IL BENESSERE A TAVOLA

A cura di Gudrun Dalla Via
[dallavia@asa-press.com]


GUFI O ALLODOLE?


Vi capita di osservare con invidia delle persone attive e di buon umore già di primo mattino, mentre voi ancora cercate di "prendere quota"? Probabilmente avrete la vostra rivincita verso sera, quando le "allodole", le persone mattiniere, manifestano segni di stanchezza e voi invece avete ancora molta voglia di fare.
Queste differenze sono una conseguenza dei bioritmi personali e tendono a restare immutabili per tutta la vita. Dipendono infatti da una specie di orologio interno che comincia a scorrere... al momento della nascita.
 
Per calcolare i momenti di massima energia
basta conoscere il proprio orario di nascita. La curva ascendente comincia due ore dopo questo orario e perdura per circa otto ore. Si verifica una fase discendente di tre ore, poi una nuova fase ascendente, pure di tre ore, seguita da un nuovo calo.
Chi è nato alle 6 del mattino (pare che la maggior parte delle nascite naturali, non pilotate avvenga intorno a quell'ora!) noterà un massimo di energia dalle otto in poi, fin verso le 4 del pomeriggio, e poi nuovamente dalle 7 fino alle 10 di sera.
Non sarà facile adeguare gli orari di lavoro ai bioritmi personali, ma conoscerli è ugualmente utile: per programmare impegni particolarmente importanti e soprattutto ... per digerire meglio! Il cibo ingerito nella "fase calante" infatti viene digerito solo con difficoltà e aumenta il senso di spossatezza, mentre quello consumato nella fase energetica migliora ulteriormente il nostro rendimento.


 
L'orologio della salute
Vi sono però alcuni ritmi circadiani uguali per tutti.
Determinati farmaci sono più efficaci in alcuni orari e lo sono meno in altri. E' molto importante saperlo perché varia la dose necessaria per ottenere lo stesso effetto: una pastiglia potrebbe essere troppo poca alla sera, e invece troppa al mattino, o vice versa. Anche gli effetti secondari indesiderati variano, secondo il momento dell'assunzione. Quindi è importante attenersi scrupolosamente alle prescrizioni del medico oppure chiedere spiegazioni al farmacista, oltre naturalmente a leggere i foglietti allegati ai farmaci. E' inoltre utile osservare le proprie reazioni ed eventuali variazioni di queste nei diversi orari per annotarle e segnalarle al medico curante.
            * La temperatura corporea varia secondo l'orario. La punta minima si verifica intorno alle cinque del mattino (meglio coprirsi di più, di primo mattino) per salire costantemente fino al tardo pomeriggio. Quindi è normale, in caso di infezioni o influenza, sentirsi febbricitanti nel pomeriggio e verso sera e alzarsi sfebbrati il mattino dopo.
            * Il nostro sistema immunitario è più attivo al mattino. La produzione massima di cortisolo viene raggiunta tra le 6 e le 8; le piastrine responsabili della coagulazione del sangue hanno una maggiore coesione nelle prime ore del giorno e sembra anche che le cellule preposte ad attaccare e distruggere i virus e altri agenti patogeni raggiungano allora il massimo della loro forza. Le allergie, un "eccesso di difesa" del nostro sistema immunitario, si manifestano di preferenza tra le 3 e le 11 del mattino.
 
Quando occorre "spostare l'orologio"
L'ideale sarebbe poter vivere in armonia sia con i grandi ritmi della natura che con i nostri bioritmi personali. Purtroppo, non sempre ciò è possibile. Pensiamo per esempio ai
            * lavori in turno. Molte professioni richiedono prestazioni negli orari notturni. Per le persone "gufo", nate verso sera, il lavoro notturno non crea eccessivi problemi, e l'organismo riesce ad adattarsi abbastanza bene. Rimane però il problema di potersi concedere ugualmente un numero sufficiente di ore di luce diurna, indispensabile per il nostro benessere fisico e, non ultimo, per il nostro buon umore.
Molto più impegnativo è il cambio ripetuto dei turni di lavoro, perché ogni volta l'organismo deve fare uno sforzo non indifferente per adattare i suoi ritmi sonno-veglia alle mutate condizioni. In questi casi è utile osservare la propria reazione a diversi alimenti. Questi infatti possono aiutare a conciliare il sonno oppure favorire lo stato di veglia. In generale sono utili per il pasto pre-sonno tutti i carboidrati complessi (quindi pane, pasta, riso, polenta, patate, zucca); inoltre le solanacee come pomodori, peperoni, melanzane e le patate; latte, formaggio, uova; banane, ananas, fragole, fichi, datteri; lattuga, tutte le verdure della famiglia brassicacee (tutti i tipi di cavoli); tisane come camomilla o tiglio, e un occasionale bicchiere di birra o di vino.
Il pasto prima di iniziare il lavoro in un orario insolito deve essere particolarmente leggero ma al tempo stesso saziante e stimolante. Il pesce e i molluschi possono essere molto adatti. Gli abbondanti contorni di verdure possono essere insaporiti con aromi stimolanti come zafferano, noce moscata, cumino, zenzero. Meglio prevedere anche qualche spuntino leggero, per i momenti di "abbiocco": yogurt, formaggio fermentato (tipo gorgonzola), un pezzetto di cioccolata, una tisana di menta.


 
            * Prevenire il jet lag può salvare qualche prezioso giorno di vacanze e rendere meno pesante il rientro. Chi, per proprio bioritmo, è "allodola", non avrà particolari problemi nei fusi orari d'Oriente, nell'andata, e non patirà il rientro invece da viaggi verso l'America. Per i "gufi", vale l'opposto. Comunque, ecco qualche stratagemma:
- Qualche giorno prima del viaggio, andare a letto prima (per voli a Oriente) o più tardi del solito (per viaggi a Occidente).
- Attrezzarsi per un volo confortevole, specie se questo è lungo: mocassini o pantofole morbidissime e leggere, abbigliamento largo, occhiali scuri o "paraocchi" per ripararsi dalla luce.
- I posti vicino al finestrino sono preferibili perché si può più facilmente  abbassare la tendina, e non si viene svegliati da altri passeggeri che desiderano passare.
- Consumare pasti che favoriscano il sonno (ved. sopra).
- Quindi, schiacciare più pisolini possibili. Quantomeno, si accumulerà poco sonno arretrato.
- Arrivati a destinazione, cercare di esporsi il più possibile alla luce del mattino, che è quella più importante per il riassetto dell'orologio interno. Nel pomeriggio si può tranquillamente fare la siesta se se ne sente il bisogno.
- Per il resto, non sforzarsi a dormire ma assecondare le esigenze del proprio organismo.
 
“Vivere a Tempo Pieno” 1-2006

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