|
IL
BENESSERE A TAVOLA
A cura di Gudrun
Dalla Via [dallavia@asa-press.com]
VINOTERAPIA: UN “FARMACO” ANTICO, RISCOPERTO NEI CENTRI BENESSERE
Una conoscenza antica quanto l’umanità: il vino è
utile alla salute. Olio e vino erano tra i rimedi di tutte le culture
mediterranee, e, per dire un solo esempio, il buon samaritano della parabola
li usò per lenire le ferite del malcapitato viaggiatore. Nel Medioevo,
il vino ricorre in molte ricette, per esempio in quelle proposte dalla
badessa Hildegard von Bingen. E ancora in epoca abbastanza recente, immergere
il corpo in vino caldo era ritenuto utile contro i dolori. Se lo potevano
permettere, ovviamente, solo i ricchi; ed era occasione di festa per i
poveri, quando il … residuo veniva poi distribuito - una forma primitiva
di vin brulé.
Le dame del Rinascimento, ma anche fino ad epoche quasi moderne, si frizionavano
le guance con il vino, non tanto perché quello rosso lasciasse
delle tracce di pigmento, ma perché sapevano che il vino rendeva
liscia la pelle e ravvivava la circolazione, accentuando quindi il colorito
naturale.
Che cosa è rimasto di tutto questo? E che cosa c’è
di nuovo? E’ partita dalla Francia la ricerca sui fondamenti scientifici
della vinoterapia, promossa soprattutto da Serge Renaud che si dedicò
all’esplorazione dei benefici dei polifenoli.
In realtà, l’ampeloterapia (dal greco "ampelos",
vite) o cura dell'uva si era già diffusa alcuni decenni fa, partendo
dal Sud Africa. Si può fare con uva bianca o nera, indifferentemente,
e prevede un'assunzione giornaliera dei frutti in quantità gradualmente
sempre maggiori, fino ad arrivare a circa 3 kg al giorno nel giro di una
settimana. Le indicazioni terapeutiche sono numerose: dal raggiungimento
del peso forma ad una disintossicazione generale e perfino un aiuto consistente
nel contrastare malattie degenerative anche gravi. In diverse zone di
viticoltura, per esempio sul Reno, si trovano delle cliniche dove si pratica,
in periodo di vendemmia, la cura dell’uva.
Il vino si presta anche alla preparazione di enoliti. Le piante officinali
vengono poste a macerare in un buon vino bianco o rosso, secondo il caso,
e lasciate riposare per circa una settimana. Poi si filtra e si beve il
vino medicinale, secondo le indicazioni del medico o erborista, solitamente
in dose di uno o due cucchiaini in concomitanza con i pasti.
Non solo il frutto ha proprietà terapeutiche; anche le foglie vengono
usate nella medicina tradizionale popolare. Per esempio, per combattere
i disturbi circolatori, si prepara un decotto di 4 g di foglie di vite
in 100 ml di acqua (far bollire per 2-3 minuti e filtrare) e se ne bevono
2 -3 tazze al giorno. Un decotto più concentrato, 8 g di foglie
fresche (o 4 g di foglie secche) in 100 ml di acqua può essere
usato per fare impacchi su geloni o vasi sanguigni superficiali dilatati.
Si immergono delle pezzuole di tessute del decotto appena tiepido e si
pongono sulla parte interessata per almeno venti minuti per ottenere un
effetto lenitivo ed astringente.
Le foglie della vite rossa, particolarmente ricche in polifenoli, vengono
usati dall’industria farmaceutica per la produzione di integratori
alimentari con proprietà antinfiammatorie e protettive dei capillari
sanguigni, quindi utili contro varici, emorroidi, eritrosi.
Il vino, anche in piccole dosi, è lenitivo di dolore, prurito e
infiammazioni. In caso di puntura di zanzare o altri insetti, basta frizionare
alcune gocce di vino sulla parte, e il fastidio scomparirà in breve
tempo.

IL VINO COME SOSTEGNO DURANTE UNA DIETA
Sorprendente: si penserebbe che durante una dieta il vino sia uno degli
elementi proibiti. Ma non sempre è così. In un buon numero
di cliniche e Centri Benessere viene tuttora praticata, in modo rigoroso
oppure modificato, una dieta sviluppata quasi due secoli fa in Germania
da Johann Schroth. L’intuizione di Schroth è: digiuno moderato
e soprattutto alternanza tra giorni “asciutti” nei quali si
introducono pochi liquidi, e giorni “bagnati”, durante i quali
si beve molto. Il vino di qualità è un ingrediente importante
della dieta, per sostenere circolazione sanguigna e metabolismo e per
stimolare i reni. Si considera importante anche l’apporto di vitamine,
sali minerali e flavonoidi, da parte del vino. Dato che il vino viene
consumato lontano da pasti a base di lipidi e proteine (salumi, carni),
l’impegno per il fegato è minimo – così almeno
affermano i medici responsabili di questi centri.
GLI INGREDIENTI PREZIOSI
Di Vitis vinifera si usano i frutti (polpa/succo), i semi (vinaccioli,
per olio e altro), le foglie.
Le sostanze principali conosciute nei semi: lipidi, trigliceridi di acidi
grassi insaturi, oligomeri procianidolici; nei frutti: acidi organici,
flavonoidi, antociani (enocianine); nelle foglie: tannini, flavonoidi.
Le proprietà dei lipidi: emollienti e nutritivi. Degli oligomeri
procianidolici: antiradicali. Dei flavonoidi e delle enocianine: vasoprotettori.
Dei tannini: astringenti. Degli acidi organici: cheratoplastiche. Ciò
spiega perché le varie parti della vite sono così apprezzate
in alimentazione, in farmacia ed in cosmesi.
Ed ecco alcuni usi della medicina popolare:
Decotto di uva passa (uvetta) come emolliente per combattere tosse ed
infiammazioni della gola.
Se sono preziose le foglie, la polpa fresca o essiccata dei frutti e i
semi, ancora molto di più lo è il VINO. Finora sono state
scoperte almeno 400 componenti; anche se alcuni di questi sono presenti
solo in piccole quantità, essi contribuiscono comunque all’insieme
di effetti benefici. L’elenco che segue è lungi dall’essere
completo, e probabilmente gli studi in corso confermeranno man mano altri
effetti benefici del vino.
Una piccola nota all’inizio: spesso si sente elogiare il vino rosso
più di quello bianco, ma ciò dipende soprattutto dal fatto
che i primi studi sono stati fatti in zone (Francia, ma non solo) dove
prevale la produzione di vino rosso. Per esempio, il vino bianco, purché
di qualità e non eccessivamente filtrato, contiene una quantità
inferiore del prezioso resveratrolo, ma questo ha molecole più
piccole e quindi più biodisponibili, per cui gli effetti benefici
sono assolutamente comparabili.
Uno dei risultati confermati da più parti, di ricerche scientifiche:
un moderato consumo di vino può ridurre, grazie all'interazione
tra i vari componenti, il rischio di malattie cardiovascolari, oltre a
svolgere un effetto positivo sulla prevenzione dell'arteriosclerosi e
delle patologie coronariche. Grande attenzione è stata rivolta
anche ad alcuni antiossidanti, come antociani, fenoli, flavonoidi, polifenoli;
tra questi ultimi svolgerebbero un'azione particolarmente positiva sostanze
come catechine, gallati, quercetina e il già citato resveratrolo.
Si registra, tra l’altro, un miglioramento del quadro lipidico,
del bilancio emostatico, della pressione arteriosa, della sensibilità
insulinica, del livello di colesterolo HDL. Il vino bianco sembra essere
utile addirittura contro l’influenza aviaria, quanto e più
del farmaco Tamiflu, in quanto oltre all’acido shikimico è
presente anche la quercitina che potenzia l’efficacia dell’acido.
L’effetto antimicrobico e antisettico del vino non è attribuibile
al contenuto di alcol ma a specifici componenti dell’uva fermentata:
ciò è dimostrato da oltre un secolo! Persino il vino diluito
in acqua fino ad una proporzione 1-5 mantiene un’ottima capacità
antibatterica. La fermentazione è una parte importante del processo:
nella maggior parte dei casi, è molto meglio il vino rispetto al
semplice succo d’uva.
E’ recente la scoperta di una molecola antiossidante nel vino, l'idrossitirosol
(presente anche nell’olio di oliva) che ha proprietà antinvecchiamento.
L’effetto positivo del vino (rosso, nello studio clinico condotto
al Department of Food Science al Volcani Center in Bet Dagan (Israele)
sulla riduzione degli effetti negativi del grasso sul sistema cardiovascolare)
si ottiene non solo bevendo il vino a pasto ma anche usandolo nella cottura
dei cibi.
Sembra infine che il vino (ancora rosso, negli studi finora presentati)
protegga le mucose gastriche ed abbia funzione anti-ulcera combattendo
persino il temuto Helicobacter pylori, principale patogeno della mucosa
gastrica.
LA VINOTERAPIA OGGI
L’uso esterno del vino,
sia terapeutico che cosmetico, è rinato in Francia, negli ultimi
anni, e si è subito diffuso in altre zone vitivinicole, soprattutto
dell’arco alpino, per esempio in Alto Adige e in Austria.
Una modalità molto interessante: far essiccare i vinaccioli dopo
la spremitura dell’uva, e macinarli più o meno finemente,
per farne un peeling. Si fa così: i vinaccioli vengono mescolati
in precise proporzioni con gesso, argilla e olio di vinaccioli, applicati
sulla pelle e massaggiati a lungo, per ottenere un peeling molto efficace:
intenso ma al tempo stesso delicato. Ad agire infatti sono non solo le
particelle meccaniche ma anche l’acido della frutta, che ha un ottimo
effetto levigante e rivitalizzante sulla pelle. Segue un bagno caldo per
prolungare l’effetto; durante il bagno viene servite, s’intende,
un buon bicchiere di un vino locale, tipico. E alla fine un massaggio
con olio di vinaccioli.
In altre località si versa, direttamente nell’acqua della
vasca, del vino, rosso o bianco, in diverse proporzioni. C’è
da dire che oltre alle numerose sostanze benefiche anche l’alcol
trova la strada attraverso i pori della pelle, favorito dall’ambiente
caldo-umido. E’ garantita una sferzata alla circolazione sanguigna,
ma a volte anche un certo senso di euforia. In alternativa al vino, o
insieme a questo, nell’acqua del bagno si possono versare uva fresca
schiacciata, vinacce e/o mosto. Inoltre, la vinoterapia può comprendere
trattamenti idratanti ed elasticizzanti, massaggi, impacchi, maschere
e peeling per il viso e il corpo.
(Il Sommelier – n.2 – 2008)

Vai all'indice di Il
Benessere a Tavola
|
|
|