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IL
VIAGGIO GASTRONOMICO
A
cura di ASA - asa.web@asa.press.com
Dalla Lombardia al Salento nel nome della cucina
regionale
L’associazione presieduta da Marinella Argentieri
Maggiano ha organizzato un tour in Puglia per valorizzare cultura ed enogastronomia
del territorio e favorire scambi turistici.
E’ incominciato a pochi chilometri da Otranto, al “Serra
Alimini Village 1 ” – complesso residenziale immerso in vastissima
pineta e macchia mediterranea che arrivano direttamente sulla spiaggia
con bianche dune di sabbia – il tour organizzato da Marinella Argentieri
Maggiano, presidente dell’associazione “Ristoranti regionali-Cucina
Doc” (ha sede a Vercurago in provincia di Lecco e annovera diversi
ristoranti della Lombardia) per conoscere e valorizzare il Salento e favorire
gli scambi turistici tra Bergamo e la Puglia. L’amministratore delegato
di Alimini Village, Raffaele De Santis, è anche presidente del
Consorzio Puglia Doc, che riunisce 150 operatori (ristoranti, alberghi,
masserie, villaggi, agriturismo, aziende agroalimentari) che hanno messo
insieme idee e risorse per presentarsi uniti a rilanciare la Puglia come
meta di turismo tutto l’anno. Qui passa il 40.o parallelo, lo stesso
che interessa le isole Baleari. Il clima d’inverno è mite
e – cosa che non hanno le isole spagnole – nel Salento, perché
di questo in particolare scriviamo, la storia, l’arte e l’enogastronomia
hanno una ricchezza infinita di sfaccettature, cui si aggiungono la limpidezza
del mare e la bellezza dei paesaggi. Non si capisce quindi perché
la Puglia, come tutta l’Italia meridionale, non possano vivere di
turismo tutto l’anno.
Il nostro mini-tour nel Salento parte dal Villaggio Serra Alimini 1 (www.aliminivillage.com),
costituito da unità abitative che possono ospitare da due a otto
persone, con due ristoranti, spiaggia attrezzata, negozi interni, miniclub.
La prima visita è dedicata a Otranto, porta d’Oriente, da
dove nelle belle giornate si possono vedere le montagne dell’Albania.
Nel centro storico, circondato da mura che rappresentano un capolavoro
di architettura militare, visita obbligata all’antica cattedrale,
iniziata dai Normanni del XIII secolo, con un grandioso pavimento tutto
a mosaico raffigurante l’albero della vita. Nei pressi la chiesetta
bizantina (secolo X) di San Pietro. Nel castello aragonese, sino al 27
settembre, è aperta la mostra delle opere grafiche di Joan Mirò,
il grande artista spagnolo esponente del surrealismo. Ci spostiamo
all’interno del Salento, a Maglie, dove entriamo in un tempio della
pasta italiana di qualità: la “Benedetto Cavalieri”,
fondata nel 1918, usa solo grano duro selezionato, prodotto sulle soleggiate
colline di Puglia; il processo di lavorazione è “delicato”
e il risultato è sotto i denti di tutti…anche di molti americani,
vista la forte esportazione negli Usa.
La sosta per il pranzo la facciamo al ristorante “Donna Lisa”,
nel centro di Maglie: elegante e ospitale, è aperto da poco più
di un anno, ma dietro c’è la lunga esperienza di papà
Michele nelle cucine di mezzo mondo e in sala della attentissima figlia
Annalisa. Si degustano piatti tipici della tradizione salentina, di carne
e pesce (quello freschissimo comprato dai pescatori a Gallipoli).
Torniamo sull’Adriatico per osservare le alte coste rocciose nella
zona di Santa Cesarea Terme, ricca di ville Liberty e arriviamo al Faro
della Palascia, a sud di Otranto, il punto estremo dell’Italia verso
l’Oriente. Il biancore del faro sullo sfondo blu del mare: un incanto.
A sera, una succulenta cena al ristorante La Piazzetta dell’Alimini
Village.
Il giorno dopo si riparte verso l’interno del Salento. A Galatina
non si può scordare una vista alla Basilica dedicata a Santa Caterina
d’Alessandria: un vero capolavoro della fine del Trecento, con le
pareti interne completamente ricoperte da splendidi affreschi. Una vera
sorpresa anche per chi di arte se ne intende. Ricordate che Galatina è
anche una capitale della pasticceria.
La pausa ristoratrice la offre Sante Dimitri, una vasta azienda agricola
con 60 ettari di vigneti, 8 mila piante d’ulivo e un frantoio, produzione
anche di legumi selezionati (fagioli, ceci, fave, piselli). La terra rossa
del Salento è fertilissima e i prodotti Sante Dimitri sono figli
di questa fertilità, cui si aggiunge un controllo maniacale della
filiera. Buona l’esportazione nel Nord Europa, dove piacciono Negroamaro,
Primitivo, Aleatico e Fiano, in purezza o in armoniosi blend (www.santidimitri.it).
Ed arriviamo all’altra sponda del Salento, a Gallipoli, sul Mar
Ionio. Un gioiellino il centro storico cinto dalle mura, con stradine
tortuose che celano palazzi signorili e splendide chiese. Qui sono censiti
in catasto decine di frantoi ipogei. Dal secolo XVII all’inizio
del Novecento Gallipoli fu uno dei poli internazionali per il commercio
dell’olio lampante, quello che serviva per l’illuminazione
stradale. Basti ricordare che a Gallipoli, sino al 1923, ebbero sede i
viceconsolati di molte nazioni europee. Non è leggenda il fatto
che Londra, Berlino, Pietroburgo e Barcellona per anni e anni vennero
illuminate con l’olio lampante acquistato sul mercato di Gallipoli.
Si può scendere nel frantoio di Palazzo Granafei, nel centro storico,
ben restaurato e aperto alle visite.
Il
giorno dopo la mattinata è dedicata alla visita di Lecce, la “Firenze
del Sud”,
la città italiana capitale del barocco, dove decine di chiese (se
ne contano oltre 40) e palazzi raccontano la ricchezza di un periodo storico
che ha caratterizzato questa città per circa 150 anni nei secoli
XVII e XVIII. Bighellonate senza timore nelle vie centrali ed osservate
come schiere di intagliatori, usando la duttile pietra locale, hanno elevato
monumenti di grande splendore. Vale per tutti la Basilica di Santa Croce,
ma non dimenticate le chiese di Santa Irene, Santa Chiara e il Duomo.
La sosta finale la facciamo nella azienda vitivinicola “Candido”,
a San Donaci, al confine tra le province di Lecce e Brindisi. Un’azienda
che ha alle spalle 80 anni di storia, produce oltre 2 milioni di bottiglie
suddivise in una quindicina di etichette. Anche qui Negroamaro e Primitivo
sono i vitigni più coltivati, usati in vari blend, ma quello che
ci ha favorevolmente colpito è la novità del Fiano Minutolo
Salento Igt, un bianco da vitigno omonimo in purezza che rivela finezza
olfattiva, gusto ricco e avvolgente. Oltre che ottimo aperitivo, ben si
abbina a piatti di mare. (www.candidowines.it).
Roberto Vitali
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