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IL
BENESSERE A TAVOLA
A cura di Gudrun
Dalla Via [dallavia@asa-press.com]
La cucina di Morfeo
“Colazione
da re, pranzo da borghese e cena da povero” può essere una
regola valida, anche per dormire bene? O è addirittura meglio non
cenare? Oppure attenersi al motto dei monaci benedettini, secondo il quale
non si dovrebbe più toccare cibo dopo le sei di sera (le sette,
quando è in vigore l’ora legale) per assicurarsi un sonno
tranquillo e un risveglio pieno di energia? Consigli non facili da attuare,
dati i ritmi e gli orari di lavoro di quasi tutti noi. Per non parlare
dell’occasione festosa, di riunirsi intorno a un tavolo, solitamente
possibile solo alla sera. Allora conviene ricorrere ad alcuni stratagemmi
per conciliare comunque il sonno, con quanto si consuma alla sera.
I Neurotrasmettitori, nostri
alleati per un sonno sereno
Un piccolo esercito a nostra disposizione per essere rilassati e pronti
per un buon sonno quando serve, e invece svegli e concentrati quando è
il momento di esserlo. Sono i neurotrasmettitori, sostanze presenti nel
nostro cibo oppure che possono essere preparate dal nostro organismo,
partendo dalle materie prime fornite dal cibo.
Facciamo un passo indietro. Le nostre reazioni, anche lo stato di sonno
e di veglia, vengono regolate dal cervello. Le comunicazioni avvengono
per mezzo delle sinapsi (dal greco synapsis, punto di congiunzione), che
operano come tanti piccoli ponti. Il passaggio delle informazioni può
avvenire solo in presenza di determinate sostanze, molto specifiche. Queste
vengono chiamate neurotrasmettitori o neuromediatori: in pratica i postini
del nostro cervello e del sistema nervoso. Attualmente sono conosciuti
oltre 40 tipi di neurotrasmettitori. Tra questi: acetilcolina, noradrenalina,
dopamina, neuropeptidi, serotonina, catecolamine, istamina, glicina, acido
gamma-amino-butirrico (GABA); debbono essere forniti dal cibo. Vi sono
presenti, come dicevamo, già tal quali, oppure come precursori
o materia prima. Un mix leggermente diverso di sostanze nutrienti può
dar luogo alla formazione prevalente di alcuni neurotrasmettitori piuttosto
che altri.
Alcuni neurotrasmettitori hanno funzione decisamente rilassante e favorente
il sonno. Un tipico esempio è la serotonina.
Serotonina, un ingrediente “magico”. Uno dei principali
neurotrasmettitori, con funzione cosi spiccata e specifica da essere definito
a volte come “ormone della felicità”. In realtà
non è un ormone, anche se la sua struttura biochimica è
simile. Tra le sue azioni:
- trasmette un senso di benessere
- facilita un piacevole senso di sazietà
- concilia il sonno, anche profondo
- predispone ad un atteggiamento socievole, ai legami parentali, alla
collaborazione all’interno di un gruppo
- libera la parte ludica delle varie attività
- attivando le encefaline e le endorfine, alza la soglia del dolore e
può essere utile in caso di emicranie e simili
- aiuta a superare lievi stati d’ansia, di depressione o di agitazione;
a livello clinico viene infatti usata per combattere insonnia e depressione
- può aiutare a superare le crisi di astinenza, per chi smette
di fumare, bere, usare determinati farmaci (per esempio i sonniferi) o
droghe
Alcuni alimenti, come per esempio le banane,
contengono la serotonina già “pronta per l’uso”.
Normalmente essa viene elaborata a partire dal suo precursore, il triptofano.
Si tratta di un aminoacido essenziale presente in numerosi alimenti, anche
se in misura minore, rispetto ad altri aminoacidi. Lo troviamo in:
- latte e latticini, compresi yogurt e ricotta
- pesce (meglio salmone e pesce azzurro come acciughe, sarde, merluzzo,
sgombro)
- tacchino, pollo, uova, carne bovina e ovina, fegato
- leguminose (soia, piselli, lenticchie, fagioli, fagiolini, ceci, arachidi)
- semi oleosi (mandorle, noci, nocciole ecc)
- frutta, in particolare banane, ananas e fichi
Un particolare del triptofano: per essere
trasformato in serotonina richiede la presenza di una buona quantità
di carboidrati. Ecco perché la pizza, la spaghettata, gli gnocchi,
il risotto, la polenta, la focaccia e il pane sono così favorevoli
al rilassamento e ad un sonno profondo!
Il corretto “mix”, cioè una porzione abbastanza cospicua
rispetto agli altri alimenti darà luogo al rilascio di buone quantità
di serotonina, quindi favorisce una notte di sonno ristoratore.
Pasto “leggero”
Spesso la cena viene accusata di essere stata “pesante” e
quindi di aver turbato il sonno. Non si tratta di mangiare necessariamente
poco, oppure cibi poco gratificanti. E’ invece importante ricordare
che alcune miscele alimentari sono facilmente digeribili e vengono utilizzate
in modo ottimale dal nostro organismo. Altre richiedono ambienti digestivi,
enzimi e succhi gastrici talmente diversi da non poter essere elaborate
correttamente, se consumate nello stesso pasto. Ecco perché conviene
tenere conto delle simpatie e antipatie tra alimenti, in pratica delle
corrette combinazioni alimentari.
Evitate soprattutto di consumare nello stesso pasto:
- carne e latticini
- carne e leguminose
- carne e carboidrati
Per carne intendiamo qualsiasi tipo, sia
bovino, suino, ovino, e anche pollo, tacchino, coniglio, selvaggina, compresi
gli affettati. Per il pesce, il discorso può essere leggermente
meno rigoroso.
La frutta non andrebbe consumata a fine
pasto ma come pasto a sé stante oppure … all’inizio.
Dunque, se dal pasto a base di carboidrati,
com’è auspicabile per favorire un sonno indisturbato e profondo,
dovremmo escludere la carne, ci restano comunque tantissime altre opzioni.
Le verdure dovrebbero costituire sempre la base, la parte più cospicua
di ogni pasto, e si combinano egregiamente con tutti i carboidrati:
Riso e pasta possono essere conditi con melanzane, peperonata, carote,
spinaci, coste, cavolfiori, broccoli, per citare solo alcuni dei moltissimi
esempi.
Anche le stesse leguminose, spesso giudicate “pesanti”, diventano
digeribilissime se opportunamente trattate. Ai prodotti in scatola preferite
quelli freschi quando di stagione (piselli e fave tenerissimi, da mangiare
anche crudi) o secchi. In quest’ultimo caso è importante
un adeguato ammollo, di alcune ore o anche di una notte o di un giorno
intero, cambiando l’acqua una o più volte. Ciò elimina
l’acido ossalico. Per spezzare il tegumento, unico responsabile
di eventuali gonfiori e flatulenze (innocui ma a volte fastidiosi), basta
frullare le leguminose cotte, prima di usarle come condimento di pasta,
riso o altri cereali o di preparare zuppe o creme. Cuocere le leguminose
con carote, finocchi, sedano e semi di cumino o di finocchio le rende
particolarmente digeribili e profumate.
Un’altra combinazione interessante, sotto il profilo nutrizionale
e quello gastronomico, è quella tra cereali e semi oleosi. Pane
e noci, pasta ai pinoli (o con pesto e pinoli), risotto alle mandorle,
orzo con nocciole favoriscono, tra l’altro, un sonno profondo.
I semi oleosi si combinano molto bene anche con tutte le insalate e con
le verdure crude e cotte. Danno un gusto molto gradevole e aumentano il
valore nutrizionale. Spendiamo una parola contro il detto che sarebbero
“grassi” o “molto calorici”. I lipidi dei semi
oleosi sono di un tipo molto pregiato, utili per combattere livelli alti
di trigliceridi e di colesterolo VLD. Quindi rimane valida la buona regola
di limitare il consumo di grassi e di evitare del tutto i grassi idrogenati;
ma è importante introdurre lipidi di alta qualità quali
i semi oleosi.
Tra l’altro, i lipidi danno un senso di gratificazione e di sazietà
che innesta le memorie della nostra primissima infanzia e … favorisce
l’addormentamento. Quindi non stupisce la voglia di cibi grassi
e possibilmente dolci, che molte persone avvertono in serata. Ma buttarsi
su torte alla crema non è una soluzione: la forte variazione del
livello glicemico può disturbare il sonno, per non parlare della
difficoltà a digerire simili alimenti, a tarda ora. Anche per questo
motivo sono preferibili i semi oleosi.
Cibi soporiferi
I neurotrasmettitori non sono gli unici artefici, nel cibo, per un buon
sonno. Alcuni alimenti contengono sostanze specifiche con azione rilassante
o soporifera.
Tra questi è il sedano, Apium graveolens alcuni flavonoidi del
quale sono talmente calmanti da favorire un sonno profondo.
La lattuga, Lactuca sativa ha proprietà sedative grazie sempre
ai flavonoidi e al tarassasterolo; già gli antichi romani ne apprezzavano
le virtù e ne mangiavano abbondanti quantità a cena, facendo
uso anche della linfa bianca che esce dalle foglie appena tagliate, quindi
soprattutto dalle piante mature, più che dalle insalatine piccole.
La quercetina è un antiossidante che ha anche proprietà
calmanti. Ne sono ricche le cipolle, l’uva e il vino, purché
non eccessivamente filtrato.
Il miele, pur avendo composizione diversa secondo il tipo di fiore o di
fiori da cui le api hanno bottinato, ha sempre effetto rilassante e calmante
al punto da favorire il sonno anche nelle persone molto agitate. Infatti,
la tradizione popolare suggerisce di mettere da mezzo a un cucchiaino
di miele in una tazza di latte, camomilla o altra tisana tiepida, da bere
prima di andare a dormire.
Hanno effetto sedativo anche ananas, banane e fichi.
Ed ecco, in ordine alfabetico, una serie di cibi e aromi amati da Morfeo:
Aneto, Anethum graveolens è un’erba aromatica dal profumo
delicato, che si sposa con insalate, cetrioli, salse agrodolci, sott’aceti
e pesce. E’ un calmante utile contro l’insonnia e, secondo
la tradizione popolare, il … russare. Si beve in infuso, pomeriggio
e sera.
Provate anche a porre un sacchetto di aneto secco sotto il cuscino.
Angelica, Angelica archangelica ha azione
antispasmodica e può risultare stimolante. Ma riesce a calmare
le persone nervose e addirittura favorisce il sonno nei soggetti ansiosi.
Si beve in infuso e si usa nella preparazione di dolci.
Anguria, Cucumis. Oltre alle ben note proprietà
diuretiche e ipotensive, l’anguria ha anche azione calmante, grazie
alla presenza della cucurbocitrina. (Meglio però non eccedere alla
sera per non essere svegliati da altre necessità.)
Anice, Pimpinella Anisum, è calmante,
rilassante e persino anestetico grazie all’anetolo e al metylcavicolo.
Quindi favorisce il riposo notturno anche in caso di dolori. I semi d’anice
si possono usare per un decotto (un cucchiaino in un litro d’acqua,
bollire per 2 minuti e lasciare in infusione per altri 2) o per condire
insalate, cavolo, pane e dolci speziati: sono sempre efficaci allo stesso
modo.
Cavolo cappuccio, Brassica oleracea e tutti
i tipi di cavolo. Mangiato crudo in insalata o cotto in timballi, stufati
e zuppe, o semplicemente cotto in acqua e bevuto come brodo o tisana,
ha sempre un’attività sedativa sulla tiroide, quindi diminuisce
l’agitazione e il nervosismo causato dall’ipertiroidismo.
Non eccedere invece con il consumo in caso di ipotiroidismo (in quest’ultimo
caso si nota anche un rallentamento del metabolismo in generale e una
tendenza all’aumento di peso).
Chiodi di garofano, Eugenia caryophyllata
o Syzygium aromaticum. Quando è il mal di denti, il mal di testa
o la fatica a togliervi il sonno, usate i chiodi di garofano come blando
rilassante, antisettico, analgesico e antispasmodico. Potete metterne
uno in bocca vicino al dente che duole, oppure fare un blando infuso,
due chiodi per un litro d’acqua bollente, lasciare in infusione
per 3-4 minuti.
Finocchio, Foeniculum graveolens. Tutta
la pianta ma soprattutto i semi hanno proprietà calmanti. Potete
mangiare la pianta in insalata o come verdura cotta; tritate la parte
tenera verde per insaporire le insalate e preparate un decotto con i semi:
mezzo cucchiaino in un litro d’acqua, fatto bollire per 2 minuti
e lasciato in infusione per altri 3.
Lattuga, Lactuca sativa. Già in
quantità relativamente basse la lattuga ha un’azione calmante
e al tempo stesso euforizzante. Una ragione in più per mangiarne
un bel piatto ad ogni cena. Occasionalmente la si può mangiare
anche stufata, cotta al vapore o ai ferri.
Luppolo, Humulus lupulus. Questo rampicante
dal sapore leggermente amaro viene usato per dare sapore alla birra ed
ha effetto calmante, leggermente narcotico per cui favorisce il sonno.
Ecco perché la birra può indurre sonnolenza …!
Se non desiderate ricorrere alla birra in quanto alcolica (ma c’è
anche la versione analcolica) o perché non vi piace il suo sapore
o odore, potete preparare delle tisane con il luppolo. Una o due infiorescenze
per una tazza d’acqua calda, lasciata in infusione 3 o 4 minuti.
Da evitare però in caso di depressione.
Maggiorana, Origanum majorana. Calmante
e antispasmodica, combatte l’insonnia e le emicranie. Gli usi in
cucina sono molteplici. Per esempio potete usarla per condire insalate
o minestroni, oppure fare una salsina con sale, limone, olio e maggiorana
tritata per insaporire il pesce o i formaggi freschi.
Melissa, Melissa officinalis. E’
calmante se usata in dosaggi limitati. Sostiene negli stati d’ansia,
di eccitazione e di malinconia. Potete berla in blande tisane –
2 o 3 foglioline per tazza – oppure assumere l’estratto alcolico,
un cucchiaino diluiti in un bicchiere d’acqua.
Menta, Mentha piperita. Tra le numerose
varietà, particolarmente efficaci sono le foglie della mentuccia
o menta piperita. E’ rilassante, antispasmodica e analgesica purché
assunta in dosaggi deboli. La tisana di menta dopo il pasto favorisce
la digestione: un motivo in più per indurre sonni tranquilli.
Papavero, Papaver somniferum. Come dice
il nome botanico: i semi hanno effetto sedativo e, secondo il dosaggio,
anche narcotico. I gustosi semini cosparsi sul pane non hanno alcun effetto-droga,
né vi faranno addormentare. Comunque possono contribuire a farvi
sentire rilassati e tranquilli. Per un effetto più marcato, preparate
un dolce con una maggiore quantità di semi di papavero. Un consiglio
originale, ma da sperimentare: tenere un sacchetto di tela, pieno di semi
di papavero, nel letto, magari nella tasca del pigiama…
Patate, Solanum tuberosum. Le patate sono
sedative e possono indurre sonnolenza, sia perché sono ricche di
triptofano, sia perché appartengono alla famiglia botanica delle
solanaceae, che rilassano se consumate in quantità; a questa famiglia
appartengono anche pomodori, peperoni, melanzane. Per le patate, occorre
un’attenzione in più: evitare di mangiare le parti verdi
o germogliate perché contengono solanina, una sostanza tossica
per il sistema nervoso. Per lo stesso motivo si dovrebbero consumare le
patate, una volta cotte, in giornata o al massimo il giorno, perché
altrimenti aumenta eccessivamente il tenore in solanina, per una spontanea
trasformazione biochimica.
Passiflora, Passiflora incarnata. Una pianta
famosa per le sue proprietà sedative. In erboristeria e in farmacia
potete trovare tisane, compresse, sciroppi e altro. Il rampicante è
molto decorativo, come siepe o per coprire muri o pilastri. I tralci fioriti
possono essere usati in tisane per le proprietà sedative, sonnifere,
antinevralgiche, analgesiche. I frutti color arancione contengono dei
semini morbidi simili a quelli del melograno ma più piccoli, dal
sapore fresco e aromatico. Questi si possono mangiare da soli, in macedonia,
in gelati o bere in centrifugati.
Prezzemolo, Petroselinum crispum o sativo.
La sua sostanza attiva è sedativa, utile nelle depressioni e negli
stati di affaticamento. Può essere usato in abbondanza per insaporire
tutte le pietanze o per fare delle salse verdi, in un abbondante “battuto”,
con l’aggiunta di limone, olio e sale. Oppure si possono usare alcune
foglie per preparare un infuso rinfrescante, diuretico e rilassante. (La
tisana è sconsigliata in gravidanza perché potenzialmente
abortiva.)
Soia, Glycine max. Il consumo abbondante
e continuativo di soia e di alimenti preparati con i suoi derivati può
diminuire l’attività della tiroide. Ciò è utile
nel caso di stati d’eccitazione da ipertiroidismo, come abbiamo
detto per i cavoli; non bisognerebbe invece abusarne in caso di ipotiroidismo.
(articolo pubblicato su ESTHETITALY, n.
5-2006)
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