IL BENESSERE A TAVOLA

A cura di Gudrun Dalla Via
[dallavia@asa-press.com]


BERE ACQUA: SI! Ma quanta e quando, come e quale?

Più importante del cibo e anche di tutti i farmaci, l’acqua è davvero la sostanza che ci è indispensabile per vivere, per star bene e per conservare un aspetto giovanile. Ma ne sappiamo davvero abbastanza?
 
Siamo fatti d'acqua
Sì, il nostro corpo è composta da acqua,  per più della metà, anche se distribuita in modo non uniforme. Questa è una delle ragioni per cui è importante assumerla: per ripristinare il livello ottimale.
Quanta acqua nel nostro corpo? Da giovani siamo decisamente più “ricchi d’acqua”, soprattutto nei tessuti molli, nella pelle e nei tessuti connettivi e sottocutanei, poi un po’ “fatalmente” ma soprattutto per nostre errate abitudini, il tenore d’acqua si riduce progressivamente, come dimostra, tra l’altro, l’aspetto della pelle.
 
Quanto bere?
Un po’ come per qualsiasi argomento, gli esperti sono discordi sulla quantità. I consigli variano da un litro e mezzo a tre litri al giorno, ma ovviamente si deve tener conto dell’alimentazione, la quale dovrebbe già essere ricca di acqua, abbondante nella frutta e verdura. C’è poi differenza secondo il peso corporeo della persona, l’attività che svolge, la stagione dell’anno. Determinate condizioni (come per esempio trovarsi in aereo) dovrebbero indurre a bere decisamente di più: circa mezzo litro d’acqua per ogni ora di volo!
Una cosa è certa: l’unica vera bevanda è l’acqua. Caffè, tè, cole, limonate e simili non sarebbero da considerare, come apporto di liquidi. Le tisane e il tè verde, anche i centrifugati freschi, allungati con acqua, possono invece essere conteggiati.
 
Quando e come?
Quasi sempre: cominciando al mattino appena svegli, e poi spesso, durante la giornata, però preferibilmente fuori pasto.
E’ meglio bere spesso, a piccoli sorsi, piuttosto che grandi bicchierate tutte insieme in un unico momento.
Per la temperatura, ci si regolerà secondo i gusti personali: calda, tiepida o fresca, l’acqua fa sempre bene. E’ però meglio evitare gli estremi, cioè l’acqua bollente o ghiacciata.
 
Minerale, da tavola o di rubinetto?
L’Italia è un paese fortunatissimo, ricco di sorgenti d’acqua di ottima qualità. Poche altre nazioni al mondo possono contare su una simile abbondanza. E anche l’acqua fornita dagli acquedotti, cioè quella che esce dai nostri rubinetti, è buona, nella maggior parte dei casi, persino nelle grandi città.
Eppure in Italia il consumo pro capite di acqua in bottiglia è il più alto del mondo! Magia della pubblicità? Certamente, ma quella c’è anche altrove. Diffidenza innata? Forse, ma allora perché non siamo diffidenti anche nei confronti della pubblicità?
 
L’acqua di casa nostra
Le regole d’igiene e i controlli per l’acqua di rubinetto sono decisamente più severe rispetto a quelle delle acque imbottigliate.
Il contenuto in sali minerali è paragonabile: vi sono zone con residuo fisso maggiore o minore.
E’ possibile informarsi sull’acqua di casa in diversi modi.
* ASL (Azienda Sanitaria Locale) e ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente):  Controllo e monitoraggio della qualità delle acque
* Legambiente: Diffusione degli impianti di depurazione; numero, tipologia.
* ARPA, Regioni, Province: utilizzo dell’acqua per usi potabili e dati generici sui consumi
* ARPA: quantità di precipitazioni
* BUR, Bollettino Ufficiale Regionale: recepimento della legge 36/1994.
Le informazioni che si possono ottenere con una semplice telefonata (alle ASL o all’Azienda Municipalizzata):
* durezza dell’acqua (solitamente espressa in gradi francesi)
* residuo fisso (in mg per litro)
* numero di pozzi che alimentano la rete, o comunque la provenienza dell’acqua
* la frequenza e il tipo di controlli eseguiti, sui singoli pozzi e su campioni della rete
* l’eventuale uso di cloro, ozono, UV o altro
* l’ossidabilità per mg
* la conducibilità (microSiemens per cm3)
* il pH
* gli eventuali livelli di nitrati ecc se riscontrati
 
 
“Minerale”: Saper leggere l’etichetta
Se comperate l’acqua minerale, l’etichetta dovrebbe dirvi tutto sul contenuto. Leggetela attentamente e confrontatela con quella di altre marche. Come per tutti gli alimenti vale la regola generale che l’abbondanza di informazioni, anche oltre quelle richieste per legge, è segno di serietà e merita il vostro apprezzamento.
La disposizione delle informazioni può variare da una marca all’altra; quindi ci basiamo sulle usanze più diffuse.
* Ai margini dell’etichetta trovate lotto di produzione, il giorno (da 1 a 31) il mese (sempre in numeri, da 1 a 12) e l’anno. Dato obbligatorio, ma di non facile interpretazione; la chiave di lettura deve essere depositata presso le ASL.
* “Da consumarsi preferibilmente entro ….”
* Il nome commerciale.
* La scritta con la classe merceologica, in questo caso “Acqua minerale”.
* Contenuto in l, cl o dl; in Italia sono commercializzati contenitori da 140 cc a 2 litri.
* Qualità più importanti; può riferirsi alla composizione in sali minerali o all’effetto dell’acqua sulla salute
* Analisi batteriologica; “microbiologicamente pura”. La legge prevede l’assenza assoluta di coliformi, streptococchi fecali, stafilococchi aurei, clostridi solfito-riduttori, pseudomonas aeuruginosa; consentita è una certa presenza di microbi saprofiti.
* Analisi chimica: caratteristiche chimiciche e chimico-fisiche, per esempio pH (grado di acidità o alcalinità, temperatura alla sorgente, conducibilità elettrica, durezza totale, residuo fisso a varie temperature; sostanze disciolte in un litro d’acqua; gas disciolti in un litro d’acqua
* Classe di appartenenza dell’acqua minerale, secondo il grado di mineralizzazione, cioè i valori di residui fissi: minerale, mediominerale, oligominerale
* Autorizzazione della vendita con Decreto Ministero della Sanità., numero, data, e eventuali delibere regionali con numero e data.
* “Non disperdere il contenitore nell’ambiente”, un richiamo a non inquinare. (L’ideale è la raccolta differenziata, meglio ancora il vuoto a rendere.)
* Codice a barre: interpretabile solo da chi è munito di un apposito lettore: il distributore o le autorità competenti, o il fornitore stesso.
 
Dati facoltativi ma interessanti sono:
* data di imbottigliamento (perché bere “acqua di annata”, anziché fresca?) o TMC (Termine Minimo di Conservazione)
* citazioni sugli effetti sulla salute, per esempio diuretici, lassativi, indicata per neonati, per diete povere di sodio, stimolanti per la digestione, le funzioni epatobiliari se concesse dal Ministero della Sanità in base alle sperimentazioni del caso
* numero di telefono verde per il consumatore
 
Acqua da tavola
E’ acqua non proveniente da una sorgente minerale. Può essere, nella migliore delle ipotesi, sorgiva, ma può essere anche da altra provenienza. Può aver subito dei trattamenti di potabilizzazione prima di essere confezionata in bottiglie o altri contenitori.  E’ un’opzione quando si desidera bere “semplicemente acqua” ma non si ha accesso ad acqua potabile.
 
Minerali; tanti o pochi?
Quanta confusione su questo argomento!
Come abbiamo appena visto nelle etichette, si fa distinzione tra acqua minerale, mediominerale, oligominerale, secondo il cosiddetto residuo fisso. Ebbene, perché i venditori di acque minerali cercano di convincerci all’acquisto dicendoci che l’acqua del nostro rubinetto è “dura”, quando spesso la loro acqua in bottiglia ha all’incirca la stessa quantità di ioni di calcio e di magnesio? O perché altre acque minerali vengono pubblicizzate come particolarmente “leggere”, cioè con pochi minerali, ma poi alcuni nutrizionisti ci consigliano di consumare molti latticini per l’apporto di calcio, oppure di assumere degli integratori alimentari per mantenere la densità ossea? Nefasta poi la tendenza ad usare acque fortemente demineralizzate (osmosi inversa, ultrafiltrata e simili) da bere o cucinare: è un biglietto accelerato verso l’osteoporosi e altri problemi di salute.
 
In generale si può dire che chi ha particolari problemi di salute dovrebbe chiedere al medico il tipo di acqua in bottiglia da bere, e per quanto tempo. Normalmente, chi proprio desidera bere acqua di bottiglia, farà bene a variare tipo e marca.
 
La natura dell’acqua
Per sua natura, l’acqua è in costante movimento. Scorre, evapora, si ricondensa: è così che si rigenera e si autopulisce. L’acqua stagnante è acqua “morta”, povera di ossigeno; lo si nota facilmente anche all’olfatto e al gusto.
Solitamente facciamo scorrere l’acqua per un po’ dal rubinetto, prima di berla, e infatti è una buona norma.
Se è stata chiusa in bottiglia (o altri contenitori, tipo quelli a volte in uso nelle aziende) per settimane o più, possiamo comunque ridarle un po’ di vita con il movimento: basta versarla dall’alto in una caraffa o un grande bicchiere, e da lì più volte avanti e indietro in un altro contenitore. Noterete la differenza.
E se il comune fa clorare l’acqua potabile? Per fortuna il cloro è molto volatile: basta mescolare l’acqua in una brocca e poi lasciarla riposare per qualche minuto, e il cloro se ne sarà andato. Annusate per essere sicuri: l’odore di candeggina deve scomparire completamente. Eventualmente versate più volte da un contenitore all’altro, anche in questo caso.
Cominciano a diffondersi sempre più dei congegni utilizzabili nei ristoranti e in casa per migliorare l’acqua potabile. Alcuni di questi sono davvero ottimi, altri lo sono meno, ma può valere la pena di approfondire l’argomento, confrontando tra loro le varie offerte.
 
(Pubblicato Esthetitaly ottobre 2006)

(Per saperne di più: “Acqua buona, acqua sana”, Edizioni il Punto d’Incontro, Gudrun Dalla Via, 152 pagine, Euro 9,90)
 


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