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L'ITALIA
DEI SAPORI
A cura di Marina
Cioccoloni
LA PROCESSIONE DEL VENERDI’ SANTO DI ALATRI
La
Pasqua è una di quelle occasioni ideali per un viaggio alla scoperta
di qualche angolo della nostra bella Italia, in particolare quegli anni
in cui cade, come in questo 2011, ad aprile inoltrato, quando le possibilità
di godere di giornate con più ore di luce e baciate dal sole sono
maggiori.
Un’Italia che per l’occasione si trasforma in un enorme teatro
all’aperto. Da nord a sud dello stivale infatti molti paesi durante
la Settimana Santa mettono in scena rievocazioni storiche della passione
di Cristo interpretate dalla popolazione locale e che sono degli spettacoli
unici, veramente da non perdere. Ce n’è per tutti i gusti:
alcuni paesi ripercorrono tutte le fasi della vita di Cristo cominciando
dall’Annunciazione o ancor prima, mettendo in scena quadri viventi
animati da numerosi personaggi, altri si concentrano principalmente sulla
passione e crocifissione di Cristo, altri ancora inseriscono nelle scene
personaggi estranei retaggio di antichi culti pagani. Insomma, per chi
vuole assistere ad una di queste rappresentazioni la scelta è davvero
ampia e ardua.
Ad
Alatri, un grazioso borgo storico della provincia di Frosinone, la rievocazione
in costume della passione di Gesù va in scena ogni anno la sera
del Venerdì Santo, con tutti gli abitanti che partecipano alla
più antica manifestazione cittadina. La rievocazione come si svolge
oggi risale infatti alla fine del ‘700 e si snoda per le vie del
centro storico alla luce delle candele dopo la processione dei misteri.
I diversi quadri viventi sono impersonati da numerosi figuranti così
inseriti nel copione da dare l’impressione allo spettatore di non
assistere a delle scene teatrali ma di essere veramente partecipe di avvenimenti
accaduti più di 2000 anni fa. Al termine delle scene di toccante
realismo viene rappresentata la crocifissione di Gesù e dei due
ladroni con giochi di luci e effetti scenici.
Ma Alatri non si ferma qui e appena dopo Pasqua, il mercoledì,
la cittadina celebra la festa patronale di San Sisto con processione religiosa
e un’interessante fiera di merci varie. In settembre invece va in
scena il Palio delle Quattro Porte, un gioco curioso e che risale ai tempi
in cui i pastori lasciavano i loro paesi e andavano ad accompagnare le
greggi alla transumanza. Il palio, che
consiste in una gara di tiro al formaggio che vede lanciatori che con
forme di formaggio si sfidano per le vie del centro storico, si teneva
prima con le saporite forme di pecorino locale. Oggi invece, grazie ad
uno scambio “gastronomico-culturale” con la provincia di Parma,
la curiosa gara si svolge con grosse forme di parmigiano reggiano. Inutile
dire che per l’occasione gli spettatori arrivano da ogni parte d’Italia,
anche perché in contemporanea si svolge anche la tradizionale fiera
delle cipolle che celebra un altro tipico prodotto locale.
A parte questi eventi, la cittadina merita una visita approfondita: oltre
alla tipica impronta medievale del centro storico, possiede un’imponente
acropoli cinta da mura ciclopiche composte da enormi massi. Nelle mura
si aprono due porte, la più importante delle quali è la
porta maggiore che colpisce per l’imponenza del colossale architrave
monolitico del peso di 27 tonnellate che la sovrasta. La porta immette
nel vasto perimetro dell’acropoli (ben 2300 metri quadrati) che
secondo gli studiosi dovrebbe risalire al VII secolo a.C. e che testimonia
la posizione di rilievo avuta dalla località prima di passare sotto
il dominio di Roma.
L’ampia
spianata dell’acropoli, che doveva avere la duplice funzione di
spazio sacro e presidio difensivo, oggi è in parte occupata dalla
Cattedrale di San Paolo. La chiesa è meta di numerosi pellegrinaggi
perché in una cappella della navata destra, all’interno di
un’ampolla di vetro si custodisce la reliquia del miracolo dell’Ostia
Incarnata. Lo straordinario evento accadde 800 anni fa. Protagonista ne
fu una donna del luogo che, come scritto sulla bolla papale di Papa Gregorio
IX che sanciva l’autenticità del fatto: “suggestionata
dal cattivo consiglio di una malefica donna, dopo aver ricevuto dalle
mani del sacerdote il corpo sacratissimo di Cristo, lo trattenne in bocca
fino al momento in cui, colta l’occasione favorevole, lo potè
nascondere in un panno, dove, dopo tre giorni, ritrovò lo stesso
corpo, che aveva ricevuto in forma di pane, trasformato in carne, come
tuttora ognuno può constatare con i propri occhi”.
Testo e foto di Marina Cioccoloni per ASA marzo 2011
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