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L'ITALIA
DEI SAPORI
A cura di Marina
Cioccoloni
La Perdonanza Celestiniana a L'Aquila
Sono
ormai 714 anni che alla fine di agosto di ogni anno a L'Aquila, in Abruzzo,
si rinnovano le celebrazioni per la "Perdonanza Celestiniana",
ricorrenza legata all'elezione al soglio pontificio di Celestino V e all'indulgenza
plenaria perpetua concessa all'epoca dal Pontefice. L'evento può
essere una buona occasione per visitare il territorio, ricco di particolari
eccellenze gastronomiche. Un po' di storia: il 5 luglio 1294 Celestino
V venne eletto Papa come successore di Niccolò IV nel conclave
di Perugia. Volle essere incoronato a L'Aquila, e precisamente nella Basilica
di Santa Maria di Collemaggio, costruita per suo volere dai monaci nel
1288. Per l'occasione convennero nella città abruzzese le più
alte personalità d'Italia e d'Europa dell'epoca: re, cardinali,
nobili, oltre a tanta gente comune. Il Papa decise quindi di concedere
una particolare indulgenza straordinaria a tutti coloro che, ricchi o
poveri, dai vespri del 28 agosto fino ai vespri del 29 agosto avessero
varcato pentiti la soglia della basilica di Collemaggio. Emanò
una bolla, oggi conservata presso il Comune dell'Aquila, con la quale
confermava la sua decisione, e stabiliva che fosse rinnovata ogni anno.
L'anno dopo Bonifacio VIII, nuovo pontefice in carica, con una bolla emanata
il 18 agosto 1295, cioè solo dieci giorni prima che i fedeli potessero
di nuovo lucrarla, tentò inutilmente di annullare l'indulgenza,
ma il provvedimento del nuovo Papa fu disatteso da fedeli, monaci e autorità
civili che si rifiutarono di obbedire a Bonifacio VIII, che aveva ordinato
di consegnargli la Bolla, e diedero corso alla cerimonia che dal 1295
si replica ogni anno con un solenne copione.
Ogni 28 agosto un corteo storico, detto il "Corteo della Bolla"
e composto da autorità laiche, religiose e circa mille figuranti
in costume, sfila per le vie della città de L'Aquila e accompagna
solennemente il documento della Bolla, dalla sede del Comune alla Basilica
di Collemaggio, a simboleggiare l'unione tra l'autorità laica e
quella religiosa. Al corteo partecipano anche gruppi storici italiani
e stranieri provenienti da località legate in vario modo alla città
abruzzese. Tra questi una rappresentanza della città tedesca di
Rottweil, gemellata con L'Aquila, in ricordo di Adam von Rottweil, lo
stampatore tedesco allievo di Gutenberg che nel 1482 giunse a L'Aquila
da Venezia e vi introdusse la stampa a caratteri mobili.
Personaggio principale del corteo è la "Dama della Bolla",
che sfila reggendo un cuscino su cui è posato il fodero cilindrico
nel quale è conservata la pergamena della bolla di Celestino V.
Al suo seguito il "Giovin Signore", con in mano un ramo di ulivo
con cui, una volta giunto davanti alla Porta Santa della basilica celestiniana,
il Cardinale designato dalla Santa Sede batte per tre volte sul portale,
ordinando così la sua apertura ufficiale. La "Dama della Croce",
porta invece il cuscino su cui è adagiata la croce che il Sindaco
dona al rappresentante della Santa Sede a nome della
cittadinanza in segno di omaggio. Per un giorno intero la Bolla rimane
esposta all'interno della basilica di Collemaggio, e fa ritorno in Comune
con un altro corteo solenne la sera del 29 agosto, dopo che l'Arcivescovo
de L'Aquila ha chiuso la Porta Santa (che si trova sul fianco sinistro
della basilica) e posto ufficialmente la parola fine al rito. L'indulgenza
straordinaria della "Perdonanza Celestiniana", risalente al
1294, è più antica di quella concessa in occasione del giubileo,
in quanto quest'ultimo fu indetto per la prima volta solamente nel 1300
da Papa Bonifacio VIII.
Il territorio de L'Aquila,
cittadina abruzzese nel cuore dell'Appennino centrale, è composto
prevalentemente da boschi e montagne e non ha sbocchi al mare. Tra le
sue eccellenze gastronomiche troviamo carni ovine (abbacchio) e bovine.
Oltre quindi ad arrosti e salumi e insaccati (famoso è il caratteristico
salame "aquilano" di forma squadrata), l'abbondante produzione
di latte ovino ha favorito la produzione di ottimi formaggi e ricotta
che viene utilizzata per la creazione di squisiti dolci. In stagione non
mancano pregiati funghi e castagne. I primi piatti (sagne, ravioli, ecc.)
vengono conditi con sughi corposi, preparati con abbondante carte ovina,
e primi e pietanze sono spesso arricchiti con l’”oro vermiglio”,
cioè il prezioso zafferano DOP dell’Aquila. Il dolce tipico
de L'Aquila è il torrone al cioccolato, composto di nocciole, zucchero,
miele, albumi d'uovo e cioccolato di copertura. Ha la particolare caratteristica
di mantenersi morbido a qualunque temperatura, grazie ad un particolare
dosaggio degli ingredienti durante la fase della lavorazione. E per chiudere
il pasto ci sono infusi e digestivi preparati con erbe del territorio.
Il più famoso? La Genziana, un amaro naturale alla cui base è
la radice di genziana, raccolta ovviamente negli alti pascoli della zona.
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