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IL
BENESSERE A TAVOLA
A cura di Gudrun
Dalla Via [dallavia@asa-press.com]
IL CIOCCOLATO CRUDO CHE FA BENISSIMO
Chiamato “cibo degli dei” dai Maya prima,
dagli Aztechi poi, adorato e condannato di volta in volta nell’epoca
nostra, tra eccessi e dietetica. Il cacao può essere davvero un
farmaco, un tonico, un “conforto per l’anima e il corpo”,
e senza dare problemi né di peso, né di iperglicemia, né
di dipendenza o di intolleranza/allergia. A patto di scoprire il cacao
crudo.
Chicchi di cacao: una materia prima
che davvero vale oro
Nelle antiche culture dell’America centrale, i chicchi crudi del
cacao venivano usati come monete. Montezuma (Motecuhzoma Xocoyotzin),
imperatore della grande città di Tenochtitlàn (oggi Città
del Messico) e dell’impero azteco pagava i suoi soldati, gli operai
ecc. in cacao, e il tesoro nella sua tomba consisteva in chicchi di cacao.
Quando i conquistadores spagnoli compresero il valore di questi chicchi,
presero a chiamarli l’oro nero o semi d’oro. La lavorazione
del cacao era già molto raffinata, così come era il suo
uso. Secondo la legenda, Montezuma consumava 50 tazze di cacao prima di
far visita al suo harem. Ma anche guerrieri e studiosi apprezzavano le
proprietà del chicco prezioso, che aumentava la resistenza allo
sforzo anche prolungato, nonché la capacità di concentrarsi.
A quel tempo non si sapeva ancora nulla di polifenoli, antiossidanti,
neurotrasmettitori e simili; si osservavano semplicemente gli effetti
benefici, e nessuna pianta era alla pari del cacao.
Nutrienti preziosi
Alcuni nomi ci sono diventati familiari, altri possono risultare ancora
ostici, nel lunghissimo elenco dei nutrienti che la scienza alimentare
ha individuato nei semi di cacao.
Il libro “Il cioccolato che fa bene” di D. Wolfe e Shazzie,
ed. Macro, 256 pagine, dedica quattro pagine intere all’elenco dei
costituenti chimici naturali del chicco di cacao. Tra le sostanze esaminate
dalla letteratura scientifica nominiamo (in ordine alfabetico) l’anandamide,
l’arginina, le epicatechine, l’istamina, il magnesio, la feniletilamina
(PEA), i polifenoli, la tiramina e la Vitamina C. Di particolare interesse
quei neurotrasmettitori responsabili per il buon umore o per la capacità
di concentrazione (ne abbiamo già parlato nel numero di Esthetitaly
di ottobre 2002) nonché i polifenoli/antiossidanti.
Albero del cacao – Frutti di cacao
Foto gentilmente messe a disposizione da Chocolat Stella SA, Giubiasco,
Svizzera
La grande differenza tra crudo e cotto
La preparazione tipica dei chicchi di cacao prevede la rimozione della
polpa che li riveste, insieme alla scorza esterna del frutto, poi si lasciano
seccare i semi per renderli conservabili. Finché i semi rimangono
a contatto con la polpa (una volta tolta la scorza esterna), si verifica
una fermentazione che scinde le proteine in aminoacidi, i quali sono più
digeribili per noi e tra l’altro sono responsabili del caratteristico
aroma e gusto di cioccolato. Quindi i tempi di fermentazione e di essiccatura
incidono molto sul risultato organolettico finale.
La popolazione del Centro e Sud America usava il cacao soprattutto come
alimento. In tal caso, esso non ha bisogno di alcuna lavorazione. I chicchi
possono essere mangiati appena tolti dal frutto oppure brevemente essiccati,
con ancora la polpa attaccata: un cibo davvero molto gustoso.
Non è affatto vero che i chicchi di cacao debbano essere fermentati
e/o cotti per diventare commestibili! Anzi, queste procedure modificano
profondamente il tenore di micronutrienti, la loro composizione e la loro
efficacia. Varrebbe davvero la pena di assaggiare il cacao come facevano
i grandi intenditori, attraverso i secoli: essiccato ma non cotto né
altrimenti lavorato. Ecco come si fa: mettete in bocca un chicco di cacao
sbucciato e tenetelo sulla lingua per un momento, poi muovetelo lentamente
per catturarne tutto il sapore. Quando lo masticherete apprezzerete la
sua consistenza croccante. Man mano che masticate la sensazione olfattiva
e gustativa si modifica in numerose sfumature - una più buona dell’altra:
rinfrescante, leggermente secco, vellutato, dolce, floreale, lievemente
amaro e così via.
Solido o liquido?
Il cacao è ricco di antiossidanti. Anche se le procedure industriali
ne abbassano il tenore, sono comunque ancora presenti in buona quantità
anche nel prodotto lavorato. Con una sorpresa: le ricerche all’Università
di Davis/California hanno mostrato che i livelli di antiossidanti nel
sangue aumentano in maniera esponenziale per sei ore, dopo che i soggetti
studiati avevano consumato del cioccolato semidolce. Ma gli antiossidanti
riuscivano a raggiungere le cellule bersaglio in appena trenta minuti
quando il cacao veniva consumato sotto forma di bevanda. (Pare che Montezuma
lo sapesse …) La rivista scientifica The Journal of Clinical Nutrition
e altre pubblicazioni hanno riportato che i polifenoli antiossidanti,
nel cioccolato, esercitano un’azione protettiva sul cuore e sul
sistema circolatorio. Altri studi ancora documentano la capacità
di dilatare i vasi sanguigni, azione molto benefica per ridurre l’ipertensione.
Quel che si trova e si troverà
in commercio
Già si trovano sugli scaffali di negozi per alimenti salutistici
e in alcune erboristerie:
fave di cacao crude, anche da coltivazione biologica e pelate a mano;
cacao crudo in polvere, pure proveniente da coltivazione biologica.
O su internet, dove viene offerta una ricca gamma di prodotti: fave (o
chicchi) con la buccia e senza, fave sbucciate a scaglie, cacao in polvere,
pasta 100 % cacao, tavolette, palline eccetera. Il sito consigliato nel
libro di Macro Edizioni (Il cioccolato che fa bene) suggerisce il sito
www.detoxyourworld.com dove oltre a chicchi e schegge di cacao si possono
trovare anche bacche di goji, maca in polvere, succo di agave, carruba
in polvere e molto altro.
Stella Chocolat, una ditta produttrice di cioccolato di Giubiasco, vicino
a Bellinzona/Svizzera (sicuramente avete già assaggiato il suo
ottimo cioccolato, dato che produce per molte aziende italiane che lo
vendono poi con il proprio marchio) sta studiando una linea di prodotti
realizzati con il cacao crudo.
Che cosa fare con i chicchi di cacao?
Fino a quando i chicchi sono ricoperti dalla buccia, essi si conservano
abbastanza a lungo, anche due o tre anni. Per pelarli potete procedere
in diversi modi.
Se non si presentassero ben asciutti, essiccateli ancora un po’
in forno tiepido. Togliete le bucce con le unghie o con un piccolo coltello.
Oppure mettete i chicchi in ammollo per 30 minuti circa, poi pelateli.
O ancora, lasciate in ammollo per una o due ore, poi disidratateli in
forno tiepido finché l’esterno non diventa croccante; così
il tutto diventa commestibile.
Per gustarli, ci sono molti modi.
Un chicco ogni tanto, masticato crudo – un sapore e aroma indimenticabile!
Come variante, aggiungete qualche cosa dal sapore dolce, per esempio del
miele, del concentrato di mele, del succo di agave o simile.
Aprite un dattero, togliete l’osso, nell’incavo ponete un
chicco di cacao e una bacca di goji, richiudete.
Tagliateli a scaglie o pezzetti e aggiungeteli a macedonie o creme. Anche
una banana tagliata a fette o schiacciata, cosparsa di fiocchi di cacao
crudo, è una delizia.
Mettete i chicchi in freezer, insieme a miele o un altro dolcificante
naturale e gustateli come dessert freddo.
Aggiungete un chicco al tè o alla vostra tisana preferita, o anche
al caffè.
Pestate alcuni chicchi nel mortaio e mescolateli ad un gelato alla crema,
da usare poi come ripieno o guarnizione per vari dolci.
Preparate delle barrette energetiche, per la merenda o per lo sport. Potete
usare cereali in fiocchi o soffiati, semi oleosi interi (semi di sesamo
o di girasole) o frantumati (mandorle, nocciole, noci, anacardi ecc.),
chicchi di cacao tagliati a pezzi, miele o succo concentrato di mele più
olio quanto basta per rendere l’impasto morbido. Versate in stampini
e lasciate rassodare nel freezer.
Provate il cacao come facevano gli antichi maya, con pepe o peperoncino:
aggiungete qualche chicco schiacciato ad un risotto o altro cereale, aggiustate
di sapori secondo il vostro gusto. L’aggiunta di miele è
facoltativa.
Preparate un dessert tutto crudo, con frutta secca come fichi, datteri,
albicocche secche e simili, con semi oleosi come mandorle o nocciole,
con polvere di cacao crudo, frullando il tutto. Aggiungete acqua quanto
basta per ottenere la consistenza desiderata.
(Pubblicato su ESTHETITALY, febbraio 2013)
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