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DAL
MONDO DEL VINO E DELLA VITE
A cura di Roberto
Rabachino [rabachino@asa-press.com]
Alla Cina piace il vino
Non è un mistero che la Cina continui ad avanzare inesorabilmente
nel mondo del vino. E lo fa sia a livello produttivo, sia a livello di
consumo. Così non stupiscono più di tanto i risultati di
uno studio effettuato da Vinexpo: il paese asiatico ha superate la Francia
ed è diventato il numero uno mondiale per consumo divino rosso.
Tra il 2007 e il 2013 si è verificato un incremento del 175%, mentre
nello stesso periodo la Francia ha subìto una contrazione del 18%
e l’Italia del 5,8%. La classe media, composta da 400 milioni di
persone, è sempre più interessata a imitare i gusti occidentali
a mano a mano che gli stipendi crescono e la capacità di spesa
aumenta. Secondo Wu Jianmin, ex ambasciatore cinese a Parigi, il mercato
del vino ha un grande potenziale e questa è una buona chance per
la Francia. Quando i cinesi cominciarono a bere vino francese, esso era
un prodotto di lusso. Oggigiorno, ormai, è alla portata della classe
media. I vini francesi restano saldamente in prima posizione nei gusti
cinesi con una quota di mercato vicina al 50%, distanziando nettamente
l’Australia e la Spagna. Pechino è il primo importatore di
vini bordeaux. Boris Petric, antropologo al Centro nazionale di ricerche
francese, è più prudente e sottolinea che il vino in Cina,
molto caro, viene consumato soprattutto da chi risiede in città.
La cultura del regalo conta parecchio e spesso le bottiglie finiscono
nelle vetrine dei negozi: perciò non bisogna confondere il consumo
con la vendita. Ma c’è una piccola fetta di amatori e i wine
bar si stanno diffondendo. La situazione migliora anche sul versante produttivo:
in pochi anni l’ex celeste impero è diventato il quinto produttore
mondiale dietro l’Italia, la Francia, gli Stati Uniti e la Spagna.
Oltre l’80% del vino consumato proviene da vigneti locali. Ecco
perché molte case vinicole d’Oltralpe investono nel paese
asiatico. La preferenza del governo cinese va a chi sviluppa le aree povere
o semidesertiche come il Ningxia o il Xinjiang. Gli esperti stimano che
la Cina sia destinata a diventare il primo produttore del pianeta nell’arco
di cinque anni. Ciò non toglie che continuino a verificarsi schermaglie
con l’Occidente: Pechino ha aperto un’inchiesta nei mesi scorsi
per verificare se la Ue sovvenzioni l’export di vino in Cina, dando
vita a una distorsione della concorrenza. Si era parlato di una rappresaglia
per i dazi introdotti da Bruxelles sui pannelli solari provenienti dal
paese asiatico. Ma, di fatto, è anche la dimostrazione del fatto
che Pechino, nel settore vinicolo, intende fare sul serio. (fonte Italia
Oggi)
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