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DAL
MONDO DEL VINO E DELLA VITE
A cura di Roberto
Rabachino [rabachino@asa-press.com]
Prosecco, troppo o troppo poco?
Nelle scorse settimane il Consorzio del Prosecco Doc ha avanzato alle
Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia una richiesta di “destoccaggio”,
ovvero, di sbloccare 100mila ettolitri di vino della vendemmia 2013 (pari
al 5,1% della produzione totale) che erano stati precedentemente (e prudenzialmente)
stoccati, tolti dal mercato. Un’opzione che rientra fra le leve
a disposizione dei Consorzi di tutela per regolare l’offerta. Niente
di male quindi, ma almeno in apparente contraddizione con una decisione
assunta invece appena qualche giorno fa. Lo scorso 21 luglio, infatti
la Giunta regionale veneta d’intesa con quella del Friuli Venezia
Giulia e accogliendo anche in questo caso una specifica richiesta dello
stesso Consorzio di tutela del Prosecco Doc ha prorogato di altri 3 anni
il divieto di iscrivere agli albi della Doc Prosecco nuovi vigneti di
Glera (il vitigno base delle famose bollicine del Nord Est). L’obiettivo
dichiarato – hanno spiegato alla Regione Veneto – è
quello di stabilizzarsi su un massimo di 20mila ettari totali in produzione
di cui 16.500 in Veneto e 3,500 in Friuli. «Al fine di evitare crisi
di prezzo di un prodotto che è orgoglio veneto a livello mondiale
– ha spiegato l’assessore all’Agricoltura della Regione
Veneto, Franco Manzato – diventa indispensabile limitarne la coltivazione
affinché non si presentino esuberi di offerta sul mercato».
A questo punto sorge spontanea una domanda: come si lega la decisione
di bloccare la realizzazione di nuovi vigneti con quella di appena qualche
settimana prima di sbloccare 100mila ettolitri di Prosecco stoccati? Insomma,
di Prosecco ce ne è troppo, o troppo poco? «Sono due decisioni
che non sono in contraddizione – spiega il presidente del Consorzio
del Prosecco Doc, Stefano Zanette –. La decisione di sbloccare le
quantità immagazzinate nel 2013 deriva dalla necessità di
rispondere a una nuova domanda di mercato. Alla vigilia della vendemmia
2013 infatti immaginavamo una crescita della domanda del 10% circa. Ma
invece l’incremento si è rivelato maggiore delle attese e
da qui l’esigenza di ricorrere ai quantitativi precedentemente immagazzinati».
Secondo i dati del Consorzio infatti di solo Prosecco Doc sono state realizzate
nel 2013 240 milioni di bottiglie con una crescita del 24% rispetto all’anno
precedente cui va aggiunto il +14% fatto registrare dall’export.
Insomma secondo i responsabili del Consorzio le due decisioni apparentemente
antitetiche in realtà non sono in contraddizione fra loro ma sono
invece espressione dell’esigenza di coordinare le nuove, in parte
impreviste, richieste di mercato emerse nel 2013–14 con quelle future.
«Si tratta di provvedimenti – aggiunge il presidente del Consorzio,
Zanette – che si inseriscono nelle attività di governo dell’offerta
già intraprese dal Consorzio a garanzia della qualità per
i consumatori e con l’equa ripartizione del valore generato lungo
tutta la filiera produttiva».
«Le due decisioni riguardano l’area più ampia del Prosecco
Doc e non direttamente la nostra zona – spiega il direttore del
Consorzio del Prosecco Docg di Conegliano Valdobbiadene, Giancarlo Vettorello
– ma siamo convinti che vadano nel senso di garantire un equilibrio
di mercato. Equilibrio che è testimoniato dai numeri. Il Prosecco
Docg ha chiuso il primo semestre 2014 con una crescita del 10% e mi risulta
che ancora meglio sia andata per il Prosecco Doc. Ma oltre all’incremento
di vendite e di export, per noi è ancora più importante
la tenuta, se non il lieve incremento in mercati competitivi come quello
del Regno Unito, dei nostri prezzi. Altro elemento che forse ancora più
del trend di vendita dimostra lo stato di salute di un sistema».
(fonte: food24.ilsole24ore.com)
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