L'ITALIA DEI SAPORI

A cura di Marina Cioccoloni


La Madonna della Bruna e la distruzione del carro

Sono più di 600 anni che ogni 2 luglio la città di Matera si anima per la più importante festa cittadina, occasione che riporta in città anche i materani che vivono e lavorano lontano. Cuore della festa è la statua della Madonna della Bruna, conservata tutto l’anno nella Cattedrale, che viene fatta sfilare per le vie cittadine trasportata da un carro trionfale la cui preparazione segue un preciso rituale e che alla fine verrà letteralmente distrutto.

Tutto ha inizio mesi prima con la scelta della scena centrale che deve essere riprodotta sul carro e che ogni anno deve essere diversa. La scelta viene fatta dal vescovo che esamina le varie proposte e dà mandato al cartapestaio di eseguire il carro annuale, che verrà montato poi su una struttura motrice. Il complesso lavoro di preparazione del carro e degli addobbi deve essere terminato per il 29 giugno quando, dopo la benedizione del vescovo, il tutto viene esposto alla cittadinanza. Da allora fino alla mattina del 2 luglio la città vive in uno stato di euforia per la festa imminente. Il laboratorio dove si è svolta la preparazione del carro diventa meta di un continuo pellegrinaggio: materani, turisti e semplici curiosi fanno visita al manufatto che si trasforma nell'argomento di conversazione principale di quei giorni. Secondo la centenaria tradizione locale il carro è realizzato in cartapesta ed ogni anno i cartapestai cittadini (nomi famosi sono Pentasuglia, Epifania, Nicoletti) fanno a gara per ricevere il mandato dal Vescovo. E' quindi inevitabile che alla fine del lavoro esso venga ammirato, giudicato, esaminato e confrontato con quelli delle edizioni degli anni precedenti, per dare un giudizio sull'opera dell'artista di turno, e le opinioni abbondano su quale sia più bello, se il colore dell'anno è troppo scuro, o troppo vivace, se ci sono troppi fiori, se l'addobbo è troppo pomposo o troppo misero.

Nel frattempo tutta la città si veste a festa, giostrai e clown animano il centro cittadino che viene addobbato di spettacolari luminarie e invaso da mille bancarelle. La mattina del 2 luglio alle cinque del mattino con una serie di fuochi d'artificio e botti si dà inizio alla processione dei pastori che vede sfilare per le vie della città il quadro della Vergine. Verso le 11 è la statua della Madonna che esce dalla Cattedrale e dopo esser stata deposta sul carro trionfale viene portata in processione fino alla parrocchia di Piccianello accompagnata dall'Arcivescovo e dalle maggiori autorità cittadine, a cui fa seguito il folto gruppo di fedeli. Insieme sfilano anche dei cavalieri a cavallo, che secondo la tradizione affiancano il carro e accompagnano la Madonna della Bruna.

Nel pomeriggio la statua della Madonna fa il percorso inverso, e lasciata la parrocchia di Piccianello fa ritorno in Cattedrale percorrendo le vie del centro cittadino. Arrivata davanti alla cattedrale il carro trionfale con la statua compie tre simbolici giri completi della piazza per indicare la presa di possesso della città da parte della Madonna dopo di che la statua rientra in Cattedrale dove rimarrà fino all'anno seguente. E' questo il momento tanto atteso dalla popolazione: deposta la statua, il carro riprende la marcia per giungere in Piazza Vittorio Veneto. Qui, appena giunto in un punto preciso della piazza esso viene assaltato dalla folla. Ognuno cercherà di prenderne un pezzetto, di riuscire ad afferrare una immagine, una statuina, che verrà conservata in casa e mostrata come cimelio prezioso e in pochi minuti del carro rimarrà solo il ricordo.

Un viaggio a Matera è l'occasione per assaporare una cucina tradizionale basata su ricette tipicamente contadine, come ad esempio "favette con la cicoria", un piatto che si basa su fave seccate messe a bagno per ammorbidirle e quindi cotte in acqua finché non se ne ottiene una purea. La cicoria di campo dopo lessatura accompagna la purea di fave e il tutto viene condito con olio di oliva crudo.

Matera è famosa in particolare per il suo pane di grano duro, dalla tipica forma a cresta di gallo, a pasta gialla e di lunga conservazione , ricosciuto con il marchio IGP - Indicazione Geografica Protetta dalla Commissione Europea. L'impasto vien cotto in forno a legna e un tempo, quando il pane preparato in casa veniva portato a cuocere nei forni pubblici, ogni famiglia aveva il proprio timbro con cui marchiava le forme per poterle riconoscere a cottura ultimata.

Da non dimenticare il vino locale, il primitivo, un rosso corposo e di alta gradazione.


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