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L'ITALIA
DEI SAPORI
A cura di Marina
Cioccoloni
Ottobre, castagne a volontà
Archiviato il caldo con gli ultimi soli settembrini l’autunno fa
capolino con i frutti tipici del periodo, castagne, funghi e tartufi.
Tartufi e funghi diffondono il loro intenso profumo per i boschi e diventano
gli ingredienti principali di piatti prelibati mentre le castagne sono
le protagoniste di numerose feste di piazza lungo tutto lo stivale.
Verso la metà di ottobre inizia per tutto il Bel Paese la stagione
delle castagne. L’Italia è la capolista in Europa per superficie
di castagneti, diffusi sugli Appennini e sulla fascia prealpina con circa
800.000 ettari di territorio coltivato a castagne. Il castagno, pianta
molto antica che risale al Cenozoico, è un albero della famiglia
delle Fagacee (Castanea sativa) che dall’Asia minore si è
poi diffusa in tutta l’Europa meridionale. Ha bisogno di terreni
ben drenati e profondi che non siano calcarei per prosperare e dato il
suo sviluppo piuttosto lento comincia a produrre castagne solo 25 anni
circa dopo l’impianto.
Racchiusa entro un riccio che la protegge da agenti chimici esterni, la
castagna ha diverse varietà (Castagna della Madonna di Canale d’Alba,
Castagna Reggiolana, Castagna del Mugello, dei Monti Cimini, Roscetta
della Valle Roveto, Castagna di Montella, ecc.) Di pezzatura piccola ogni
riccio ne contiene tre, con in genere le due più grandi ai lati.
Altra pezzatura, più grande, per il Marrone, che è il frutto
dell'albero coltivato. Ogni riccio ne contiene uno solo e a differenza
della castagna, la pellicina interna è facilmente separabile.
Considerata per secoli il “pane dei poveri” la castagna ha
sempre avuto un ruolo centrale nell’alimentazione umana, e dopo
essere stata utilizzata da sempre come sostituto dei farinacei, solo da
un paio di secoli viene utilizzata anche per la preparazione di dolci
deliziosi (chi non conosce il montblanc?) e recentemente anche come base
per trattamenti di bellezza.
Ricca di proteine vegetali, sali minerali (potassio, fosforo, zolfo, magnesio,
cloro, calcio, ferro, sodio) e vitamine (C, B1, B2, PP), la castagna fornisce
250 kcal per ogni 100 grammi di prodotto. E’ indicata in caso di
anemia ed esaurimento nervoso e fisico ed essendo priva di glutine è
adatta per le diete dei celiaci.
Tra le qualità più famose e conosciute troviamo in Toscana
le castagne della zona del Mugello che nel 1996 hanno ottenuto il marchio
Igp (indicazione geografia protetta). Altra Igp l’hanno ottenuta,
sempre nel 1996, le castagne di Montella, che nel 1987 avevano già
meritato il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata
(DOC). Montella è una località della provincia di Avellino
in Campania ricca di boschi dove si producono migliaia di quintali di
castagne pregiate la cui notorietà ha travalicato i confini regionali.
Questo grazie all'elevata professionalità raggiunta dai castanicoltori
della zona e ai numerosi laboratori artigiani locali dove le castagne
che non vengono vendute allo stato naturale sono lavorate in diversi modi
che contribuiscono ad esaltare il livello qualitativo del prodotto: dolci
di castagna, marmellate, marrons glacées, castagne conservate sotto
liquore e castagne del prete.
La "castagna del prete" è un prodotto tradizionale tipico
di Montella, che viene preparato con un particolare procedimento di cottura
al forno. Il processo di produzione si divide in tre fasi: essicazione,
tostatura e ammollo. L’essicazione avviene in locali destinati appositamente
a questo scopo e denominati "gratali", dove le castagne vengono
riscaldate per oltre dieci giorni dal fuoco prodotto dalla combustione
di legno di castagno. Questa fase riduce il contenuto di acqua presente
nelle castagne e conferisce un caratteristico aroma di affumicatura al
prodotto. La successiva fase della tostatura avviene in speciali forni
dove grazie all'imbrunimento degli zuccheri presenti nella castagna, si
ottiene una ulteriore caratterizzazione organolettica del prodotto. Si
passa quindi all’immersione in acqua per circa sette giorni. Terminata
anche questa fase del laborioso processo le "castagne del prete",
sono pronte per essere gustate.
Per quanto riguarda le sagre che si svolgono tra ottobre e novembre per
celebrare questo frutto prelibato, esse sono numerosissime in tutte le
zone d’Italia dove sono presenti dei castagneti. Impossibile elencarle
tutte. Tra le più famose citiamo quelle che si tengono nel Mugello
in Toscana (la più nota è quella di Marradi, giunta quest’anno
alla 49° edizione,7-28 ottobre, http://lnx.pro-marradi.it/)
nei diversi paesi dei Monti Cimini in Provincia di Viterbo (le feste,
paese per paese, si protraggono per tutto il mese di ottobre e alla Sagra
della Castagna di Soriano nel Cimino, le cui origini sembra che risalgano
a secoli fa, è legato il Palio con un magnifico corteo storico,
http://www.sagradellecastagne.com
), a Sante Marie (40° edizione, 1-4 novembre 2012, http://www.prolocosantemarie.it/)
e in numerose altre località della Provincia de l’Aquila,
e la Sagra della castagna IGP di Montella (Avellino), che quest’anno
si svolge nel centro storico del comune dal 9 all’11 novembre con
annessa una mostra di prodotti tipici ed artigianato locale (http://www.comunemontella.it/eventi/scheda_castagna-montella.php).
Una curiosità: alle pendici dell’Etna, nel territorio di
Sant’Alfio lungo la provinciale che conduce a Linguaglossa, si trova
un albero alto più di 20 metri, il "Castagno dei Cento Cavalli".
Secondo Bruno Peyronal, noto docente di botanica all’Università
di Torino, l’albero ha un'età stimata tra i 3000 e i 4000
anni ed è il più grande d'Italia e il più antico
d'Europa. Il suo nome è legato alla leggenda secondo cui la regina
Giovanna d'Aragona e il suo seguito di cento cavalieri durante un temporale
trovarono riparo sotto le sue enormi chiome. Descritto anche da Goethe
nel suo “Viaggio in Italia” l’albero dal 2008 è
tutelato dall'Unesco.
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