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IL
BENESSERE A TAVOLA
A cura di Gudrun
Dalla Via [dallavia@asa-press.com]
PU0’ UN BUON CIBO FAR STARE MALE?
Certo che può! E persino un alimento che abbiamo sempre tollerato
e digerito benissimo può, all’improvviso, essere causa di
problemi: evidenti o – peggio ancora – subdoli e difficili
da ricondurre alla vera causa. Occorre infatti distinguere tra allergie
e intolleranze alimentari: sono diversi i tempi e le modalità di
reazione, come sono diversi gli organi del sistema immunitario coinvolto,
e sono diversi i sistemi diagnostici nonché l’approccio terapeutico.
Le allergie “vere” sarebbero rare
Così
affermano alcuni allergologi “classici”: infatti una irritazione
da contatto o una repulsione personale o disgusto non sono sinonimo di
allergia.
Le allergie “vere”, con intervento massiccio delle immunoglobuline
E (chiamate anche IgE) sono in effetti rare (circa l’1 % della popolazione);
le reazioni dell’organismo però possono essere drammatiche:
da un’orticaria violenta e deturpante fino allo shock anafilattico.
E’ prudente evitare ogni traccia dell’allergene, per tutta
la vita.
Sono invece sempre più diffuse, e in misura crescente anche tra
i bambini piccoli, le intolleranze alimentari, ma … sono necessari
altri esami per scoprirle.
La notizia buona però è che in caso di intolleranza non
occorre astenersi dal cibo incriminato per tutta la vita; basta in genere
evitarlo per alcuni giorni, inserendo poi un giorno “libero”
nel quale si può fare uso dell’alimento in questione. Dopo
alcuni mesi di questa dieta, l’organismo si riabitua e tollera senza
reazioni avverse il cibo incriminato. Tuttavia è importante scoprirlo,
altrimenti sottoponiamo l’organismo ad uno stress continuo che può
ridurre notevolmente la qualità della vita.
Intolleranze alimentari: sintomi subdoli
Le
intolleranze alimentari possono causare una grande numero di sintomi.
A livello cutaneo potreste osservare eczema, orticaria, prurito locale
o generalizzato, pelle eccessivamente irritabile, eccessiva o troppo scarsa
sudorazione, pallore, acne, lesioni dermatologiche varie.
Osservate però anche bocca e gola: ulcere o afte in bocca, gengive
gonfie, difficoltà a deglutire, salivazione eccessiva o troppo
scarsa, bocca secca, cattivo sapore in bocca; faringite o laringite, raucedine,
gonfiore in gola possono essere altrettanti segnali.
A livello dell’apparato digestivo possono verificarsi modifiche
dell'appetito (eccessivo o scarso), frequenti singhiozzi o rutti, iperacidità,
nausea, dispepsia, vomito, ulcera gastrica o duodenale; stipsi, tendenza
a diarrea, crampi, dolori addominali, sindrome di intestino irritabile,
flatulenza, meteorismo, difficoltà a perdere peso, morbo di Crohn,
colite, coliche intestinali (nei poppanti), prurito anale.
Frequentissimi
anche i problemi dell’apparato respiratorio: corriza, rinite o sinusite
cronica, "naso chiuso", prurito, starnuti frequenti, olfatto
ridotto o aumentato (ipersensibilità), polipi nasali, asma, eccesso
di cerume auricolare, respiro affannoso o difficile, iperventilazione
(respiro eccessivamente rapido), laringite o raucedine cronica, tosse
cronica.
Anche vista confusa, prurito, dolore o bruciore agli occhi o fotofobia
(senso di fastidio alla luce) possono segnalare un’intolleranza
alimentare.
Non meno frequenti sono problemi a muscoli o articolazioni: crampi, spasmi,
tremore, debolezza muscolare, rigidità muscolare, dolore articolare,
articolazioni rigide o gonfie, miosite (infiammazione dei muscoli), artrite
reumatoide.
Da prendere in considerazione infine i problemi all’apparato cardiocircolatorio
resistenti agli approcci terapeutici consueti; tra questi sudorazione
generalizzata, infiammazioni di vene, capillari e arterie, edemi (ritenzione
d'acqua), tendenza a contrarre lividi vistosi e
remissione lenta.
Appartengono a disturbi del sistema nervoso centrale sintomi come sonnolenza,
problemi di apprendimento o di concentrazione, senso di irrealtà
o di confusione, rapidi cambiamenti d'umore, vampate di calore, convulsioni,
cefalee, senso di affaticamento cronico, depressione, ansietà,
perdita di memoria, insonnia, tremori, vertigini, perdita di equilibrio
e spesso hanno come causa o concausa un’intolleranza.
I test da fare
Esistono numerosi esami clinici; alcuni di questi sono adatti esclusivamente
per scoprire forme di allergia, altre invece rivelano anche le intolleranze.
Saper scegliere significa evitare perdite di tempo prezioso.
Ecco qualche indicazione.
Come nasce un’intolleranza
alimentare?
Solitamente nei momenti in cui il sistema immunitario è costretto
agli straordinari, cioè durante un’infezione in atto. Circostanze
difficili sono soprattutto:
* rialzi febbrili (per esempio a causa di influenze o infezioni)
* gastroenteriti acute con febbre, nausea, vomito o diarrea
* ferite o traumatismi, tra cui interventi chirurgici
* terapie prolungate a base di cortisone
* uso intensivo, ripetuto o prolungato di antibiotici
* uso prolungato di farmaci antinfiammatori
* parassitosi intestinali e candidosi
* alcune infezioni virali
* condizioni prolungate o gravi di stress fisico o emotivo
* disturbi digestivi, in particolare pancreatici
* intolleranze alimentari preesistenti e non curate
In
quei momenti è bene evitare il consumo di proteine animali (dato
che sono di struttura più complessa), riposarci, e mangiare in
modo estremamente leggero e digeribile, e ciò ancora per circa
due settimane dopo la scomparsa dei sintomi. Infatti nei momenti di infezioni,
ferite ecc., il sistema immunitario ha tutte le sue armi pronte e tende
ad avventarsi anche su chi fino ad allora era riconosciuto come un amico
o una sostanza neutra. Il problema è che da quel momento in poi
rimane una "memoria" del fatto, un po' come il file in un computer:
ogni volta che questa sostanza viene nuovamente introdotta nell'organismo,
il sistema immunitario manda delle staffette speciali per esaminarla accuratamente.
Se si tratta di una sostanza che consumiamo quotidianamente, ciò
costituisce un dispendio notevole di lavoro e di energia: in pratica viviamo
come se fossimo perennemente malati e produciamo sostanze infiammatorie,
soprattutto istamina, che si diffondono facilmente in tutto il corpo,
causando debolezza e altri sintomi (ved. sopra).
Qualche accorgimento utile
Quando il sistema immunitario
è stato a lungo sotto stress e lo manifesta con l’intolleranza
ad uno o più alimenti, è opportuno essere particolarmente
attenti negli acquisti.
Impariamo prima di tutto o leggere attentamente le etichette di ogni alimento
preconfezionato per conoscerne l’esatta composizione. A volte i
termini possono mandarci in confusione; allora è utile sapere che
- Le etichette più trasparenti — quelle decisamente da “premiare"
con l'acquisto — sono quelle che dichiarano in percentuale ogni
singola sostanza contenuta.
- Chiedetevi: perché dovreste mangiare cose che non conoscete?
Scegliete solo alimenti con ingredienti i cui nomi sono assolutamente
chiari.
- Più è lungo l’elenco degli ingredienti più
la situazione rischia di complicarsi.
- Ogni volta che trovate sull'etichetta la lettere E seguita da un numero
a tre cifre, sappiate che si tratta di un additivo. La prima cifra vi
dà informazioni sul gruppo a cui appartiene l'additivo.
- Quelli che iniziano con 1 sono coloranti, tutti usati esclusivamente
per migliorare l'aspetto del prodotto. (Ma un prodotto buono e genuino
ha bisogno della maschera?)
- Gli additivi da 200 a 299 sono conservanti.
- Con il 3 iniziano gli antiossidanti e con il 4 gli emulsionanti e stabilizzanti.
Attenzione: Non tutti gli additivi sono di sintesi, ma anche quelli di
origine naturale possono dare luogo ad intolleranze individuali.
Inoltre, osservare una “dieta semplice” quando si è
sotto stress: pochi ingredienti per ogni pasto, e possibilmente tutti
freschi e ben compatibili tra loro, secondo le regole delle buone combinazioni
alimentari. Meglio frutta e verdura di stagione, con una buona “rotazione”:
non sempre, ogni giorno, gli stessi alimenti. Variare giova!
(Per saperne di più: “Allergie
e intolleranze alimentari” di Gudrun Dalla Via, ed. Punto d’Incontro,
144 pagine, Euro 9,90)
Da IL SOMMELIER, n. 2-2006.
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