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DAL
MONDO DEL VINO E DELLA VITE
A cura di Roberto
Rabachino [rabachino@asa-press.com]
Vendemmia 2012: stimato un calo dell’8%
Per la nuova
vendemmia si prevede in Italia un altro record negativo. Il meno 8% rispetto
a un 2011 che aveva già trascinato ai minimi storici la produzione
vinicola nazionale, porterebbe il dato di quest’anno sotto la soglia
dei 40 milioni di ettolitri. Lo prevedono Ismea e Unione Italiana Vini,
evidenziando che la causa principale della riduzione non è stata
quest’anno di natura strutturale, legata cioè alle estirpazioni
con premio, ad abbandoni o ad altre misure dell’Ocm, quali la vendemmia
verde. Siccità e caldo sono i veri responsabili della scarsità
di vino nelle cantine italiane. Con un calendario tornato alla normalità,
anche se non sono mancati gli anticipi sicuramente meno significativi
rispetto allo scorso anno. Le riduzioni sono accentuate nelle regioni
del Nord–Est in particolare, con il Friuli che arriva a -21%, il
Veneto a -12%, mentre Trentino Alto Adige e Emilia Romagna registrano
un calo del 10%. Anche per il Nord-Ovest, nelle principali regioni produttrici
Piemonte e Lombardia, si stima una significativa riduzione, rispettivamente
del - 8 e -15%. Situazioni alterne nel Centro dove al -10% della Toscana
e al -20% dell’Umbria si affiancano produzioni in linea con quelle
delle scorso anno sia per Marche e Abruzzo, mentre solo una lieve flessione
è attesa per il Lazio. Da considerare comunque che l’essere
sostanzialmente in linea con il 2011 non fa del 2012 un anno abbondante,
anzi. Al Sud, invece, al deciso ridimensionamento della Puglia (-15%),
si affianca la ripresa produttiva della Campania e soprattutto della Sicilia.
Nell’isola è stato soprattutto il minor ricorso alla vendemmia
verde a portare su terreno positivo le lancette delle stime vendemmiali.
Stime che, ormai archiviate le perdite, a volte anche significative, sulle
uve precoci, potrebbero ancora essere influenzate dagli eventi atmosferici.
Le piogge di inizio settembre, infatti, hanno ridato un po’ di speranza
ai produttori di uve più tardive soprattutto rosse. Ma le cose
potrebbero cambiare in peggio se le precipitazioni saranno abbondanti
e soprattutto a ridosso della vendemmia. Intanto, però, grazie,
alla ridotta presenza di fitopatie, la qualità delle uve si prospetta
dal buono all’ottimo con un grado zuccherino superiore alla media.
Bisognerà a questo punto vedere come reagirà il mercato
visto che la vendemmia non si presenta scarsa solo in Italia. Dopo la
flessione produttiva registrata durante la primavera nell’Emisfero
Sud, infatti, anche le cantine del Vecchio Continente potrebbero essere
tutt’altro che piene.
(Fonte Ministero Agricoltura)
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