DAL MONDO DEL VINO E DELLA VITE

A cura di Roberto Rabachino
[rabachino@asa-press.com]


Anche gli USA verso gli autoctoni


Anche negli Stati Uniti, terra enoica diventata grande grazie ai vitigni internazionali, c’è chi comincia a battere la strada degli “autoctoni”, o meglio di antica coltivazione. Come farà la “First Vineyard”, cantina del Kentucky che deve il nome al fatto di essere stata la prima cantina commerciale del Paese, secondo un decreto del 1799, fondata dall’immigrato svizzero John James Dufour, e poi abbandonata nel 1806 dopo una gelata che distrusse le vigne.
Ma nel 1995, secondo il giornale “Lexington Heral-Leader”, un ex poliziotto locale, Tomas Beall, ha comprato pezzi di terra nel sito originale della cantina. E, incuriosito dalla storia, dopo aver sistemato le vigne nel 2006 piantando Riesling e Chardonnay, e messo in piedi una interessante attività di enoturismo (con 6.000 visitatori ogni anno) ha riscoperto una varietà che in quelle terre, un tempo era di coltivazione comune, ma si credeva estinta, l’Alexander, un incrocio tra uva Europea e una varietà autoctona american di vitis vinifera. Le prime bottiglie (poco più di un test, si parla di un numero tra 75 e 125), nei piani del produttore, dovrebbero essere pronte nel 2015. / Fonte WineNews




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