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IL
BENESSERE A TAVOLA
A cura di Gudrun
Dalla Via [dallavia@asa-press.com]
Kiwi, la carica della vitamina C
Oramai si trova tutto l'anno il kiwi - il nome botanico 'actinidia chinensis'
ricorda le lontane origini cinesi - ma il suo grande momento è
proprio adesso, per due ragioni.
In questo periodo è disponibile il kiwi coltivato in Italia, che
quindi non ha subìto trasporti attraverso metà del globo,
per esempio dalla Nuova Zelanda o dalla California. E sopratutto, in una
stagione con maggiore rischio di infezioni, il suo ricco apporto in vitamina
C arriva più che mai opportuno.
UNA MINIERA DI SOSTANZE PREZIOSE
100 mg di vitamina C in un frutto di media grandezza - quindi alcuni kiwi
al giorno aumentano decisamente le nostre difese immunitarie e ci aiutano
a superare prima eventuali infezioni.
Buona fonte di potassio: 320 mg in 100 di frutta. Il potassio è
indispensabile per numerose funzioni dell'organismo: favorisce la concentrazione
mentale e il tono muscolare, la pelle liscia e un corretto ritmo cardiaco.
L'eccesso di sodio (sale da cucina) molto diffuso nella nostra alimentazione
può provocare carenze di potassio, per cui un maggiore apporto
di potassio è sempre utile. Altri minerali presenti nel kiwi sono
magnesio, calcio, cloro, solfo e fosforo.
E' più ricco di vitamina E dell'avocado ed è meno calorico
della mela.
Un nutriente-farmaco a sorpresa sono i minuscoli e morbidi semi dell'actinidia.
Questo tipo di fibra non provoca diarrea ma è un ottimo regolatore
intestinale, spesso utile anche in casi di stitichezza ostinata. La pectina
presente nel kiwi è inoltre nemica dichiarata dell'ipercolesterolemia,
cioè dell'eccesso di colesterolo nel sangue.
Infine, l'actinidina, un'enzima che scinde le proteine della carne e rende
questa più digeribile (un motivo per il quale il kiwi viene consigliato
anche in molte diete dimagranti).
L'ACQUISTO MIGLIORE
Il frutto si presenta come un uovo marrone un po' peloso. Una peluria
abbondante evidenzia semplicemente un frutto fresco e non sottoposto a
maneggiamenti. E' maturo al punto giusto se è leggermente cedevole
al tatto. Se è duro è acido; se è molle è
troppo maturo e comincia a marcire.
In ambiente tiepido, i kiwi finiscono la loro maturazione; per accelerare
quest'ultima, porli in un sacchetto di carta insieme a una mela, una pera
o una banana. Una volta maturi possono essere conservati in frigorifero
per alcuni giorni e comunque ... lontani da altra frutta, per non superare
la giusta maturazione.
I frutti piccoli costano meno ma non sono certamente meno buoni, anzi.
Richiedono solo un po' di fatica in più nel pelarli, ma da un kiwi
maturo al punto giusto si può tirare via la buccia senza neppure
usare il coltello; altrimenti, tagliare all'estremità e pelare
sottile.
IN CUCINA
Per preparare una prima colazione o uno spuntino, il frutto pelato e tagliato
a fette è l'ideale. Tagliato a spicchi o cubetti arricchisce ogni
macedonia di colore e di sapore; si combina bene con spicchi di clementine,
di mango o di ananas. Se la parte bianca vicino al picciolo fosse dura
si può eliminarla. In nessun caso però rinunciate ai semini,
che sono decorativi oltre che molto salutari!
Se volete frullare il frutto intero per una bevanda fresca o una crema
(da versare su macedonie o pan di Spagna), basta spazzolare la buccia
energicamente sotto l'acqua corrente; aumenterà il contenuto in
enzimi.
Questi ultimi impediranno alla gelatina animale di solidificarsi, appunto
perché sono proteolitici ("predigeriscono" le proteine).
Per ottenere un dolce semitrasparente con kiwi crudo, dal colore brillante
e profumo intenso, conviene quindi usare una gelatina vegetale, per esempio
ottenuta dalle alghe (tipo Kanteen flakes).
In compenso, una fettina di kiwi con la buccia strofinata sulla carne,
da lasciare poi riposare coperta per una trentina di minuti, rende questa
molto tenera. Oppure, versare del kiwi frullato sulla carne.
Miele, cannella, vodka e succo di agrumi ne esaltano il profumo, da usare
per sorbetti, mousse, bavaresi, gelati, macedonie.
UNA MASCHERA PER IL VISO
Spazzolare un piccoli kiwi maturo sotto l'acqua corrente, togliere il
"chicco" duro alle estremità, frullare o passare per
il setaccio. Applicare su viso e mani e lasciare in posa per non più
di 3-4 minuti; sciacquare con acqua tiepida. Gli enzimi del kiwi esercitano
un effetto di "bio-peeling".
(Pubblicato 8 gennaio 2010 – Il Giornale)

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