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DAL
MONDO DEL VINO E DELLA VITE
A cura di Roberto
Rabachino [rabachino@asa-press.com]
Vendetta Cina sul nostro vino
La
spada di Damocle dei dazi rischia ora di abbattersi sull’aumento
record del 42 per cento nel primo bimestre delle esportazioni di vino
italiano in Cina. E’ l'allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione
della decisione della Commissione Ue di imporre dazi provvisori sui pannelli
solari cinesi - che partiranno dall'11,8% sino al 6 agosto e poi, da quella
data, aumenteranno al 47,6% - annunciata dal commissario Ue al commercio
Karel De Gucht. La minaccia del gigante asiatico - sottolinea la Coldiretti
- nascerebbe da una pressante richiesta dei produttori di vino cinesi
che, attraverso la Chinese Alcoholic Drinks Association, lamentano
che i vini europei arrivano in Cina a prezzi molto bassi tramite sussidi
continentali, ma è considerata da molti una sorta di ritorsione
annunciata nei confronti della decisione dell'Unione europea di introdurre
dazi a danno dei produttori cinesi dei pannelli solari importati in Europa.
In Cina – precisa la Coldiretti - si è registrato il piu’
elevato tasso di aumento del pianeta nei consumi che hanno raggiunto i
18 milioni di ettolitri, con il gigante asiatico che si classifica
al quinto posto tra i maggiori paesi bevitori. Il boom del vino è
il frutto dell’aumento delle importazioni dell’8 per cento
per un valore di 3,4 milioni di ettolitri nel 2012, ma soprattutto della
produzione interna che la Cina ora intende tutelare con l’avvio
di una indagine antidumping nei confronti del vino di provenienza europea
che rappresenta il 58,7% del totale delle importazioni nei primi due mesi
del 2013, secondo il China Security Journal. Si tratta in ogni caso -
afferma la Coldiretti - di un duro colpo per la produzione vitivinicola
europea che è costretta a fare i conti con consumi che sono cresciuti
leggermente solo in Francia, sono stabili in Germania, Portogallo e Grecia
mentre calano, oltre che in Italia, anche in Spagna di ben 60 milioni
di litri in un anno. Gli italiani - rileva la Coldiretti - dicono addio
ad un bicchiere di vino su quattro con il crollo record del 22 per
cento in dieci anni dei consumi nazionali che sono scesi a minimo storico
dall’Unità d’Italia ad appena 22,6 milioni di ettolitri,
rispetto ai 29 milioni di ettolitri bevuti negli Stati Uniti e ai 30,3
milioni di ettolitri della Francia che detiene il primato mondiale. E
la situazione - continua la Coldiretti – peggiorerà dal primo
luglio, quando, se non interverranno modifiche, l’Imposta di valore
aggiunto passerà dal 21 al 22 per cento su alcuni prodotti
tra cui, appunto, il “nettare di bacco”. A salvare il bilancio
del settore – conclude la Coldiretti - sono le esportazioni, con
l’Italia che detiene il primato a livello mondiale e ha fatto segnare
un aumento del 15 per cento nel primo bimestre del 2013 dopo aver fatto
registrare il record di 4,7 miliardi nel 2012.
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