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DAL
MONDO DEL VINO E DELLA VITE
A cura di Roberto
Rabachino [rabachino@asa-press.com]
Ungulati minacciano le viti toscane
Cinghiali, caprioli,
daini e storni si “mangiano” il vigneto toscano. Spariti,
in un anno, 679 ettari di superfici vitate: ora ci restano poco meno
di 60mila ettari. A rivelarlo è ColdirettiToscana analizzando i
dati forniti dal Corriere Vinicolo relativo all’erosione del vigneto
italiano nel 2012. Secondo la principale organizzazione agricola toscana il
numero ormai fuori controllo della fauna selvatica avrebbe un peso specifico
molto elevato nell’abbandono e nella progressiva erosione dei vigneti in
tutta la regione in particolare nelle aree montane, marginali e svantaggiate
dove la presenza dell’agricoltura e dell’impresa agricole
gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’assetto e della
stabilità idrogeologica dei terreni.
Ad essere minacciate, oltre alle viti che rappresentano un parte
importantissima dell’economica agricola regionale, ci sono anche
tutte una serie di piccole e particolari varietà autoctone
locali “recuperate” e valorizzate con fatica dagli agricoltori che
ora rischiano di “sparire” come la mela rotella di Paghezzana,
particolare frutto lunigianese, o varietà di viti come il “pollera”
o il “marinello”.
Stando ai dati forniti dalla Regione sono 350mila gli ungulati presenti
sul territorio tra cinghiali, caprioli, storni e mufloni: il 70%
dei danni a coltura e produzioni agricole sono imputabili alle scorribande
dei cinghiali che da soli rappresentano la metà della popolazione
totale di ungulati.
Nelle ultime settimane le segnalazioni di danni a colture ed aziende si
sono drammaticamente moltiplicate un po’ in tutta la regione con picchi
drammatici nella Valdichiana, nel Casentino e nel basso Valdarno, nel
senese, in numerosi comuni della Provincia di Massa Carrara, nella Val
diCecina e nel volterrano e nella Valdinievole con casi a Pieve e Marliana.
Ma il problema è diffuso e grave in tutto il territorio regionale.
Significativi i danni alle viti che rappresentano in queste settimane
il più ghiotto dei pasti trovandosi nel bel mezzo della vendemmia,
alberi da frutto e seminativi.
“I piani di prelevamento vanno rivisti così come è
necessario attivare, la dove la presenza è reiterata, abbattimenti
straordinari in difesa delle produzioni – spiega Tulio Marcelli,
Presidente Coldiretti Toscana – la resistenza e sopravvivenza dell’agricoltura
in particolari aree della nostra regione è messa a repentaglio
con frequenza quotidiana ormai dalla presenza degli ungulati che distruggono
in poche oremesi di fatica ed investimenti. In questa fase l’azione
dei cacciatori è fondamentale per riportare in equilibrio la presenza
della fauna”. Fonte InToscana.it
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