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L'ITALIA
DEI SAPORI
A cura di Marina
Cioccoloni
Lo sposalizio dell'Albero in Basilicata
I
celti dividevano l'anno in due stagioni, invernale ed estiva. In primavera
festeggiavano il ritorno della luce e il risveglio della natura con una
grande festa che si svolgeva a cavallo tra il 30 aprile ed il 1 maggio.
La festa tra i suoi elementi primari aveva l'albero, in genere una giovane
quercia, che veniva scelta in un bosco vicino, tagliata e portata al villaggio.
Qui veniva innalzata, dopo essere stata abbellita, con una cerimonia propiziatrice
di fecondità e benessere, in una simbolica unione tra terra e cielo.
L'albero era il simbolo della rinascita della vita e dell'inizio di una
nuova stagione.
Non è un caso se la maggior parte delle feste che si svolgono
durante la primavera ancora oggi privilegino la natura. Molte tradizioni,
anche religiose, che si continuano a celebrare oggi sono in realtà
eredità di un mondo arcaico e pagano che molto ha a che vedere
con i simbolismi celtici. Le feste del maggio che si celebrano intorno
alla Pentecoste in alcuni paesi della Basilicata sono rappresentazioni
di religiosità popolare sopravvissute dei "culti arborei"
pagani che si festeggiavano prima dell'avvento del cristianesimo e che
la religione ha fatto propri aggiungendovi processioni sacre e patroni
da festeggiare.
Due paesi del Parco Naturale di Gallipoli Cognato
e delle Piccole Dolomiti Lucane, Accettura e Pietrapertosa, ogni anno
verso fine maggio onorano i loro santi patroni e la primavera con la festa
del maggio o "Matrimonio degli Alberi", una specie di nozze
simboliche tra due alberi. La parola “maggio” potrebbe derivare
dal “major” latino, o dalla dea Maja, a cui era dedicata la
festa della fecondazione arborea.
Due paesi vicini, Castelmezzano e Oliveto Lucano, replicano la stessa
festa ma in date diverse: Oliveto Lucano la celebrava a metà settembre
in onore del patrono San Cipriano ma l’ha spostata in agosto per
consentire ai numerosi migranti che non hanno rotto i ponti con il paese
di origine e tornano per le vacanze estive di assistervi. Castelmezzano
festeggia a metà settembre durante la festa di Sant’Antonio.
Cambiano i santi patroni e i nomi attribuiti alla festa (ad Accettura
e Oliveto Lucano è Il maggio, a Pietrapertosa U Masc' e a Castelmezzano
la sagra d’u Masc’), ma Il rituale è sempre lo stesso:
due alberi che vengono tagliati nei boschi vicini, portati in paese e
innalzati nella piazza principale dopo aver unito la fronda del piccolo
al tronco del più grande. Gli alberi provengono dai rigogliosi
boschi che circondano le località e vengono scelti settimane prima
della festa. Il cerro verrà scelto tra i più alti e i più
diritti del bosco, perché diventerà "il maggio",
lo sposo, un agrifoglio dalla chioma bella e frondosa sarà la “cima”,
la sposa, che verrà fissata sul cerro. La vigilia della festa si
organizza il corteo di boscaioli che si recano nel bosco a prelevare i
due alberi.
Il cerro dopo essere stato tagliato viene sfrondato e decorticato per
renderlo il più liscio possibile quindi tra due ali di folla festante
avviene il rientro in paese dei boscaioli con i due alberi, trainati fino
alla piazza principale da robusti buoi di razza podolica. L’arrivo
viene accolto con canti e balli popolari in una festa collettiva alla
quale partecipa tutta la comunità e tra bicchieri di vino che passano
di mano in mano si trascorre la notte che anticipa la domenica.
Al mattino dopo si procede ai lavori per
l’erezione del maggio, e all’albero più grande viene
legata la chioma frondosa. Segue quindi l’abbellimento con nastri
colorati e alle fronde vengono attaccati dei bigliettini con i numeri
dei premi in palio (un “bottino” composto di prelibati prodotti
locali: salsicce, prosciutti, salumi, caciocavalli) che nel pomeriggio
saranno oggetto di sfida tra i giovani più intraprendenti del paese
che si cimenteranno a scalarne il tronco. La forza di molte braccia impegnata
nel tiraggio di grosse funi riuscirà ad innalzare il grande e maestoso
albero tra le urla di incitamento e gli sguardi preoccupati dei numerosi
spettatori che assistono col fiato sospeso. Quando l’albero è
definitivamente fissato la tensione si scioglie in grida di gioia e applausi
per il buon esito della difficile operazione che se non andasse nel verso
giusto sarebbe indice di cattivi presagi per il raccolto estivo. Mentre
nella piazza si consuma l’aspetto profano della festa, in chiesa
si celebra la messa, seguita dalla processione per le vie del paese con
le autorità in prima fila e le donne che portano sulla testa i
grandi "Cinti", ceri decorati e addobbati con fiori e nastri
multicolori. Quando la processione giunge al cospetto del maestoso albero
lo "sposalizio" tra il tronco e la cima riceve la benedizione
del parroco sotto lo sguardo benevolo della statua del patrono.
Il pomeriggio trascorre tra canti, danze e scalate all’ultimo sangue
per aggiudicarsi uno dei premi in palio in un tripudio di sacro e profano
che ogni anno si rinnova.
Info:
Accettura e Pietrapertosa sono due comuni lucani, rispettivamente della
provincia di Matera e della Provincia di Potenza. Le origini di Accettura
risalgono al III secolo a.C., mentre Pietrapertosa fu fondata dai Saraceni
e possiede ancora l'antico impianto arabo con le case incastonate tra
i massi delle dolomiti Lucane e le rovine del maestoso castello normanno.
Fa parte dei borghi più belli d’Italia.
Tra i prodotti tipici locali troviamo insaccati, formaggi ovini e caprini,
soppressate, caciocavallo podolico e deliziosi biscotti artigianali venduti
nei panifici dei due paesi.
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