L'ITALIA DEI SAPORI

A cura di Marina Cioccoloni

PASQUA E LE UOVA

Pasqua, tempo di doni e di antiche usanze. Tra queste una è legata alle uova, che simboleggiano la rinascita e che gli antichi ritenevano germe di vita.
Nella cultura ebraica l’uovo è visto come simbolo sacro: per loro la Pasqua (la parola significa “passaggio”), ricorda l’esodo del popolo d’Israele dall’Egitto guidati da Mosè quindi il momento della rinascita spirituale. Quale simbolo migliore dell’uovo, fonte di vita, per ricordare quel momento?
Alle tradizioni pagane primaverili legate alla rinascita del ciclo vitale della natura nel corso dei secoli si sono succedute quelle cristiane. Ma le uova come simbolo della festa sono rimaste e nel corso dei secoli sono diventate uno degli elementi esteriori della Pasqua. L’usanza di regalarle è nata come abitudine contadina: regalare uova era un augurio di prosperità, ed oltre a ciò l’uovo era un dono gradito perché in una economia povera andava ad arricchire le mense per alcuni giorni.
Col passare del tempo l’usanza si estese anche alle classi agiate. I meno abbienti usavano colorarle, per mezzo di colori vegetali ottenuti da erbe e fiori (spinaci per il verde, lo zafferano per il giallo, le violette peril viola, ecc.), mentre le classi più agiate cominciarono a regalare uova realizzate in materiali preziosi: porcellana, legno smaltato, oro, argento. Ancora oggi in numerosi musei possiamo ammirare le magnifiche uova create dell’orefice Carl Fabergé, molte delle quali destinate allo zar delle Russie.
Il primo uovo di cioccolato fu realizzato in Francia durante il regno di Luigi XIV, il Re Sole, dai cuochi della reggia di Versailles, ma per una vera e propria commercializzazione delle uova di cioccolato si dovette attendere gli inizi dell’800. Da allora esse sono diventate il dono simbolo della Pasqua, augurio di prosperità e abbondanza. Ma a fianco delle uova di cioccolato esiste una tradizione di giochi con le uova che si svolgono in genere nelle piazze al termine della funzione religiosa. Tra le numerose località italiane dove questa tradizione viene riproposta molto tipica è quella di Urbania, in provincia di Pesaro, e che prende il nome del gioco del “Punta e Cul”. Questo gioco molto popolare riprende l'appuntamento pasquale dell'aia contadina, quando, nella mattina di Pasqua e nel giorno di festa successivo, in concomitanza con le scampagnate fuori porta, la popolazione si ritrovava, sfidandosi al gioco dell' uovo. Si preparavano centinaia di uova che venivano portate sull'aia con un canestro di vimini. I concorrenti si disponevano in cerchio per la gara. Le uova venivano sistemate a terra e collocate in fila una dietro l'altra. La gara consisteva nel battere il proprio uovo contro quello dell’avversario. Vinceva chi nel confronto riusciva a mantenere l'uovo intatto, battendo il suo con quello del vicino, continuando finché il suo uovo resisteva e intascando tutti quelli che aveva rotto. Per battere si utilizzava la parte più a punta dell'uovo. In genere poco dopo i concorrenti in gruppi più piccoli si ritrovavano e si sfidavano (privatamente) "a cul", ossia utilizzando la parte posteriore dell'uovo rimasta intatta dopo la sfida precedente. In passato la vincita delle uova significava un piccolo valore, in particolare per le classi meno abbienti. Ancora oggi, la mattina di Pasqua e il Lunedì dell'Angelo, nella piazza centrale di Urbania e negli spazi antistanti alcune pievi limitrofe, al termine della funzione religiosa, questa tradizione viene riproposta e vi partecipano oltre agli anziani anche numerosi giovani e giovanissimi.


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