|
LA
VITA DELLA VITE
Annus terribilis o fantastica annata?
Gli Agronomi di SATA tracciano una panoramica della vendemmia
in corso, illustrando sinteticamente le caratteristiche di una annata
di luci e ombre, che taglia l’Italia a metà, e auspicano
che da questa vendemmia vi sia una svolta per il futuro per la viticoltura
Italiana.
La stagione 2008 è stata un
anno di penitenza e sofferenza per i viticoltori di almeno un terzo d’Italia.
Piogge abbondanti e frequenti hanno fatto perdere parte della produzione
in molte zone viticole di Nord e in parte del Centro Italia e costretto
agli straordinari molti trattoristi impegnati nei trattamenti antiparassitari.
La primavera sembrava ben avviata, in quanto il germogliamento era stato
un successo e i grappoli scaturivano abbondanti grazie alla buona induzione
a fiore del 2007 (la preparazione dei grappoli nelle gemme della vite
è infatti favorita da abbondanti insolazioni ed avviene durante
l’anno precedente al germogliamento). Chi si fa prendere dai facili
entusiasmi stava già pensando ad una vendemmia molto abbondante,
ma i più prudenti ricordano che la natura è generosa ma
anche imprevedibile.
Nelle Regioni del Nord e in alcune del Centro, dai primi di maggio in
poi i giorni di pioggia sono stati numerosissimi e la fioritura è
avvenuta con un clima molto avverso, che ha determinato notevoli problemi
di fecondazione e allegagione: anche in vigneti mantenuti sani dagli interventi
per la difesa antiparassitaria, i fiori e gli acinelli cascolano lasciando
i grappoli spogli. A questo, si aggiunga che le continue piogge sono predisponenti
per le malattie fungine più pericolose per la vite, in particolare
la Peronospora. Al Nord su alcune varietà si sono perfino riscontrati
danni consistenti da Botrite in fioritura, evento assolutamente eccezionale.
Le Aziende poco esperte, oppure quelle non abbastanza organizzate per
affrontare periodi di notevole rischio, o non abituate a valutare correttamente
la pericolosità delle condizioni climatiche, hanno avuto gravissimi
danni da Peronospora e Oidio. Per contro, le Aziende attente, scrupolose
e ben organizzate, dove i consulenti Agronomi hanno impartito consigli
oculati riguardo alla lotta antiparassitaria, hanno vigneti sani o abbastanza
sani, anche se a costo di grandi sacrifici economici perché i trattamenti
fatti sono stati spesso quasi il doppio di quelli del 2007.
L’eccezionalità della stagione al Nord e in parte del Centro
Italia risiede nel fatto che i danni, seppur di entità diversa
a seconda delle varietà, zone ed Aziende, sono molto estesi, e
ciò comporta sicuramente un calo di produzione in numerose Regioni;
possiamo consolarci pensando che forse aumenteranno i prezzi delle uve,
che negli ultimi due anni erano generalmente calati al di sotto del livello
di convenienza economica alla coltivazione. Al Nord la situazione è
molto grave, con perdite produttive, come detto, diffuse a macchia di
leopardo, ma che sostanzialmente determineranno cali di raccolta tra il
20 ed il 60% in diverse zone viticole. Al Centro, dopo la primavera piovosa
è sopraggiunta una grave siccità (ad esempio in Umbria non
ha piovuto da metà giugno a metà settembre), accompagnata
da temperature non altissime ma costantemente elevate, che, soprattutto
a fine Agosto, accompagnate da alcune giornate di forte Scirocco caldo
e secco, hanno determinato problemi anche gravi specialmente sui giovani
vigneti, tanto da far perdere altra produzione oltre a quella già
persa con le malattie: si stima un calo produttivo variabile, a seconda
dei territori e delle varietà, tra il 20 ed il 50%. Le Regioni
centrali costiere hanno avuto molti meno problemi e la vendemmia è
regolare o abbondante. Infatti, nell’”altro mondo” viticolo
italiano, quello di Toscana, Marche, Abruzzo e sotto Roma, l’annata
è stata molto favorevole, gli abbondanti grappoli scaturiti dal
germogliamento regolare e fertile sono rimasti, le avversità fungine
non si sono fatte sentire e le uve sono perfettamente sane.
Certo, le opinioni potranno anche essere diverse e chi vuole potrà
sempre e comunque proclamare produzioni nella norma anche al Centro-Nord,
perché, come detto, in alcune Aziende, zone o Varietà queste
perdite non vi sono. Ma provate a chiedere le produzioni medie alle Cantine
sociali, specchio del territorio, e scoprirete che la situazione in numerosi
territori varia dal discreto al quasi drammatico. Ora, senza piangere
su ciò che è stato e ricordando che quantità inferiore
significa, almeno potenzialmente, qualità più alta, l’importante
è che ciascuno operi per valorizzare le proprie uve e le proprie
peculiarità, che si sfrutti l’occasione per difendere i territori
ed i vigneti, le tipicità e i Campanili (una volta tanto, utilizziamo
questo termine con una accezione positiva!) e che nelle zone dove le produzioni
sono più basse vengano almeno riconosciuti prezzi più alti
alle uve rimaste, in modo da dare respiro ai viticoltori che da almeno
due anni producono, sovente, in perdita. Contiamo tutti sulla serietà
dei Produttori e dei Commercianti, sulla efficacia dei controlli, sulla
voglia di salvare la viticoltura delle zone marginali o difficili, in
quanto essa è l’unica alternativa all’abbandono dei
territori. Che la vendemmia 2008 sia l’occasione buona per riflettere
sulla crisi commerciale che attanaglia il mondo del vino e per riformulare
alcune strategie di vendita troppo “allegre” che, approfittando
dei prezzi bassissimi delle uve e dell’abbondanza di vino, hanno
“fiondato” sul mercato vini a prezzi stracciati, facendo andare
in crisi quasi tutto il sistema? Se i controlli funzioneranno e le riflessioni
verranno fatte, allora non tutti i problemi del 2008 si riveleranno tali
e questa vendemmia potrebbe essere l’occasione di rilancio della
voglia di coltivare la vite in Italia.
Archivio
[ Leggi
le notizie precedenti ]
|
|
|