche perché da un recentissimo convegno tenutosi presso Vitis Rauscedo, importantissimo gruppo vivaistico nazionale, sono emerse considerazioni estremamente intersanti sulle malattie del legno della vite (Flavescenza dorata, Legno Nero, Mal dell' Esca) e sulla loro (presunta) trasmissibilità in vivaio.




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: Esempio di cattiva potatura: non si può pensare di mantenere l' efficienza produttiva della pianta (e quindi la sostenibilità economica del vigneto) seguendone ciecamente la " volontà di crescita" verso l' alto. Chi coltiva la vite deve saperla guidare a fare ciò che può essere considerato un " compromesso" tra le sacrosante esigenze e richieste della pianta e le altrettanto fondamentali necessità operative, di qualità e di reddito.



Marco Tonni
Dott. Agr. Marco Tonni marco.tonni@agronomisata.it