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DAL
MONDO DEL VINO E DELLA VITE
A cura di Roberto
Rabachino [rabachino@asa-press.com]
Spagna, il paese che fa concorrenza all’Italia del vino
Non dobbiamo pensare di essere soltanto noi italiani ad avere l’esclusiva
di produzione dei vini derivanti da varietà storiche/autoctone.
L’altro Paese che ne ha di proprie e diverse dalle nostre è
la Spagna. Solo per citare le più affermate: tra le rosse Tempranillo
(nelle diverse declinazioni di Tinto), Bobal, Garnacha Tinta, Monastrell,
Carinena, Mencia… e tra le bianche Airèn, Pardina, Macabeo
y Palomino, Albarino, Godello, Verdejo, … Non ne enumera così
tante come l’Italia, ma ne è ricca anch’essa. Come
per l’Italia anche per la Spagna le varietà internazionali
(Chardonnay, Cabernet, Merlot, …) costituiscono una minoranza. E’
certo che per i consumatori esteri amanti dei vini da varietà autoctone/indigene
i due Paesi di riferimento sono l’Italia e la Spagna.
Sui dati della produzione nazionale di vino spagnolo i numeri non sono
ancora ufficiali: la vendemmia 2013 dovrebbe attestarsi sui 46 milioni
di ettolitri, se fossero di più – si saprà tra qualche
mese - la Spagna diventerebbe il primo Paese produttore al mondo superando
di un soffio l’Italia.
In termini di volumi venduti sui mercati esteri il vino spagnolo occupa
la seconda posizione, molto vicina all’Italia.
Il prezzo medio per litro di vino spagnolo esportato è meno della
metà di quello italiano, che non è affatto elevato. Ne consegue
che sui mercati esteri alle bottiglie di vino spagnolo viene spesso riconosciuto
l’ottimo rapporto qualità/prezzo; anche per lo sfuso la Spagna
è in grado di offrire i prezzi più bassi. A costringere
i produttori spagnoli ad esplorare i mercati esteri è una produzione
nazionale esuberante rispetto al consumo interno di vino che è
decisamente inferiore a quello di Francia ed Italia.
Grande punto di forza dell’Italia sui mercati esteri è la
presenza di ristoranti di cucina italiana che funzionano da ambasciatori
dell’agro-alimentare e del vino italiani. La Spagna non gode dello
stesso vantaggio, nonostante nell’ultimo decennio il richiamo di
Ferran Adrià e della scuola di alta cucina spagnola abbia attirato
all’estero maggiore attenzione e prodotto qualche emulo, mentre
l’interesse odierno più concreto resta per l’apertura
di locali di tapas che si stanno gradualmente diffondendo anche in Asia.
La Spagna ha goduto largamente di elevati contributi comunitari per la
ristrutturazione dei vigneti. E’ cresciuto il numero delle cantine,
di poco superiore a 5.000, che resta però largamente inferiore
a quello dell’Italia, oltre 30.000. Ne consegue che la Spagna gode
assai meno del vantaggio che invece ha l’Italia di avere un numero
elevato di produttori che viaggiano sui mercati esteri a raccontare vini
e luoghi ad essi connessi, a fare marketing.
Come l’Italia anche la Spagna è un paese di elevati flussi
turistici e gioca la carta delle territorialità.
Un sicuro vantaggio per la Spagna è il fatto di possedere, tra
i Paesi occidentali, la seconda lingua maggiormente parlata dopo l’inglese.
Dei molti bravi produttori spagnoli voglio citarne tre che per il loro
percorso costituiscono, secondo me, dei modelli, degli esempi dai quali
è possibile anche per noi italiani trarre qualche insegnamento,
perché no?
Notizia inviata da Angelo Gaja
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