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DAL
MONDO DEL VINO E DELLA VITE
A cura di Roberto
Rabachino [rabachino@asa-press.com]
Continua a calare il consumo di vino in Europa
Di questi giorni un dato sulla
Francia che ha visto scendere a 46,6 litri l'anno il consumo pro-capite
(negli anni Settanta era quasi il triplo). La ricerca, condotta da France
AgriMer, ente che fa capo al ministero dell'Agricoltura, certifica il
crollo dei bevitori abituali. Si alza il calice solo il weekend o per
qualche occasione particolare. Gli ottimisti hanno sottolineato il fatto
che si beve meno ma meglio.
In Italia non tira aria diversa. Si bevono meno di 40 litri l'anno a persona.
Nuove abitudini alimentari, più pasti frugali e fast food, incremento
dei consumi di bevande alternative, come la birra. E anche (e non è
un bene a mio parere) di un consumo sconsiderato di superalcolici da parte
dei giovanissimi. C'è da dire che il mercato negli ultimi decenni
aveva visto una corsa dei prezzi: tutti convinti di dover fare super-vini,
tutti adepti della barrique e molti obbligati a rientrare da investimenti
colossali in cantine supermoderne. Il vento sta cambiando, comunque. L'offerta
di vini onesti, al giusto prezzo è sempre più diffusa.
Ma si profila un nuovo allarme. Il provvedimento del Governo che impone
pagamenti entro 60 giorni (art. 62 del D.L. 1/2012), sacrosanto negli
intenti, paradossalmente rischia di bloccare il mercato. Sono tanti gli
agenti che girano a vuoto. Ristoranti ed enoteche, nel dubbio, preferiscono
non comprare. Nei mesi scorsi facevano ordini, sapendo di poter dilazionare
i pagamenti per mesi e mesi. E a quel punto magari offrendo pure un assegno
postdatato.Roberto Rabachino ( fonte Il Sole 24 Ore)
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