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L'ITALIA
DEI SAPORI
A cura di Marina
Cioccoloni
La Quintana di Ascoli Piceno
Sembra
che risalga addirittura al ‘300, per la precisione al 1377, il bando
di sfida della Giostra della Quintana, la rievocazione storica che in
luglio e agosto (ma in realtà il programma degli eventi si snoda
fino a novembre quando la “Giornata della storia” pone fine
alle celebrazioni) anima Ascoli Piceno, antichissima cittadina dell’entroterra
marchigiano.
Gli Statuti del 1377 documentano infatti che il 5 di agosto la città
festeggiava il patrono Sant’Emidio con diverse gare di abilità
tra cavalieri dei diversi sestieri e con un torneo cavalleresco. Dopo
un periodo di oblio la manifestazione è stata ripresa nel 1955
quando si è dato l’avvio alla prima edizione della Quintana
che nel panorama delle feste medievali estive italiane è diventata
col passare degli anni una delle più spettacolari e più
fedeli all’originale, tanto da aver ottenuto l’imprimatur
dalla Federazione Italiana dei Giochi Storici.
Tutto
ha inizio ai primi di luglio, quando Ascoli Piceno fa un salto nel passato
e come per incanto torna al medioevo addobbando a festa i sei “sestieri”
(rioni) che compongono la città (Piazzarola, Porta Maggiore, Porta
Romana, Porta Solestà, Porta Tufilla e Sant’Emidio) e con
la presentazione del palio di luglio dà inizio alle celebrazioni.
Di queste i momenti più spettacolari ed entusiasmanti sono la Giostra
al Campo de Giochi e l’imponente corteo storico accompagnato dalle
eccezionali acrobazie degli sbandieratori che con le loro bandiere lanciate
in aria contribuiscono all’atmosfera particolare che pervade la
città.
Il corteo storico conta ben 1400 figuranti che indossano delle rigorose
e perfette riproduzioni di magnifici costumi del ‘400. Lo guida
il sindaco in carica della città, quale Magnifico Messere, abbigliato
anch’egli con un elegante costume d’epoca. Lo seguono le Magistrature,
rappresentate dagli assessori comunali in carica e da altri funzionari
quali i consiglieri provinciali, regionali, i rappresentanti della Camera
di Commercio e vari rappresentanti
delle corporazioni ed ordini. Il fatto che il sindaco partecipi al corteo
in costume è una particolarità specifica della Quintana
di Ascoli e che non si ritrova in nessun’altra celebrazione simile.
Seguono quindi i valletti, le guardie nere, i musici e gli armigeri e
i rappresentanti di ogni sestiere, col console, la dama e i nobili seguiti
da damigelle, paggetti, tamburini e il cavaliere giostrante che si batterà
con gli altri contendenti per conquistare il palio, un drappo che ogni
anno viene dipinto da un noto artista con un soggetto attinente alla Quintana.
Al corteo storico segue l'offerta dei ceri al Vescovo che sul sagrato
della cattedrale benedice il Palio e i cavalieri giostranti tra rulli
di tamburi, suoni di chiarine e scrosci di applausi.
Dopo l’offerta dei ceri la Quintana entra nel vivo e si dà
inizio al torneo vero e proprio, una gara di abilità e destrezza
nella quale scendono in campo sei contendenti, uno per ogni sestiere della
città. Secondo l’ordine stabilito da un sorteggio i cavalieri
dovranno cercare di colpire il bersaglio, cioè uno scudo fissato
al braccio di una sagoma girevole che rappresenta il “saraceno”.
Non solo dovranno cercare di colpire il centro del bersaglio ma dovranno
anche effettuare nel minor tempo possibile un percorso a forma di otto,
rispettando
il tracciato e cercando di non oltrepassarne il limite, pena la squalifica.
Tutto si svolge in rapida successione ma quegli attimi sono momenti di
estrema partecipazione collettiva che coinvolge tutti, cavalli, cavalieri
e spettatori fino alla proclamazione del vincitore.
Uno dei prodotti locali più tipici sono le olive ascolane, che
prendono il nome proprio dalla città di Ascoli Piceno. Si tratta
di grosse olive verdi dalla polpa delicata e carnosa molto adatte ad essere
farcite all’interno con un ripieno a base di carne. Dopo il raccolto
vengono immerse in un bagno di soluzione potassica per togliere il sapore
amaro e quindi conservate in salamoia fino al momento dell’utilizzo.
Dopo la farcitura si passano nell’uovo battuto e nel pangrattato
e si friggono in abbondante olio. Si consumano calde e sono molto adatte
come antipasto. Nel 2005 hanno ottenuto la DOP.
(foto Ente Quintana)
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