IL VIAGGIO GASTRONOMICO

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Clavesana da vedere e da gustare

Tra panorami mozzafiato, souvenir gastronomici e storie di donne illustri: questo e altro a Clavesana (Cuneo), in Piemonte.


Il castello - I grigi calanchi

Clavesana, è un piccolo borgo dominato dal grigiore di spettacolari calanchi, un fenomeno di erosione del terreno provocato dalle piogge che scivolando su terreni argillosi generano profondi solchi sui versanti scoscesi, degradati e scarsamente coperti, o privi, della vegetazione. Il terreno asciugando si indurisce creando in superficie degli strati fangosi duri ma facilmente friabili e franosi, con il conseguente scivolamento di detriti che modificano costantemente il paesaggio.


Finestra sul Monviso - Sguardo sulla pianura

Fino al Duecento, sotto Bonifacio Tagliaferro, i suoi domini si estendevano anche in alcune aree della confinante Liguria, sino alla Costa Azzurra.
Dal 1142 al 1387 fu sede del marchesato dei nobili Aleramo. L’albero genealogico degli Aleramo ha discendenze con la casa dei Kent del VI secolo da cui derivano molti re, e le casate francesi dei Savoia, i Valois, gli Orleans e con i Borboni che regnarono sulla corona di Francia, Spagna e sulle due Sicilie.

Inglobati nelle struttura delle case in via Vecchia si possono vedere i resti delle mura del castello di Berta di Clavesana, storica figura decantata anche da Boccaccio nel Decamerone, V novella, come donna bellissima e virtuosa: “La marchesa di Monferrato, con un convito di galline e con alquante leggiadre parolette, reprime il folle amore del re di Francia (I, 5)”. Figlia di Bonifacio I, Berta andò in sposa a Guglielmo Marchese del Monferrato, a cui fu fedele al punto di respingere l’amore del re di Francia che si era recato a trovarla approfittando della partenza di Guglielmo per la crociata.

Un altro personaggio storico fu Ester Teresa Ferrero, detta “La Ballerina", donna di rara bellezza, nata a Clavesana nel 1853, morta a Torino nel 1941.
Bellissima e affascinante ebbe una vita avventurosa, la sua singolare bellezza segno una vita caratterizzata da amori, incontri fatali, successi che la condussero in giro per l’Europa e in Egitto.
Ismail Pascià, Viceré d’Egitto, per celebrare l’apertura del Canale di Suez, avvenuta nel 1869, commissionò a Giuseppe Verdi l’Aida. La prima esecuzione pubblica dell’Aida avvenne il 24 dicembre del 1871 nel teatro del Cairo a cui prese parte anche Ester, allora diciottenne, e seppure con un ruolo secondario fu notata da Ismail.
La sua straordinaria bellezza ammaliò i regali delle corti d’Egitto e dei Savoia.
Danzatrice, cantante, si esibì in vari ruoli, dalla lirica al Cafè Chantant. La sua esistenza fu caratterizzata dalla personalità complessa passando da una vita che molti consideravano troppo audace e peccaminosa ad una esistenza mistica, in netto contrasto, proprio come la sua morte: da diva, donna desiderata, chiacchierata e amata, finì come spesso finiscono le belle storie delle donne famose, più amate e delle dive: in povertà, dimenticata.
Nella parte più antica del pittoresco borgo di Clavesana, si può visitare il Museo Storico-Etnografico ubicato in un palazzo signorile del XVIII.
Nelle sale sono esposti gli attrezzi contadini, alcuni anche curiosi, oggetti casalinghi, documenti storici, tradizionali, folcloristici, e sportivi tra cui il tipico gioco della pallapugno.
Nella Sala Consigliare si possono ammirare delle decorazioni alle pareti e sul soffitto una raffinata rappresentazione in stile imperiale del “Bagno di Venere”.
Interessanti tutti gli stemmi dei Comuni del Marchesato dei Clavesana, XII-XIII secolo.

Cantine Luzi Donadei Fabiani - Borgata Chiecchi Soprani

Ma basta accantonare il navigatore... che ti porta dove vuole lui e lasciarsi andare, per perdersi lungo quelle stradine che salgono la collina attraversando borgate arroccate sui grigi calanchi, luoghi incantati dove il tempo pare essersi fermato incidendo la storia su quelle mura che narrano antiche storie di contadini e di duro lavoro dei campi.
Smarrire il frastuono della città e percorrere le strade del silenzio, quel silenzio che parla e racconta storie di carestie, di masche (streghe), ma anche di fanciulle innamorate, di immensi pascoli che odorano di fiori.
Lasciare l’asfalto sotto le ruote percorrendo le colline vitate, in un saliscendi, tra curve e ancora curve, dove ad ognuna è come svoltare un angolo, aprire una porta e dietro trovarci un casolare abbandonato, una vecchia insegna, e poi d’improvviso scorgere l’immenso di una Regione delineata dalle imbiancate cime nevose e all’orizzonte l’ombra velata del Monviso ergersi maestoso, dominante!
Lo sguardo spazia sull’immensa pianura sino a perdersi dove le Alpi si stagliano confondendosi con le nuvole o l’azzurro del cielo. Tanto lontane da apparire velate, che paiono nascere da un grande mare, o sospese nell’aria: ed è uno spettacolo indescrivibile, un’emozione che ci fa sentire parte di questa immensità!
Salendo alle Surie e ai Giglini quando il cielo è limpido lo sguardo spazia sino alle Alpi Marittime, al Monte Bianco, al Monte Rosa, al Cervino e dal belvedere del piccolo Santuario della Madonna della Neve osservando verso Alba si scorgono le Rocche dei Perticali, invalicabili dirupi erosivi, descritti da Giosuè Carducci, che in alcuni punti sembra vogliano difendere il territorio, come delle fortezze su cui dominano i castelli, come quello dei Conti Caramelli, del XVI secolo che si erge a strapiombo sul fiume.


Trogolo con pergola - il Tanaro

Fondovalle - Cascinali


I vigneti si confondono con le macchie dei campi coltivati, con i pascoli, sino a confondersi ai margini dei fitti boschi. Di tanto in tanto i tetti di un cascinale, il campanile di una chiesa, la torre di un castello o un agglomerato urbano spezzano il verde della pianura sotto di noi e dall’alto scorgiamo l’ansa del fiume e lo scorrere dell’acqua che scivola lenta: lenta come il fluire del tempo!
Non certo privo di fascino e di suggestione questo territorio potrebbe offrire al turista uno spettacolo di bellezza naturalistica incontaminata, ma purtroppo turisticamente è sconosciuto, poco pubblicizzato, stranamente dimenticato dalle guide turistiche, ma comunque solo per distrazione e non certo perchè non possa offrire scenari e attrazioni al turista in cerca di paesaggi che diano emozioni e sensazioni!

Clavesana gustosa, quella dei souvenir enogastronomici si identifica con il suo Dolcetto e quindi sostiamo per una visita alla Cantina di Clavesana “Siamo Dolcetto”, Frazione Madonna della Neve 19 (Clavesana - CN) - tel. 0173790451. Punto di riferimento per un territorio che è da sempre vitivinicolo offre il suo Dolcetto, anche se si possono notare coltivazioni di frutta e ortaggi, allevamento di animali da latte per la trasformazione casearia in ottimi formaggi, buona ristorazione con cucina tipica e prodotti locali genuini.
Il Dolcetto di Clavesana è un vanto per questo territorio che con i suoi 350 viticoltori identifica queste terre contadine con le radici di questa Langa conosciuta per il suo vino.
Per la cucina, una prelibatezza gastronomica è la “Zuppa di Clavesana”, vecchia ricetta del 1200.
Niente souvenir-cartolina o adesivi, ma quelli che oggi il viaggiatore ha adottato: i souvenir gastronomici e così vale una sosta al Supermarket “La butega d’na volta” - Frazione Madonna della Neve 20 (Clavesana - CN) - tel. 0173790464, dove troverete, oltre la cortesia, i deliziosi tipici grissini rubatà all’acqua (buonissimi) o quelli con la farina di mais (deliziosi). Non mancano ottime robiole, formaggi e salumi del territorio langarolo.

prodotti tipici, i rubatà e territoriali salumi

Se amate la cucina tipica, lasciatevi conquistare dalla gentilezza e simpatia di Alessandra e sostate per il pranzo presso la Trattoria due Chiavi - Frazione Madonna della Neve (Clavesana - CN) - tel.0173790210 - cel. 3389960658, dove in cucina Claudia vi delizierà con piatti tipici, e noi abbiano degustato il “Pranzo di lavoro”.





Insalatina mista: conchiglia di insalatina mista di radicchio rosso, con cavolfiore, biarava (barbabietola rossa) e olive nere (una delizia)
Minestrone: passato di zucca di Piozzo (ottimo)
Spezzatino con piselli (carne tenera e gustosa)
Tiramisù al cucchiaio. E per una come me che non ama i dolci, tranne due o tre tipi, tra cui il tiramisù di cui va matta, lasciatemi dire che ne ho assaggiati molti: qualcuno a chiamarlo “tiramisù” era offendere la mia intelligenza, altri erano pessimi e qualcuno il mio stomaco se lo ricorda ancora...
Questo l’ho considerato uno dei 3 o 4 da ricordare e tornare anche solo per quello! Delicatissimo, con i pavesini: mi pento di non avere osato chiedere il bis!
Acqua, vino, caffè compresi
Costo di questo Menù di lavoro... euro 10!


Bar-tabaccheria “Da Lucia e Gigi” vecchi cimeli di Che Guevara - ricordando Totò

Ma... “Strada facendo” si possono incontrare anche spazi di cultura, folclore, arte, o magari personaggi insoliti come quello che ho “scoperto” proprio a pochissimi metri dalla Cantina di Clavesana!
Il suo nome? Che importa un nome quando il personaggio non lo rispecchierebbe? Come posso chiamare Giuanin (Giovanni), o Toni (Antonio), uno che per me è... Geronimo?
Nel suo bar non offre solo caffè e brioche, ma anche simpatia, gentilezza e qualche pezzo da museo, come le vecchie bottiglie di birra del “Che Guevara”, la bombetta alla Totò di cui non manca una grande foto e alcuni suoi pensieri, vecchi fiaschi, qualche scritta “insolita” e altri pezzi del passato, ma soprattutto la sua figura che direi “tale e quale” all’immagine di un Capo Indiano” impressa sulla maglietta!
Bar Tabaccheria da Lucia e Gigi - Frazione Madonna della Neve (Clavesana - CN), tel.0173790401.

A Clavesana è attivo un gruppo storico medioevale composto da figuranti in costume d'epoca che con musiche e balli rievoca gli sfarzi di corte.

E così, tra Pellirossa, Dolcetto e scenografici paesaggi il ritorno diventa una promessa: tornerò e mi perderò per altre stradine in cerca di ricordi del passato... ma senza privare il palato di quel favoloso... tiramisù e stavolta... doppia porzione!

di Alexander Màscàl e Matteo Saraggi

 

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