IL FALSO ITALIANO

A cura di Roberto Rabachino


Una rapina da 7 milioni di euro l'ora e da 60 miliardi di euro l'anno

A tanto ammonta il business dell'agropirateria, della contraffazione, della frode nei confronti dell'agroalimentare italiano, il più clonato nel mondo. Dai prosciutti all'olio di oliva, dai formaggi ai vini, dai salumi agli ortofrutticoli: è un continuo di 'falsi' e di 'tarocchi' che stanno provocando danni rilevanti non solo alle Dop e Igp italiane, ma all'intero sistema agroalimentare.

L'agropirateria, la contraffazione, l'imitazione, e soprattutto l'italian Sounding generano un volume d'affari pari a poco meno della metà dell'intero valore della produzione agroalimentare made in Italy. E i danni non vengono provocati a un'unica impresa o a una singola fase produttiva. Il valore sottratto alla produzione agricola pesa sull'intera filiera impegnata in produzioni di qualità. E la situazione sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti. Ormai le truffe viaggiano anche su Internet. Non c'è più da stupirsi nel trovare in vendita in rete il Prosciutto di Parma, il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano prodotti in Argentina, in Australia o in Cina.

Il più copiato tra i prodotti Dop e Igp è il Parmigiano Reggiano. Il suo tarocco si trova in Argentina, in Brasile, in Giappone, ma anche in Germania e nel Regno Unito. Seguono il Prosciutto di Parma e quello di San Daniele, il Grana Padano, la Mozzarella di bufala e l'Asiago. Una lunga serie di plagi, che colpiscono un numero sempre più alto di prodotti di qualità. Non ultimo il Gorgonzola, commercializzato con il nome di Tinboonzola e Cambozola.


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