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DAL
MONDO DEL VINO E DELLA VITE
A cura di Roberto
Rabachino [rabachino@asa-press.com]
Turismo e vino per rilanciare il brand Toscana
È
il settore in cui la Toscana è leader indiscussa, anche se nessuna
statistica potrà mai rilevarlo. Perché l'"economia
del bello" - formata da paesaggio, arte e cultura, vino e food, artigianato
e ospitalità di charme - incorpora elementi difficili da pesare
singolarmente, ma dalla grande forza attrattiva e comunicativa. La crisi
economica degli ultimi anni non ha intaccato l'appeal della Toscana (resta
una delle mète più desiderate nel mondo, la prima richiesta
sul web attraverso il motore di ricerca Google) e dei suoi prodotti tipici,
ma ha accentuato la necessità di difendere il vantaggio competitivo
accumulato, per non perdere visitatori e ricchezza.
Il 2012 non è stato un anno brillante per il turismo toscano, salvato
(come molti altri settori) dalla domanda estera, che ha ormai raggiunto
il 50 per cento. Dopo il record di 44 milioni di pernottamenti 2011, l'anno
scorso le presenze turistiche sono dimagrite del 2,4% (-1,4% gli arrivi,
secondo le stime del Centro studi turistici di Firenze), ma soprattutto
si sono fortemente ridotti i margini delle aziende del settore. Ora la
Regione ha annunciato una nuova strategia di marketing che punta su musica
e web per far conoscere (soprattutto ai giovani) una Toscana più
moderna e varia, cancellando l'immagine di regione poco frizzante e troppo
cara. «La Toscana elegante, ricca di arte o da gustare per la sua
enogastronomia, che è tutt'uno col paesaggio da cartolina, nasconde
anche altro», sostiene l'assessore regionale al Turismo, Cristina
Scaletti. «È ricca di avvenimenti ed eventi attorno ai quali
si può costruire la propria vacanza: basta solo renderli più
visibili». Le risorse per farlo non sono molte: l'agenzia regionale
Toscana Promozione avrà a disposizione due milioni in tre anni
per studiare, insieme con gli operatori, pacchetti e prodotti diretti
ai turisti italiani. Gli altri canali saranno il potenziamento del web
(col nuovo sito www.toscanaevents.it) e la promozione degli eventi musicali
come leva turistica, grazie anche a un testimonial come Jovanotti.
La sfida è quella di rivitalizzare il marchio Toscana. «La
Toscana ha un ruolo centrale nel rappresentare le eccellenze italiane
- dice Maurizio di Robilant, fondatore e presidente di RobilantAssociati,
società di brand advisory e strategic design che ha appena firmato
il restyling del marchio del vino Gallo Nero-Chianti Classico - ma questo
suo ruolo potrebbe essere certamente sfruttato meglio: investimenti, ma
soprattutto coordinamento potrebbero permettere di massimizzare le opportunità,
spesso disperse in tante iniziative scollegate tra loro». Il problema
tocca anche il mondo del vino, tassello strategico dell'immagine della
Toscana nel mondo, oltre che motore economico: 700 milioni la stima-record
dell'export 2012, con una crescita vicina al 7% sul 2011, in linea con
quella italiana. La particolarità dei vini toscani, però,
è la vocazione alla qualità: il 72% delle esportazioni arriva,
infatti, da vini Dop, in prevalenza rossi. Brunello di Montalcino, Nobile
di Montepulciano, Chianti Classico e Chianti dominano il mercato e continuano
la marcia, seppur con andamenti diversi per ciascuna denominazione.
Ma i concorrenti internazionali sono in agguato, e affilano le armi per
conquistare i nuovi mercati come Cina, Corea, Brasile. «Su quei
mercati dobbiamo investire tempo e denaro, perché i risultati saranno
a lungo termine», dice Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio
del Brunello di Montalcino, il vino-luxury che non sente la crisi e che
rappresenta il modello del made in Italy di nicchia (9,5 milioni le bottiglie
vendute nel 2012, per il 65% all'estero). Proprio per spingere le vendite
di vino all'estero, Toscana Promozione nei giorni scorsi ha portato a
Firenze 211 buyer stranieri di 36 Paesi, che si sono incontrati con 288
produttori toscani al Buy Wine.
Fonte: IlSole24Ore
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