|
L'ITALIA
DEI SAPORI
A cura di Marina
Cioccoloni
Il Dolcetto di Dogliani e la Fiera del Bue Grasso di Carrù
Luoghi
intatti e preservati, ancora capaci di offrire sensazioni autentiche lontane
da stereotipi e facili mode. E’ quanto offre Dogliani e il suo territorio
a chi si avventura per strade che in questo periodo profumano di mosto
e specialità fatte in casa.
Siamo nelle Langhe, un territorio affascinante caratterizzato da un'alternanza
continua di colli tra i 400 e gli 800 metri di quota, disposti in lunghe
catene assottigliate alle creste, patria di nobili rossi dai nomi altisonanti:
Barolo, Barbaresco, Dolcetto sono vini che hanno contribuito a fare la
storia dell’enologia italiana e la cui fama ha travalicato i confini
nazionali. Dogliani in particolare è la patria del Dolcetto, il
vino che stregò alla metà del secolo scorso anche il Presidente
della Repubblica Luigi Einaudi, che qui acquistò i vigneti ancora
oggi di proprietà della famiglia e fece conoscere il Dolcetto oltre
i confini regionali. La Bottega del Vino Dolcetto di Dogliani, associazione
volontaria nata nel
1984, è in prima linea per la promozione del territorio e di questo
splendido vino rosso corposo ricco di struttura ed equilibrio.
La cittadina è espressione di un Piemonte “vero”, lontano
dai riflettori, che rifugge le mode e dove l’ospitalità rurale
è ancora un valore. Zigzagando per il territorio numerose sono
le opportunità di turismo originali a cominciare da Dogliani stesso,
un borgo racchiuso attorno al suo castello e diviso in due parti. Il castello
infatti domina l’altura e conserva ancora quasi intatta la sua fisionomia
di “ricetto” medievale. Tutto intorno numerosi piccoli paesi
costellano le colline coltivate a vite, tanto care a Cesare Pavese che
nei suoi libri ne raccontò i suoni, gli odori e i sapori.
Per chi vuole visitare Dogliani e i suoi sorprendenti dintorni, in questo
periodo oltre alla possibilità di gustare il Dolcetto c’è
una buona ragione in più: l’occasione di visitare la Fiera
Nazionale
del Bue Grasso di Carrù, ed assaporare fino in fondo lo spirito
di questo evento storico, che proprio questo 2010 compie cento anni. Il
15 dicembre 1910 si tenne infatti la prima fiera, istituita per volontà
dell' Amministrazione comunale e del Comizio Agrario di Mondovì,
per porre rimedio alla grave carenza di animali per la macellazione, e
il conseguente aumento dei prezzi della carne. Ma in realtà la
Fiera ha origini ancora più antiche, perché è dal
1473 che si hanno notizie certe di un mercato di bestiame che aveva luogo
a Carrù con cadenza bisettimanale.
Il Bue Grasso è un animale appartenente alla razza piemontese;
i buoi grassi erano bovini che, alla fine della loro carriera lavorativa,
venivano ingrassati e preparati per la macellazione. Una dimostrazione,
questa, dello spirito gourmet che da sempre caratterizza la regione.
Oggi la
fiera del Bue Grasso di Carrù è diventata un appuntamento
tradizionale e folcloristico la cui importanza si è diffusa in
tutta Italia e che si svolge ogni anno il secondo giovedì prima
di Natale. Il suo scopo è promuovere l'allevamento dei bovini di
razza piemontese, favorendo così il consumo di carni di qualità.
Infatti alla fiera sono ammessi unicamente animali da macello di razza
piemontese, divisi nelle categorie manzi, buoi, vitelli, vitelle, manze,
vacche, tori e torelli.
Appuntamento quindi al 16 dicembre, per assaporare vini sorprendenti come
il Dolcetto di Dogliani e degustare piatti tipici locali il cui componente
principale saranno le nobili carni di razza piemontese.
Archivio
[ Leggi
le notizie precedenti ]
|
|
|