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IL
FALSO ITALIANO
A cura di Roberto
Rabachino
La contraffazione è un danno sociale
L’italian sounding
toglie al nostro paese quasi 50 miliardi, con 2/3 di prodotti venduti
all’estero che di italiano hanno soltanto il nome (ndr: o forse
neanche quello!). La pirateria agroalimentare nel mondo utilizza impropriamente
parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che
richiamano al nostro Paese per alimenti che non hanno nulla a che fare
con la realtà produttiva nazionale.
Un inganno questo favorito dalla mancanza di trasparenza in etichetta
per la quale anche nell’Unione Europea non si prevede l’obbligo
di indicare in etichetta la provenienza della materia prima utilizzata
negli alimenti come stabilisce e approvata all’unanimità
dal Parlamento italiano ma rimasta fino ad ora inapplicata.
I Paesi dove sono piu' diffuse le imitazioni sono Australia, Nuova Zelanda
e il Nord America ma a preoccupare sono anche i paesi emergenti come la
Cina dove il falso Made in Italy è arrivato prima di quello originale
e rischia di comprometterne la crescita.
Un vero è proprio danno sociale.
Una sola domanda: quanti posti di lavoro si potrebbero creare in Italia
con il recupero di almeno una parte di quei 50 miliardi di euro?
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