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L'ITALIA
DEI SAPORI
A cura di Marina
Cioccoloni
I mercatini di Natale, una tradizione anche Italiana
Avvento è il nome dato al periodo
di quattro settimane che precede il Natale, simboleggiato dalla corona
dell’Avvento e dalle quattro candele (rosse) che la decorano e che
indicano le quattro domeniche che mancano. Ogni domenica la tradizione
vuole che se ne accenda una. Una tradizione tipicamente nordica che dai
paesi del Nord Europa da alcuni anni è giunta fino a noi insieme
ai Christkindlmärkte, i mercatini di Natale e al Calendario dell’Avvento.
Il
Calendario dell’Avvento è un modo per vivere più intensamente
il passare dei giorni e l’avvicinarsi della festa. Calendari dell’Avvento
di ogni tipo e foggia si trovano ormai comunemente in numerosi negozi
e su diverse riviste se ne pubblicano versioni da preparare in casa per
i volenterosi che hanno buona manualità e vogliono magari coinvolgere
i bambini nella preparazione. C’è anche chi attiva le sue
doti di fantasia inventandosi un personalissimo calendario rispettando
sempre il concetto di base, e cioè avvicinarsi al Natale contando
i giorni che passano. 24 quindi debbono essere le caselle del calendario,
che può essere un tabellone di cartone, stoffa, o altro materiale
e dalle forme più svariate. Simpatici quelli a forma di abete,
o di babbo natale con una grossa pancia dove applicare le caselle numerate.
Queste corrispondono ai giorni che ci separano dal Natale e debbono essere
fatte in modo da poter essere scoperte, una al giorno, a cominciare dal
1° di dicembre. Sotto ogni casella ci può essere ciò
che suggerisce la fantasia, una frase da leggere e su cui riflettere,
un simbolo o un oggettino da conservare, oppure un cioccolatino o altro
dolcetto da assaporare come per esempio i biscottini speziati tipici di
questo periodo.
Passando ai mercatini di Natale bisogna dire subito che il loro
vero nome è Christkindlmärkte e la dice tutta sulla provenienza.
Perché i mercatini di Natale, da pochi decenni spuntati come funghi
in tutto lo stivale diventando in breve tempo la caratteristica più
saliente del periodo dell’Avvento, sono in realtà una tradizione
dei paesi nordici, della “mitteleuropa” per la precisione.
A contendersi il titolo di mercatino di Natale più antico d’Europa
sono in parecchi, ma sembra che il primo sia stato quello di Dresda, in
Sassonia, dove già nel 1434 si teneva uno Striezelmarkt, cioè
mercato degli Striezel, tipico dolce natalizio tedesco. Al secondo posto
Strasburgo, il cui mercatino è documentato dal 1570, seguita da
Norimberga che dal 1628 allestisce nella Rathausplatz un mercatino che
con i suoi 150 banchi è il più grande della Germania.
Eppure a guardar bene, anche l’Italia
può vantare i suoi mercatini natalizi, alcuni poco conosciuti ma
tipici come non mai perché legati a feste religiose locali che,
dato il periodo, si sono sempre celebrate oltre che con eventi religiosi
anche con bancarelle ricche di mercanzia natalizia. E così possiamo
citare a Bari la festa di San Nicola, patrono dei marinai, che oltre ad
essere un motivo per allestire una fiera locale è anche l’occasione
per portare doni ai bambini, come fa anche Sankt Nikolaus che sfila per
le vie di numerosi paesi e città nordiche con il suo corteo distribuendo
doni e dolcetti ai piccini. A Milano in occasione della festa di Sant’Ambrogio
(7 dicembre) per alcuni giorni ecco le bancarelle della fiera degli Oh
bei, oh bei, una delle tradizioni milanesi più antiche. Mentre
il profumo delle caldarroste e dei vini aromatici si spande per l’aria
si passeggia ammirando giocattoli, addobbi, dolciumi e prodotti alimentari,
in particolare quelli tipici natalizi, artigianato, antiquariato, modernariato
e oggettistica varia. Un mercato per tutti i gusti e tutte le tasche che
proprio per la quantità di merce esposta faceva esclamare ai bambini
quel “oh bei oh bei” (che belli, che belli) da cui la fiera
ha preso il nome.
A Roma da metà dicembre fino alla sera del 6 gennaio all’ombra
della magnifica fontana dei fiumi e allietato dalle musiche degli ultimi
zampognari il mercato di Piazza Navona offre giocattoli e dolciumi per
riempire le calze di grandi e piccini. La passeggiata pomeridiana per
vedere dal vivo la Befana e Babbo Natale è un must al quale nessuna
famiglia romana con bimbi si sottrae e, se fatta prima delle feste, è
anche un’occasione per cogliere informazioni sui regali più
graditi da mettere sotto l’albero.
A Napoli la Via di S. Gregorio Armeno, regno tutto l’anno delle
botteghe dei pupari dalle cui mani escono presepi che sono delle vere
opere d’arte, durante il periodo natalizio diventa la strada più
affollata di Napoli. Con in mano una pizza fritta calda si cammina tra
la calca ammirando le ultime produzioni e cercando magari il pezzo da
aggiungere al presepe di casa.
A Lecce invece fin dalla prima metà
del secolo XVI si svolge l’antica Fiera di Santa Lucia, un importante
mercato popolare che col tempo è diventato noto tra gli appassionati
proprio per le figure presepiali realizzate in cartapesta e in terracotta,
espressione tipica dell’artigianato sacro leccese. La Fiera, che
prima si teneva solamente il giorno della festa di Santa Lucia, cioè
il 13 dicembre, da alcuni anni si svolge dal 5 al 24 dicembre ed è
diventata col tempo una delle fiere italiane più accreditate per
l’acquisto di oggettistica presepiale e un vero mercato natalizio
nel quale non si vende soltanto tutto quello che occorre per fare il presepio,
ma anche pregevoli oggetti e manufatti di ogni tipo realizzati con le
tecniche e i materiali tipici dell’artigianato salentino. Infatti
tutto quello che si trova sui banchi deve essere rigorosamente realizzato
a mano e non è permessa l’esposizione e la vendita di oggetti
prodotti industrialmente. Le bancarelle invadono le vie centrali della
città barocca, e nelle case e nelle trattorie si gustano Pittule
e purceddruzzi, tipici piatti locali che si preparano proprio durante
le feste di fine anno.
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