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IL
BENESSERE A TAVOLA
A cura di Gudrun
Dalla Via [dallavia@asa-press.com]
NELLA CUCINA DI CLASSE, C’E' SPAZIO PER IL CRUDO?
Prometeo fu punito dagli Dei per aver portato il fuoco agli uomini; ma
forse il genere umano è stato punito ancor più pesantemente,
con un'infinità di malattie degenerative, da quando si è
dimenticato di mangiare regolarmente cibi crudi. Consumare cibi esclusivamente
o in prevalenza cotti può comportare inconvenienti di una gravità
enorme.
L’elogio del crudo
E' vero: la cottura può esaltare alcuni aromi; ma distrugge anche
la maggior parte dei profumi e sapori originali per cui sentiamo la necessità
di aggiungere poi sale e condimenti vari, non sempre giovevoli alla salute.
Molte vitamine sono termolabili, e il loro tenore viene notevolmente ridotto
con la cottura.
I sali minerali e gli oligoelementi vengono dilavati nella bollitura.
Gli enzimi vengono addirittura totalmente distrutti a temperature superiori
ai 50°C, molti addirittura sopra i 40°C. Questo è forse
l'aspetto più importante e al tempo stesso il più trascurato:
ogni cibo ha bisogno, per essere digerito e opportunamente utilizzato,
di enzimi altamente specifici. Normalmente, nel cibo sono presenti TUTTI
gli enzimi necessari per scindere gli ingredienti in sostanze nutritive
"pronte per l'uso". Se non vengono quindi distrutti da stoccaggi
molto lunghi, irraggiamento o calore, essi rendono i cibi decisamente
"vitali". Altrimenti, il nostro organismo deve mettere a disposizione
gli enzimi specifici, con un notevole dispendio energetico. Ciò
significa, tra l'altro, che avvertiamo istintivamente il bisogno di una
maggiore quantità di cibo per sentirci sazi e gratificati, e di
conseguenza affatichiamo ulteriormente l'apparato digerente, per non parlare
di eventuali problemi di sovrappeso.
Studi relativamente recenti sottolineano la grande importanza per la nostra
salute di altre sostanze contenute nei cibi, i micronutrienti come per
esempio polifenoli, antociani, flavonoidi e fitormoni. Sappiamo ancora
poco dell'effetto del calore su queste sostanze. Comunque il fatto che
i flavonoidi siano responsabili della colorazione dei vegetali e che i
colori tendano a sbiadire durante la cottura è un ulteriore indicatore
su possibili perdite di altre sostanze preziose.
Un
ulteriore vantaggio dei vegetali crudi: hanno un ottimo effetto idratante.
Questo ultimo è leggermente diverso rispetto a quello prodotto
dall'acqua semplice perché le piante la filtrano ripetutamente;
quindi si tratta di acqua particolarmente pura.
Il cibo crudo mantiene sani e forti i denti
e le gengive perché ci obbliga a masticare, massaggia le gengive
e svolge un'azione pulente naturale. Inoltre, l'alito è più
fresco e pulito.
Frutta e verdura cruda sono amiche della
linea. Infatti inducono più rapidamente e più efficacemente
un piacevole senso di sazietà. Inoltre, le fibre non alterate dalle
temperature elevate favoriscono meglio la motilità intestinale.
Un processo chiamato leucocitosi ha luogo
solo quando introduciamo del cibo cotto. Dato che il nostro organismo,
nonostante secoli di assuefazione - ma che cosa sono, in confronto alla
lunga storia dell'uomo? - non sa riconoscere perfettamente gli alimenti
cotti, il sistema immunitario attiva le sue truppe, soprattutto sotto
forma di leucociti (globuli bianchi) per riconoscere e combattere potenziali
nemici. Questo stato di all'erta costituisce un notevole dispendio energetico.
Ecco perché ci sentiamo più pieni di energia, quando consumiamo
cibi crudi. Un trucco: consumare un piatto di crudités almeno all'inizio
del pasto blocca la leucocitosi. Quindi è sicuramente una buona
regola cominciare ogni pasto con della frutta o verdura cruda.
Tutto crudo?
Moltissimi alimenti possono
essere consumati crudi.
Per i cibi di origine animale occorre osservare delle rigorose regole
igienico-sanitarie, mentre la quasi totalità degli alimenti vegetali
si presta al consumo crudo. Persino cereali e leguminose, purché
vengano fatti germogliare prima. In tal caso diventano addirittura dei
super-alimenti, particolarmente preziosi, oltre a chicche gastronomiche.
I piselli e le fave, finché sono molto giovani e teneri, possono
essere consumati crudi, in insalata.
Però ci sono delle eccezioni:
Spinaci e bietole contengono acido ossalico per cui non è consigliabile
un consumo crudo in quantità consistenti. Lo stesso vale per fagioli
e fagiolini.
Sperimentare l’uso crudo di zucchini teneri e freschissimi, tagliati
finemente, o di cavolfiore o altri tipi di cavoli può invece essere
interessante, specie per le insalate miste.
L’estate: il momento per imparare a mangiare crudo
Quando fa caldo si gradisce maggiormente un piatto fresco, e il crudo
diventa un’opzione che può attraversare tutto il menù,
dall’antipasto di verdura cruda, alla minestra fredda come il gazpacho,
al pesce crudo accompagnato da abbondanti insalate miste, agli spiedini
di frutta o la macedonia.
La presentazione può essere di alta gastronomia: i colori brillanti
e la varietà di forme dei vegetali aiutano.
Persino i bambini, a volte restii ad assaggiare cose insolite, sono allettati
da questo tripudio di cromatismi e potranno scoprire gusti nuovi.
Pronto per l’uso –
ma non troppo
In molte case si fa poco uso
di insalate e verdure crude perché si ritiene che la pulizia e
la preparazione sia laboriosa. Certo, buttare in padella un fettina e
scaldare il contenuto di una scatoletta è più veloce, ma
portare in tavola delle insalate e verdure crude miste non è poi
troppo impegnativo, specie se ci si organizza.
L’insalata per esempio può essere mondata e lavata al momento
dell’acquisto, asciugata bene (in un’apposita centrifuga,
oppure in uno scolapasta o un telo), poi avvolta in un telo asciutto e
infilato in un sacchetto di plastica. Nella parte bassa del frigorifero
si conserva fino a 3 o 4 giorni. Basta poi tagliarla e condirla.
La verdura mista può essere preparata per due pasti consecutivi,
ma è importante riporla subito dopo il taglio in un contenitore
ermetico e conservarla al fresco.
I supermercati oggi offrono una vasta gamma di insalate e verdure crude
già lavate, pronte per l’uso. Per chi va di fretta, è
una buona soluzione. Meglio però tagliarla al momento perché
ogni taglio è come una ferita dalla quale si disperdono nutrienti,
e il cibo si ossida molto più in fretta. Tuttavia, è sempre
meglio un piatto di verdura comperata pronta per l’uso, piuttosto
che rinunciare a consumarla!
Condire al momento
Una buona regola per mantenere croccante l’insalata è quella
di condire al momento di portare in tavola. Soprattutto l’aceto,
se lasciato a lungo a contatto, “cuoce” i vegetali più
delicati. Un velo d’olio invece ripara un poco dal contatto con
l’aria, quindi riduce l’ossidazione; ma con il passare delle
ore contribuisce ad ammorbidire le verdure. Il sale poi tende ad attirare
l’acqua, quindi a formare un sughetto e ad asciugare invece le verdure.
Conservare separatamente!
I cibi crudi andrebbero conservati sempre rigorosamente separati da quelli
cotti, per evitare il rischio di tossinfezioni. I microrganismi che tendono
a proliferare sui cibi cotti sono infatti di tipo diverso da quelli degli
alimenti crudi; gli uni a contatto con gli altri possono diventare più
insidiosi per la salute umana, rispetto a quando rimangono nel loro ambiente
naturale.
(Il Sommelier – marzo 2006)

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