L'ITALIA DEI SAPORI

A cura di Marina Cioccoloni


CAMPOLI APPENNINO E LA MOSTRA MERCATO DEL TARTUFO BIANCO PREGIATO

Sembra quasi incredibile che a poca distanza dalla capitale esistano ancora luoghi intatti, circondati da una natura rigogliosa. Oasi di verde non inquinato dove tradizioni e modernità convivono tranquillamente, dove gli alberi crescono rigogliosi e dove gli animali selvaggi non si vedono soltanto in cartolina. Paesaggi fatti di verde inframmezzato da borghi secolari, con le case arroccate alle antiche pietre, che invitano alla sosta e all’ammirazione della natura. Per chi ama avventurarsi lungo questi percorsi, tra paesini dal centro storico ancora intatto, dove si passeggia facendo un tuffo nel passato, a novembre una meta ideale senza allontanarsi troppo da Roma è Campoli Appennino con la 26° edizione della sua mostra mercato del tartufo bianco pregiato.

Adagiato sul bordo di una suggestiva dolina carsica, denominata il "Tomolo", a 650 metri di altezza, il paese, conosciuto come Città del tartufo e dell’orso, conserva nel centro storico un museo dedicato al più grande carnivoro d'Europa. Da settembre di quest’anno è stata attrezzata anche un'Area Faunistica dell'Orso Bruno Marsicano, che si sviluppa su una superficie di oltre 15 ettari di bosco, sui cui bordi si snoda il paese. Qui vivono due esemplari dell'ultimo patriarca dell'Appennino, ammirabili dal balcone naturale di Piazza Umberto I.

Vicoli stretti e tortuosi sui quali si affacciano case che al piano terra una volta ospitavano piccole botteghe artigiane, edifici che si sporgono sul ciglio della dolina: l’abitato di Campoli è di origine medievale e segue l’andamento semicircolare della dolina su cui fu costruito. Al centro del paese resta ancora una torre medievale, testimone del tempo in cui il paese era racchiuso all’interno di mura di cinta interrotte da torri di avvistamento, trasformate col passare dei secoli in abitazioni.

La zona dove sorge Campoli è una delle più ricche del frusinate per il ritrovamento del tartufo, e il paese ogni anno dedica due sagre al pregiato tubero, una in agosto, consacrata al tartufo nero estivo e a novembre la mostra mercato del tartufo bianco pregiato, giunta quest’anno alla 26° edizione.

A testimonianza della lunghissima tradizione che lega questo piccolo comune dell'estrema Ciociaria al tartufo, nell’archivio documentale del comune ancor oggi è gelosamente custodita una ricevuta risalente al 1759 che recita: "Sei libbre e mezzo di tartufoli per il Sig. Capitano di cavalleria”...

Fino al 1960 i campolesi lo cercavano utilizzando i maiali: giù nella valle del paese era il tartufo bianco pregiato, in collina il nero. La “caccia al tesoro” inizia a novembre e termina alla metà di aprile. I tartufari più tenaci si cimentano nella ricerca anche nel periodo caldo, periodo in cui trovano il pregiato tubero conosciuto con il nome "fior di maggio” .

Il 20 e 21 novembre prossimo “l’oro bianco di Campoli”, così è stato chiamato, verrà spolverato su primi e secondi e la farà da padrone nella mostra mercato che Campoli Appennino gli ha dedicato. All’interno di un percorso, realizzato nel centro storico, si trovano cantine e vecchie botteghe che, per l’occasione, alzeranno le saracinesche per offrire bruschette, gnocchetti, tagliatelle, vitello conditi con il tartufo. E poi polenta cotta, per oltre un’ora, con un soffritto di carne macinata, seda­no, carota e cipolla tritati il tutto aromatizzato con una spruzzata di vino bianco. L’aggiunta della salsa di pomodoro e, infine, delle scaglie di tartufo bianco completeranno il profumatissimo piatto.

Due giorni per celebrare degnamente il tartufo, fare un tuffo nel passato e assaggiare i piatti di un tempo. E per chi ama la natura anche passeggiate ed escursioni di ogni tipo.
Per ulteriori informazioni: info@tartufodicampoli.it


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