LA
BORSA DELLA SPESA Questo caratteristico frutto, che altro non è che una bacca carnosa, è chiamato anche fico di Barberia poiché furono gli Arabi a introdurlo in Sicilia, pur essendo originario del Messico e commerciato già dagli Aztechi. Il fico d’India ha attecchito perfettamente nell’isola e oggi questa pianta è inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.), in particolare quelle coltivate nelle valli del Belice e del Torto e quelle di San Cono. Inoltre, il fico d’India di San Cono e quello dell’Etna sono riconosciuti come prodotti a Denominazione di origine protetta (DOP). La conformazione della pianta è ugualmente caratteristica ed è costituita da pale che sono erroneamente considerate foglie. I frutti sono ricoperti da sottilissime spine, semplici da staccare ma che si conficcano con facilità nella pelle di chi maneggia i fichi d’India grazie alle loro minuscole scaglie uncinate. I frutti cambiano colore a seconda della varietà e possono essere bianchi, verdi, giallo arancio e rosso porpora. Anche la forma del frutto varia a seconda del periodo di maturazione ed è tondeggiante in quelli precoci per divenire più allungata in quelli tardivi. Tutti i fichi d’India sono ricchi di sali minerali e vitamina C, ma non bisogna esagerare nelle quantità poiché i numerosi semini che contengono potrebbero accumularsi e provocare il blocco del transito intestinale. ACQUISTO E CONSERVAZIONE QUANTO COSTA Nel 2013 in Mercato sono stati commercializzati
oltre 16.000 quintali di fichi d'india provenienti da Puglia e Sicilia.? IN CUCINA I frutti si consumano di solito al naturale,
preferibilmente freddi di frigorifero, ma sono eccellenti anche sotto
forma di succo, ricavato con la centrifuga e mescolato con succo di arancia
o di carota che ne ravvivano il gusto. Se ne ricava anche una insolita
crema. Mondate e tagliate i frutti e fateli cuocere per qualche minuto,
poi passateli al passaverdure con il disco a fori piccoli per eliminare
i semi e rimettete il puré sul fuoco, mescolandovi dell’amido
di mais diluito con poca acqua fredda, fino a ottenere la consistenza
desiderata.
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